08 gennaio 2007

Ripartenza, dopo ritorno.

Una ripartenza lenta per questo 2007, causa: vacanze. E anche se la tecnologia mi ha assistito senza problemi, santo wi-fi, c'era poco tempo per raccontare di cibo. Ho invece scoperto un nuovo ristorante posto simpatico, gestori allegri, valle incantevole, valle di cui avevo accennato anche in estate, ma che d'inverno ha un fascino stupendo. Una valle che vide le ultime ore di un grande pittore sconosciuto ai più.
Kirchner naque nel 1880 e morì in questa valle nel 1938 suicida. Ernst Ludwig, questo è il nome di battesimo, è il rappresentante più importante della prima fase dell’espressionismo tedesco. Dopo gli studi di architettura a Dresda, comincia a dipingere e nel 1905 è tra i fondatori del gruppo «Die Brucke» ("Il Ponte") insieme a Karl Schmidt-Rottluff, Fritz Bleyl ed Erich Heckel. Obiettivo di quel "ponte" era quello di collegare gli elementi artistici innovativi, con l'arte dominante di quel tempo. Nel 1911 si trasferisce a Berlino, la sua pittura passa da un concetto di semplificazione formale, caratterizzato da contorni marcati e colori accesi, ad uno stile drammatico, convulso in cui è possibile individuare l'influenza del cubismo e dell' Art Noveau. Qui a Berlino insieme a Pechstein fondò una scuola artistica, che però non ebbe alcuna fortuna. Dopo diverse defezioni di amici pittori, nel 1913 Kirchner sciolse il gruppo «Die Brucke».
Comincia il declino fisico e psicologico dell' uomo Kirchner. L’anno successivo, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, parte volontario per il fronte, ma l’esperienza della guerra lo distrugge nel profondo. Nel 1917 viene congedato per insanità mentale. Gli amici lo portano in Svizzera, a Davos. Qui sembra recuperà almeno in parte la sua lucidità mentale, la sua produzione artistica incontra la natura della montagna, dipinge la città che lo ospita e la valle di Sertig di cui si innamora. Ma l’equilibrio interiore era ormai minato. Nel 1937 arriva il "colpo di grazia" i suoi quadri vengono esposti nella mostra voluta dai nazisti sull’«arte degenerata», è la fine. L’anno successivo Kirchner si uccide, in quella valle di cui era innamorato: la Sertigtal.

Per quanto sembri banale scriverci sotto una ricetta, in quella valle ho comperato un pezzo di formaggio che mi sono riportato a casa, e ci ho fatto un:

Risotto al formaggio d'alpe con radicchio e mele.

In una casseruola fate appassire due scalogni tritati in poco olio, aggiungete, per 4 persone, due mele (pink lady o gala) dalla polpa croccante e succosa ridotte a tocchetti, e 2/3 di un piccolo cespo di radicchio tagliato finemente, lasciate andareper 5 minuti a fuoco medio, aggiungendo un cucchiaino di zucchero. Incorporate il riso e fatelo rosolare sfumate con del vino bianco secco e cuocete il risotto nel modo classico, tirandolo con un brodo vegetale. Quando il riso è quasi cotto, spegnete il fuoco incorporate 120gr di formaggio d'alpe (in alternativa potete usare: fontina valdostana DOP, o Bitto della Vlatellina DOP) una noce di burro e mantecate il risotto, lasciando morbido, regolate con il brodo rimasto. Impiattate guarnendo con il radicchio rimasto tagliato finemente.

1 commento:

Anonimo ha detto...

mmm! ho proprio del radicchio che aspetta di essere consumato... mi sa che ti copio la ricetta, che mi ispira un sacco!
ciao
francihtt