31 dicembre 2006

Poesie e spezie del Bosforo

Ieri ho aperto un cassetto, e mi è sembrato di aprire una finestra sul bazar di Instanbul. Nel cassetto ho ritrovato una trentina di sacchetti di spezie, comperati, in uno degli ultimi viaggi in quella città. Mi piacciono le spezie turche hanno tre cose fondamentali: 1) sono profumatissime, molto più di quelle "nostrane"; 2) non sai cosa siano, il bigliettino con il nome, che il venditore ci attacca, è scritto sottilissimo e poi è in turco; 3) il venditore non scrive la scadenza e quindi non scadono.

Istanbul, le sue strade, il bosforo, c'è un libro bellissimo scritto da Orhan Pamuk, cinquantenne contemporaneo, che a leggerlo fa rimpiangere il non aver perso tempo a guardarla meglio quella città.

Ma Istanbul, meglio la Turchia, ha avuto un altro grande scrittore stavolta nato nei primi del '900:
Nâzım Hikmet poeta abbastanza controverso in casa propria, piuttosto conosciuto in occidente. Nasce a Salonicco nel 1902, da un padre funzionario e una madre pittrice, brevi studi al liceo francese di Galatasaray, poi la facoltà di sociologia a Mosca, dove emerge il suo credo comunista. Ha contatti con le avanguardie e in particolare con Majakovskij. Si schiera conrtro Ataturk, colui che fondò la moderna Turchia che conosciamo oggi, nel 1938 rientra nel suo paese e viene arrestato, sarà liberato solo nel 1950. Lascerà la Turchia e morirà in esilio nel 1963. Hikmet è conosciuto più per le sue poesie, anche se è stato romanziere e scrittore di teatro, e la poesia più occidentale che lo rappresenta è questa:

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.

C'è poco da stare allegri a cercare un piatto, quando si leggono cose di questo tipo, ma tutti quegli odori e quei profumi mi hanno fatto ricordare, un dolce mangiato da qualche parte, per assurdo qui nella mia terra e non in Turchia, ed ecco:

Sfogliatina ripiena di mele e uvetta speziate, in salsa alla vaniglia.

Per la sfogliatina: prendete 250gr circa di pasta sfoglia, farsela in casa è veramente un lavoro lungo, (comunque la ricetta prevede 150gr di farina, 100gr di burro e un pizzico di sale da lavorare in strati). Cospargete la pasta con 100gr di zucchero semolato, arrotolate la sfoglia e tagliatela in 6 rondelle tutte uguali. Con un mattarello appena infarinato stendete le rondelle dalla parte del taglio per ottenere 6 piccole sfoglie che terrete in frigo chiuse da pellicola.
Per il ripieno: Ammollate in acqua tiepida una manciata (50gr) di uva sultanina, sbucciate 3 mele golden stark e riducetele a tocchettini. In una padella sciogliete due noci di burro, mettete 50gr di zucchero, 3 chiodi di garofano e le mele, e lasciate andare, appena lo zucchero comincia a sobbollire aggiungete un bicchierino di cognac, l'uvetta e una bella spruzzata di cannella. Lasciate andare a fuoco medio finchè le mele non siano cotte, ma non spappolate.
Per la crema: portate a bollore 3dl di latte con una stecca di vaniglia tagliata longitudinalmente, lasciate raffreddare, battete 3 tuorli d'uova con 3 cucchiai di zucchero. Incorporate il latte alle uova e cuocete a bagnomaria finchè non comincia ad addensare.
Poco prima: riempite ciascuna sfogliatina con un cucchiaio di mele e uvetta, chiudete a mo' di raviolo, mettete le sfogliatine su una placca con carta forno e infornate a 200° per circa 10 minuti. Specchiate un piatto grande con la crema mettete la sfogliatina e un po' del ripieno se avanzato, guernite con le spezie che avete usato.

Se volete leggere Hikmet questo è un suo classico.

1 commento:

Erik, il Vikingo ha detto...

Ti ringrazio della visita e restituisco.
Sono le due e dieci di Capodanno, il cenone è finito, il risto è chiuso e adesso vado a letto.
Ti metto nei preferiti e ti prometto che domani o dopodomani ritorno a leggerti con calma.
Buon 2007!