Perché se
Perché se
a volte
non hai niente
da dire
allora è meglio
stare zitti
a volte
non hai niente
da dire
allora è meglio
stare zitti
Magari lasciandovi però una ricetta sbucata dal nulla, come il sacchetto di broccoletti scovato nel congelatore, per farne una:
Orecchiette con i broccoletti e col mare rimasto
C'è poco da raccontare: c'era da fare un prosciutto e melone per pranzo, ma non avevamo il pane. Quando uno dice prosciutto e melone, dovrebbe dire: prosciutto, melone e pane, che se non hai il pane il prosciutto e melone sa di niente. C'è poco da raccontare che i broccoletti non sono di stagione e che li avevo in congelatore, e allora metto le mani avanti: broccoletti=fagiolini, e così vi tocca di andare a far la spesa. C'era, dunque, questo sacchetto di broccoletti apparso dal congelatore, mentre eravamo intenti a cercare dei panini congelati, che vanno tanto nel periodo scolastico, ma ora proprio per niente. E così con il sacchetto di broccoletti in mano e Spaccaball che continuava a chiedere cosa fosse, mi son messo a pensare. Che è faticoso anche il pensare molto spesso. E che quindi la risposta alla domanda del marito della mia pesciarola, sul perché mi presentassi a mezzogiorno di sabato a comprare il pesce potevano essere due: perché non ho il pane oppure perché ho pensato. A mezzogiorno in pescheria ho raccolto su quello che era rimasto: una decina di cozze, una manciata a mano doppia di vongole, qualche mazzancolla: dieci piccole per la precisione e tre, dico tre, calamari.
E bastato pulire il pesce, a parte far aprire cozze e vongole, e scottare calamari e mazzancolle in una padella dove un filo di evo aveva indorato uno spicchio di aglio insieme ad un poco di peperoncino tritato.
Ho buttato le orecchiette, che la confezione diceva diciotto minuti, verso la metà di quei diciotto minuti ho buttato i broccoletti così congelati come erano. Ho scolato il tutto e saltato in padella con il pesce, aggiungendo alla fine e a fuoco spento olio evo.
Vi dirò per essere partiti con un prosciutto e melone è finita anche bene, per uno che ha poco da dire.
Orecchiette con i broccoletti e col mare rimasto
C'è poco da raccontare: c'era da fare un prosciutto e melone per pranzo, ma non avevamo il pane. Quando uno dice prosciutto e melone, dovrebbe dire: prosciutto, melone e pane, che se non hai il pane il prosciutto e melone sa di niente. C'è poco da raccontare che i broccoletti non sono di stagione e che li avevo in congelatore, e allora metto le mani avanti: broccoletti=fagiolini, e così vi tocca di andare a far la spesa. C'era, dunque, questo sacchetto di broccoletti apparso dal congelatore, mentre eravamo intenti a cercare dei panini congelati, che vanno tanto nel periodo scolastico, ma ora proprio per niente. E così con il sacchetto di broccoletti in mano e Spaccaball che continuava a chiedere cosa fosse, mi son messo a pensare. Che è faticoso anche il pensare molto spesso. E che quindi la risposta alla domanda del marito della mia pesciarola, sul perché mi presentassi a mezzogiorno di sabato a comprare il pesce potevano essere due: perché non ho il pane oppure perché ho pensato. A mezzogiorno in pescheria ho raccolto su quello che era rimasto: una decina di cozze, una manciata a mano doppia di vongole, qualche mazzancolla: dieci piccole per la precisione e tre, dico tre, calamari.
E bastato pulire il pesce, a parte far aprire cozze e vongole, e scottare calamari e mazzancolle in una padella dove un filo di evo aveva indorato uno spicchio di aglio insieme ad un poco di peperoncino tritato.
Ho buttato le orecchiette, che la confezione diceva diciotto minuti, verso la metà di quei diciotto minuti ho buttato i broccoletti così congelati come erano. Ho scolato il tutto e saltato in padella con il pesce, aggiungendo alla fine e a fuoco spento olio evo.
Vi dirò per essere partiti con un prosciutto e melone è finita anche bene, per uno che ha poco da dire.