Troppo presto
A volte mi vengono delle idee strane. Capita no ?!
Ecco l’idea strana della settimana scorsa era far scrivere il post a LUI
Lui, la cui presenza, forse più di altri, aleggia in questo blog. Ho iniziato per tempo l’opera di convincimento, in pratica ad ogni occasione in cui ci siamo sentiti la scorsa settimana lo invitavo a pensare al piatto, precedentemente richiesto, preparato e mangiato, e a cosa scrivere.
In fondo, in fondo, pensandoci bene, altro non era che una sorta di domanda indiretta, inconscia: cosa pensi di tuo padre? Ricerca di una certezza che piano, piano senti affievolirsi. Quella strana sensazione che hai guardando crescere un figlio, una sorta di cronometro, sul cui display i numeri volano verso lo zero. Lo zero rappresentato da quel momento in cui il bambino lascerà il posto all’adolescente, con tutte le conseguenze del caso. La prima: la solitudine di genitore, alle dimostrazioni di affetto che normalmente un bambino produce, e che un adolescente no.
Non basteranno più i saluti sussurrati all’orecchio alle quattro del lunedì mattina, quando fuori non è buio, è notte fonda. Il ripetere “ti voglio bene” fino a che nel dormiveglia provocato, non arrivi quel flebile “anch’io”. Arriverà il momento in cui invece di “ti voglio bene ! ti voglio bene ! ti voglio bene ! ti voglio bene ! “ mi limiterò ad una arruffata di capelli, ad un ciao timido e sussurrato per paura di svegliarlo, come oggi faccio nella camera a fianco. Gesti diversi per esprimere lo stesso identico sentimento.
E quindi mi son buttato in questa cosa convinto e convincente, o almeno ero convinto di convincere. Per un po’, lui sempre lui, mi ha detto che si vergognava che non sapeva cosa scrivere. E io ad insistere. Poi ha iniziato a dirmi che ci stava pensando, che ci stava ragionando ecco mi ha detto proprio “ci stavo ragionando proprio mentre mi hai chiamato.”
Alla fine della settimana verso giovedì, forse venerdì scorsi, l’incertezza e i dubbi hanno iniziato a scomparire all’orizzonte, ha iniziato a rispondere alle mie domande anche insistenti “Si, si, ci ho pensato tutto a posto. Ti passo mamma ?”
Mi sentivo soddisfatto quasi orgoglioso, avevo portato Matti, il piccolo Matti, Spaccabal a scrivere i suoi pensieri ciboaffettivi.
La domenica l’ho portato nel mio studio, gli ho aperto la videata e gli ho detto scrivi quello che pensi del piatto che hai mangiato, delle cose che mangi e di tutto quello che ti passa per la testolina che hai. Mi ha guardato un po’ come ti guarderebbe un bambino che deve far pipì ad un angolo di strada. Uscendo ho pensato che un bambino di nove anni per scrivere un “temino” avrebbe impiegato un’oretta. Ho fatto in tempo a sedermi sul divano che mi è passato davanti il pollice alzato a farmi “OK” ed è scomparso in giardino...
Mi presento, sono Matteo, il figlio di Marco, Loste della Colica. Vengo chiamato ragazzo C, e sono qui per raccontarvi la più squisita ricetta di mio padre.
Norma(lmente) diversa
Si. Ce l'ho anch'io quella leggera sensazione di presa per il ...
Comunque se volete fare una pasta conquistabambino che ne accontenti 4 (magari anche grandicelli)preparate tante polpettine, con 300 gr di polpa di manzo, mollica di pane bagnata nel latte, 1 uovo, prezzemolo sale e pepe. Friggete le polpettine in olio evo, e tenete da parte. Friggete due melanzane medie fatte a tocchetti, anch'esse in evo, lasciate precedendemente a spurgare nel sale, e infarinate.
Lessate la pasta, io ho usato un rigatone "Felicetti" scolatela 3 minuti prima della cottura al dente. Disponetela in un ring con una fetta di melanzana fritta, condite con una salsa base di pomodoro profumata la basilico, che si deve infilare dentro ai rigatoni. Aggiungete un cucchiaio raso di parmigiano grattugiato, miscelato al 50% con pangrattato, sopra disponete una cucchiata abbondante di ricotta buona.
Ripassate al grill per una decina di minuti, poi aggiungete le polpette e le melanzane a tocchetti e rimettete al grill per gli ultimi cinque minuti.
Ne acchiappa più la forchetta che la penna !!!
Se proprio non volete diventar matti (non Matti) a far ring e impattate complicate, potete prepararla anche così.
E voi ce lo avete il dubbio che qualcuno vi diventi grande ?!
Ecco l’idea strana della settimana scorsa era far scrivere il post a LUI
Lui, la cui presenza, forse più di altri, aleggia in questo blog. Ho iniziato per tempo l’opera di convincimento, in pratica ad ogni occasione in cui ci siamo sentiti la scorsa settimana lo invitavo a pensare al piatto, precedentemente richiesto, preparato e mangiato, e a cosa scrivere.
In fondo, in fondo, pensandoci bene, altro non era che una sorta di domanda indiretta, inconscia: cosa pensi di tuo padre? Ricerca di una certezza che piano, piano senti affievolirsi. Quella strana sensazione che hai guardando crescere un figlio, una sorta di cronometro, sul cui display i numeri volano verso lo zero. Lo zero rappresentato da quel momento in cui il bambino lascerà il posto all’adolescente, con tutte le conseguenze del caso. La prima: la solitudine di genitore, alle dimostrazioni di affetto che normalmente un bambino produce, e che un adolescente no.
Non basteranno più i saluti sussurrati all’orecchio alle quattro del lunedì mattina, quando fuori non è buio, è notte fonda. Il ripetere “ti voglio bene” fino a che nel dormiveglia provocato, non arrivi quel flebile “anch’io”. Arriverà il momento in cui invece di “ti voglio bene ! ti voglio bene ! ti voglio bene ! ti voglio bene ! “ mi limiterò ad una arruffata di capelli, ad un ciao timido e sussurrato per paura di svegliarlo, come oggi faccio nella camera a fianco. Gesti diversi per esprimere lo stesso identico sentimento.
E quindi mi son buttato in questa cosa convinto e convincente, o almeno ero convinto di convincere. Per un po’, lui sempre lui, mi ha detto che si vergognava che non sapeva cosa scrivere. E io ad insistere. Poi ha iniziato a dirmi che ci stava pensando, che ci stava ragionando ecco mi ha detto proprio “ci stavo ragionando proprio mentre mi hai chiamato.”
Alla fine della settimana verso giovedì, forse venerdì scorsi, l’incertezza e i dubbi hanno iniziato a scomparire all’orizzonte, ha iniziato a rispondere alle mie domande anche insistenti “Si, si, ci ho pensato tutto a posto. Ti passo mamma ?”
Mi sentivo soddisfatto quasi orgoglioso, avevo portato Matti, il piccolo Matti, Spaccabal a scrivere i suoi pensieri ciboaffettivi.
La domenica l’ho portato nel mio studio, gli ho aperto la videata e gli ho detto scrivi quello che pensi del piatto che hai mangiato, delle cose che mangi e di tutto quello che ti passa per la testolina che hai. Mi ha guardato un po’ come ti guarderebbe un bambino che deve far pipì ad un angolo di strada. Uscendo ho pensato che un bambino di nove anni per scrivere un “temino” avrebbe impiegato un’oretta. Ho fatto in tempo a sedermi sul divano che mi è passato davanti il pollice alzato a farmi “OK” ed è scomparso in giardino...
Mi presento, sono Matteo, il figlio di Marco, Loste della Colica. Vengo chiamato ragazzo C, e sono qui per raccontarvi la più squisita ricetta di mio padre.
Norma(lmente) diversa
Si. Ce l'ho anch'io quella leggera sensazione di presa per il ...
Comunque se volete fare una pasta conquistabambino che ne accontenti 4 (magari anche grandicelli)preparate tante polpettine, con 300 gr di polpa di manzo, mollica di pane bagnata nel latte, 1 uovo, prezzemolo sale e pepe. Friggete le polpettine in olio evo, e tenete da parte. Friggete due melanzane medie fatte a tocchetti, anch'esse in evo, lasciate precedendemente a spurgare nel sale, e infarinate.
Lessate la pasta, io ho usato un rigatone "Felicetti" scolatela 3 minuti prima della cottura al dente. Disponetela in un ring con una fetta di melanzana fritta, condite con una salsa base di pomodoro profumata la basilico, che si deve infilare dentro ai rigatoni. Aggiungete un cucchiaio raso di parmigiano grattugiato, miscelato al 50% con pangrattato, sopra disponete una cucchiata abbondante di ricotta buona.
Ripassate al grill per una decina di minuti, poi aggiungete le polpette e le melanzane a tocchetti e rimettete al grill per gli ultimi cinque minuti.
Ne acchiappa più la forchetta che la penna !!!
Se proprio non volete diventar matti (non Matti) a far ring e impattate complicate, potete prepararla anche così.
E voi ce lo avete il dubbio che qualcuno vi diventi grande ?!