20 dicembre 2006

L'olio buono

Ho sempre avuto un debole per le storie e per i racconti. In particolare quando li ascolto dalla viva voce dei "vecchi". Adoro i racconti di vita quotidiana, di folletti e streghe, di montagna, di alpinismo, di cose da mangiare. Sfrutto sempre l'occasione per far parlare e per ascoltare qualcuno che ha storie da raccontare. Prendo appunti mentalmente, poi, ripercorro le strade, visito i luoghi e i posti delle storie, e ci metto i piedi dentro.

Mia nonna aveva alcune "fisse" del suo passato: l'aglio, panacea per la spagnola del "diciotto", lo zucchero da comprare oltre confine quando andò a vivere a Baveno, l'olio che andava a comprare vicino a Spoleto a novanta chilometri da casa. Ve le immaginate 'ste donne che prima della guerra (la sencoda mondiale) salgono sul treno e con le damigiane in grembo vanno a comprare l'olio? Un giorno di viaggio:
in calesse fino alla stazione e poi con due treni diversi fino a Spoleto, da lì a piedi fino al frantoio.
Riempiono le damigiane, le mettono sulla testa, ammortizzando il peso con la "coroia" anello di stoffa ricavato con la "guluppa". Poi Carletti (padre dell'attuale proprietario) le caricava tutte sul rimorchio del trattore e le riportava alla stazione, e poi di nuovo a casa. Quanto valeva quell'olio secondo voi? Tanto, ve lo dico io. Lo strutto era il grasso giornaliero e l'olio di oliva era "oro", che mica andavi a Spoleto più di una volta all'anno! Quel viaggio è impresso nella memoria di tutti: mia, di mia madre, di sua sorella, ogni volta che ritorniamo è argomento di discussione, di ricordi che rivivono e che si confrontano.

Oggi il viaggio è più semplice, in auto sarà un'oretta di passeggiata, parcheggi entri e ti sembra di finir per terra, si scivola, il pavimento di un frantoio per quanto ci passi lo straccio, non viene mica pulito.
Carletti ha sempre il fuoco accesso ti mette su due bruschette, te le condisce con l'olio buono e una fetta di pecorino e hai fatto colazione o merenda. Poi cominci a parlare di come è andata l'annata dell'oliva, era caldo era freddo, no la mosca non c'è tranquilli, è più fruttato dell'anno scorso, l'acidità è perfetta come previsto dal disciplinare, quale te piace de più? questo lo spremuto prima, è più dolce. Poi decidi il prezzo al chilo mica al litro, e poi lo compri. Nelle apposite latte previste dalla normativa vigente, che oggi l'olio sfuso non lo si può più comperare, a meno che non sei un conferitore di olive.

E certo di avere comperato un "extravergine" con spremitura a freddo: lo vedi con i tuoi occhi che la frangitura è fatta con molazze di pietra, niente mulini a ciclo continuo o frangitori a martello. Che la gramolatura, meccanica è fatta sotto al frangitoio, che il trasferimento sui "fiscoli": i dischi filtranti, è fatto per caduta e che la spremitura la fà una vecchia pressa Rapanelli da un paio di cento tonnellate. Puoi riprendere la strada di casa.

E una
volta tornati c'è solo una cosa da fare: farlo assaggiare a tutta la famiglia. Scusa di "basso profilo" per mettere al forno mezza fila di pane ad "abbrostulire" per una bruschetta estemporanea e sostitutiva della cena. Da non dimenticare l'altra mezza fila di pane, da inzuppare in olio e aceto per una panzanella con l'olio nuovo.
Per togliersi tutte le curiosità sull'olio di oliva questo è un buon sito, e sempre dallo stesso sito in questa pagina trovate le classificazioni

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