07 febbraio 2007

Costa brasata

Giro annoiato per l'etere televisivo del dopocena, del dopotelegiornale, ogni tre o quattro secondi avanzo di un canale, film, telefilm, medico, sala operatoria, polizia, elicottero, africa, animali, alpinista, guerra, pubblicità, cucina... cuoco... ricetta.

Lui ha quella parlata "pulita" e senza accenti particolari, il viso glabro e rotondo, il capello corto e brizzolato sulle tempie, lo sguardo da bravo ragazzo. Nicola Cavallaro, giacca nera irrompe nel mio salone. In mano tiene un costa di manzo di quattro anni di razza Piemontese selezione Alberto Masseroni, suo amico, ne parla come solo chi ha la passione per la cucina, per i piatti, e per il suo mestiere può parlarne.


La costa, fatevela magari tagliare in due dal vostro macellaio, finisce prima infarinata e poi a rosolare in olio buono sul fuoco. Nicola racconta delle sue esperienze, sala e pepa la costa che contiunua a rosolare, a parte in una padella fa saltare pezzi di carota, sedano e cipolla in olio e poi sfuma tutto con del vino rosso. Quando la costa è rosolata incorpora verdure e vino e copre con carta alluminio, mette in forno a 135°/140° per cinque (cinque) ore. Da una parte fa una polenta , io a differenza sua ho preparato un classico e tranquillo purè di patate. Frigge dei cuori di carciofo tagliati sottili, impiatta un pezzo di costa che si stacca dall'osso: morbida e succosa, mette un paio di quenelle di polenta (purè) e ci adagia sopra i carciofi fritti, nappa con il fondo di cotture ristretto, e su invito del cuocopresentatore cita il nome del piatto, il mio: "Costa brasata con purè e cuori di carciofo fritti.

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