Incatenato ai ricordi
C’è un’aria che pesa. Che pesa come tutte le sfighe del mondo. Un cielo più basso dei minareti delle moschee, nero, rotondo di nuvole gonfie, come i grassi osti dei locali che affollano questa viuzza, stretta e scoscesa.
Arranco tra la cacofonia di tutte le voci che mi urlano contro, raccolte in questo unico suono, che ogni tanto si mischia al clangore dei taxi intasati nelle vie laterali. Il giallo è il colore vincente fra le auto in coda perenne in questa città. Giallo canarino carico, giallo antico, giallo arrugginito, giallo fiammante pronto allo sfregio, giallo taxi e giallo privato. Tassisti, ex tassisti, finti tassisti e taxi di seconda mano. E poi mani inchiodate sui clacson, braccia come appendici dei volanti, o volanti appendici di braccia al volante stesso. Si consumano più trombe di clacson che chili di olio ad Istanbul.
Ogni tanto la mia guida mi indica qualcosa da guardare, veloci attraversiamo strade e stradine lui parla, cita la storia, tutta la storia di cui questo posto è impregnato. Tremila anni sotto ai miei passi, tremila anni tra le mura rifatte. Cammino qui “sull’opposto del cieco” dove l’oracolo ha indicato il punto della fondazione di questa città, la città del re Byzas. Ogni tanto tra questi pezzi, oramai moderni, di storia antica, si affaccia il corno d’oro, lontano, sinuoso come un grande serpente, si infila nella terra. Non brilla al sole di questo tramonto grigio, come nelle cartoline che ogni tanto si affacciano, sembra più una grande pozza di melma nera e marrone, attraversata da un paio di ponti, da un paio di navi, da un paio di mondi. Rimane lì, del tutto anonimo a quell’aurea disegnata dai libri di storia, dai romanzi, e dalle leggende. Neanche la catena che lo chiudeva riesci ad immaginarti più, incastrata oramai tra il traffico e i palazzi.
Un profumo di pioggia imminente mi assale, lo respiro preoccupato. Guardo Mustafà correre davanti a me, driblare il flusso umano che ci viene incontro: siamo gli unici in pausa pranzo, per tutto il resto del mondo è l'ora del pranzo. Non è un quartiere di affari, è un posto per turisti segnato dai pantaloni corti, le snickers degli americani, le ciabatte dei tedeschi, le tuniche dei locali. Accelero il passo, una grossa goccia mi colpisce precisa, vedo Musta indicarmi qualcosa, lo sguardo soddisfatto da scopritore che cerca consenso. Seguo il suo braccio, la mano e poi il dito, oltre: la grossa torre di Galata, rotonda con il suo tetto a cono, troneggia presuntuosa, affacciandosi sulla piazza, mi volto verso il mare e verso il "corno", certo che una catena da qui fin dall'altra parte ! E poi arriva.
Lo scroscio d'acqua mi sorprende quasi al centro della piazza. Corro e forse per una teoria fisica che non ho ancora capito, peggioro le cose. Prendo una strada, ora, in leggera discesa, mi sembra che Mustafà si sia infilato giù di qua, ma non lo vedo. La pioggia ha fatto saltare gli “schemi di gioco”: lo strombazzare del traffico ha raggiunto livelli allarmistici, la gente corre in maniera disordinata, le tende, le pensiline, i rifugi alla pioggia sono assaltati, lungo il bordo del marciapiede già scorre un fiumiciattolo di acqua che trascina con sé la lordura delle strade. Cerco con lo sguardo un ancora di salvezza, la giacca è ormai zuppa e sento la sensazione decisa del bagnato sulle spalle. Poi l’ancora mi afferra per un braccio, un uomo grosso e ingombrante vestito di una maglietta che una volta è stata bianca, mi butta dentro ad un locale: una sorta di budello lungo e stretto un bancone nel fondo circondato dai fumi della cucina, qualche tavolo lungo le pareti e uno stretto passaggio al centro. I tavoli sono tutti occupati in uno se ne sta seduto Mustafà mi sorride beato, miracolosamente asciutto e mi indica un grosso piatto di:
Boulgur di pesce e verdure
O come preferite chiamarlo: bulgur, bulghur, boulghour, boulgour, boulgoul, boulghoul, bulghul o bulgul non è altro che il grano cotto al vapore, essiccato e poi ridotto in piccoli pezzi. Lo lasciate ammollare in acqua fredda per una decina di minuti e poi lo lessate in una quantità di acqua pari al doppio del suo volume per una quindicina di minuti, scolate e lasciate riposare per qualche minuto e poi lo servite caldo come se fosse un pilaf o freddo come taboulé.
La mia ricetta prevedeva una cottura in un fumetto di pesce, nessun tipo di “sgranatura” che consiglio nel caso di taboulé, un ripasso in padella a fiamma viva, dove precedentemente avevo cotto in poco olio delle zucchine a tocchetti, aggiungendo a fine cottura dei pomodorini datterini che hanno appena sentito il calore, salatura in ultimo per evitare i liquidi.
Dopo aver fatto insaporire il Boulgur, l’ho servito accompagnandolo ad una insalata di mare tiepida fatta di seppie, mazzancolle, cannocchie, “moscioli”, vongole e polipo. Tutto condito con un ottimo olio extravergine di Cartoceto.
21 commenti:
che meraviglia!
l'ho comprato proprio sabato scorso il bulgur!
ma non si fa bollire l'acqua che poi si versa sul bulgur e lascia riposare coperto finchè assorbe tutto?
perchè ho un sacco di dubbi!
Vale
si @Vale questo passo "lo lessate in una quantità di acqua pari al doppio del suo volume per una quindicina di minuti, scolate e lasciate riposare per qualche minuto " vuol dire esattamente quello, lo versi in acqua che bolle e lo lasci sobbollire per 15min e riposare per 10... l'acqua dovrebbe essere sparita :)
Nel weekend provo sicuro e poi ti dico!
Grazie!
fantastico racconto! e poi... "i moscioli"... fanno sentire a casa!
mi stuzzica più questo adesso della versione tabulè. domani guardo che pesce trovo. le chiamerò cozze e non sarà la stessa cosa. e lo chiamerà bubu. va bene^
io amo il tuo scrivere.
Rimango rapita. Ed ogni volta mi chiedo se per caso tu non sia- segretamente- un incantatore di serpnti ed io un ferocissimo sonagli.
Il bulgur poliglotta, mi piace, avec.
oh, adesso posso dire di essere stata anche ad Istanbul!
Fai venir voglia di andare in qualunque luogo racconti!
Ma te la danno la percentuale sul maggior flusso turistico, dopo le tue "pubblicità"?
Però, perdona l'ignoranza di una povera donna di campagna ma...che differenza c'è tra il cous-cous e questo boulgur?
Buon fine settimana!
Fammi sapere @Vale
Grazie @Francesca un po' si :)
Grazie @Silvia io adoro il tuo leggere ;)
:D @Reb chissà magari sono solo uno che si è lasciato incantare ; )
Nessuna percentuale @Luna, sulla mia corriere non si paga il biglietto :)
il COUS COUS è una semola di grano duro che viene lavorata al vapore fino a formare dei piccoli grani (tipo i grattoni del noto pastificio)
Il BOULGUR è il chicco di grano cotto al vapore, essiccato e poi spezzato a formare dei piccoli granelli irregolari.
Marco l'ho fatto....una cosa assolutamente divina!
ma dove hai trovato quel pacco di bulgur?xkè io l'avevo comprato in una bancarella biologica (praticamente un rene!!!)
Vale
anticamente qui da noi(sicila sudorientale) si preparava il "cuturro", una polentina ( dolce o salata) di grano frantumato grosso, somigliava moltissimo al boulgur...
Ho scoperto oggi il tuo blog, è una meraviglia! Complimenti davvero! Curioso un altro pò (c'è il rischio di perdersi) e ti aggiungo ai miei preferiti, così mi aggiorno sulle tue belle idee! A presto
Mi presento.
Marchigiana, anzi castelferettese.
Ma vivo a Gerusalemme.
Complimenti per i tuoi ricordi srotolati in questi post cosi' carichi.
Buona notte.
:) @Vale un po' caro se lo paragoni alla pasta ... dipende sempre da che pasta !
bé indubbiamente il cuturro gli somiglia molto @nadaluz anche se la sua origine è diversa almeno credo. Se non sbaglio il cuturro era un piatto povero dei contadini chenun tempo venivano pagati in natura, macinare il granonnei molini costava troppo e allora si macinava a mano con le pietre il risultato era simile al boulgur.
benvenuta @felicità torna presto sempre che non sei ancor qui :D
ciao @Nereide benvenuta ! :)
Io adoro il boulgur, l'ho sempre fatto solo di verdure però... mi sa che la prossima volta lo provo in questa versione... ne ho giusto preso un pacchettino la settimana scorsa, oltre al cous cous di mais e quello di farro, che devo ancora sperimentare (non ho deciso con cosa!) :)
@Gloria :) questa settimana lo provo come lo mangiai una volta in un ristorante di Izmir con melanzane e polpettine di agnello piccanti
vai tu ad istanbul e fai piovere ahhhhh racconto intrigante sembra una trama di un film...la ricetta milto invitante ciao mestro
Se è per questo @Marco ho fatto pure nevicare. C'è stato un periodo della mi vita (professionale) in cui la frenquentavo spesso quella città, tanto quanto oggi frequento Hong Kong :)
Grazie per questa ricetta, il bulgur non l'ho mai cucinato ma penso che proverò. Mi sembra sana, buona e non troppo difficile. Grazie ancora e buon anno se non ci leggiamo prima. Sara M.
Amo i piatti un po esotici!
Non vedo l´ora di provare la ricetta.
Tanti saluti da Silandro Val Venosta, Gina
Una ricetta interessante...però sicuramente buona!:)
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