02 giugno 2010

Respira

Fuori dell’ospedale c’era la neve. Tanta neve. E non so neanche se potrei chiamarlo ospedale. Un centro per la cura dell’asma infantile è un ospedale? Che mica sembrano malati, sempre che non stiano male. O meglio sempre che non siano in preda ad una crisi.
Ci siamo arrampicati fin lassù, ennesimo tentativo dopo aver provato un po’ di tutto. Siamo saliti lungo la valle che il Piave mangia in questa terra. Pian piano lo abbiamo accompagnato nel suo scendere verso il mare, salendo invece noi, a volte a sinistra a volte a destra. Ponte alle Alpi, Longarone, “povera Longaron”, e povero anche Castellavazzo, e poi tutti i paesi che alla fine hanno attaccato al nome “di Cadore”: Ospitale, Pieve, Calalzo, Domegge, Lozzo, Vigo e poi ad Auronzo ci siam separati dal fiume.

Quando Matti mi ha chiesto se gli avrebbero fatto le stesse cose di sempre, ho detto si, e lui mi ha chiesto se fossi sicuro che andavamo in un ospedale e non a sciare. La neve tornava a cadere sopra ai cumuli che lungo la strada si andavano ingrandendo. Con dieci tornanti abbiamo fatto cinquecento metri di dislivello, e siamo apparsi nella valle di Misurina, bianca sotto un cielo basso e grigio. Qualcuno mi aveva detto, prima del lago, ma visto che il lago era sotto la neve, e l’ospedale (sempre che lo si possa chiamare così), tutto sembra tranne che un ospedale, mi son ritrovato alla fine del paese prima che me ne rendessi conto. E si che Misurina a me diceva qualcosa, un vago ronzio nella testa che mi punzecchiava sottile. Ma che la montagna non mi punzecchi è cosa rara e così mi son lasciato concentrare da tutto quello che avevamo da fare, da quello che il medico diceva, dalle domande, dalle spiegazioni e dalla “tesi di laurea” che alla fine ci siam ritrovati tra le mani e il cui titolo era “Terapia antiasmatica per Spaccabal” in effetti non c’era scritto Spaccabal ma ci sarebbe stato alla grande.

E non so, se fosse stata l’aria frizzante di Misurina, o lo stato di ansia che ci stava abbandonando per una tranquillità ritrovata, o magari solo perché erano le una passate; che ci siam detti: “Bé io c’avrei fame!” Qualcuno ha detto “Tanta !” qualcun altro “Di più” e siam scesi a Dobbiaco. Che mica poi è così distante. Basta prendere la strada che passa a fianco e sotto alle Tre Cime di Lavaredo, ecco cosa mi ronzava.
A Dobbiaco o meglio arrampicato su di una collina laterale in località Gandelle (o Kandellen in indigeno) c’è una locanda con osteria che si chiama

SEITERHOF


gestita dai coniugi Sieglinde e Herbert Kamelger. Al telefono è lei che mi da indicazioni per ritrovarli arrampicati come sono. Il locale è tipico accogliente, di quelli che ti metti un po’ sbracato e di traverso sulla sedia come faresti a casa tua.


Salgo fin qui per mangiare il Graukaese il “Formaggio Grigio”, il nome deriva dalla muffa che lo ricopre di una colorazione grigio-verde, la quale conferisce il tipico sapore. Dieci settimane di maturazione in malga, scoperto per caso in tempi in cui non si buttava via nulla, viene prodotto lasciando semplicemente inacidire del latte vaccino magro, senza far uso di caglio. Ne deriva una massa granulosa, pressata in pani sulla cui parte esterna durante la stagionatura compare la muffa tipica. Si presenta con una pasta marmorizzata, con nocciolo interno bianco-gesso che, a seconda del grado di maturazione, può diventare giallo e untuoso.
Ha un sapore amarognolo ed un aroma molto intenso; risulta un pò secco al palato e per questo motivo viene generalmente condito con aceto, olio ed erbe aromatiche, sale e pepe a piacere. L’ho mangiato come la tradizione vuole condito assieme a fette di cipolla bianca e alla tipica pagnotta di segale della Pusteria. Senza spaventarmi dell’olio visto che in questo formaggio la materia grassa sul residuo secco non supera il due per cento.
Ottime le tagliatelle di Matti irrinunciabili i ravioloni ripieni, scomparsi prima della foto, e grandioso l’agnello, spettacolari i pani, bella la carta dei vini.


E poi s’è addormito


Seiterhof
Località Kandellen,7
Dobbiaco
Tel 0474 979114
Prezzi tra 30-35€ (esl. Vini)

Solo per la vostra curiosità l'edificio al centro di questa foto è il famoso ospedale. Secondo voi lo si può chiamare "ospedale" ?

16 commenti:

deny ha detto...

Caro Max, anch'io ho un nipote che ha sofferto di asma, ma piano, piano con il crescere, sta migliorando!!!E' un patimento per voi genitori, lo so benissimo, ogni respiro fatto così, così è una sofferenza. Matteo è un bimbo bellissimo,robusto e dolcissimo!!!Vedrete che piano piano passa, ci vuole tanta forza!!!!Un abbraccio a tutti e tre dalla zia deny

Loste ha detto...

Grazie zia @Deny anche da parte di Matti. Speriamo intanto teniamo botta :)
Marco non Max ma va bene uguale ;)

Glu.fri ha detto...

Che tenerezza i bambini che si addormentano in macchina...! In bocca al lupo.
Ah qui si fa andinismo...se volete approfondire, sta iniziando l'inverno...

Mia ha detto...

Buonasera Marco,
ho un alunno che soffre d'asma e mi colpisce il suo essere un ometto, ha otto anni ma forse ne ha ottanta per quella serietà che mette nel gesto di posare ogni mattina il ventolin nel cassetto della mia cattedra così che io possa averlo a portata di mano alla bisogna.Un sorriso a te e,se me lo permetti,una carezza sul viso a Matti.

Ely ha detto...

ma io in quell'albergo.. almeno 30 anni fà , io avevo circa 10 anni, era un albergo, ci ho fatto delle vacanze bellissime... mi ricordo ancora la sala da pranzo e i salotti con dei bellissimi ed elegantissimi divani rossi... o mamma mia che meraviglia che l'hanno trasformato in un "ospedale" immagino la gioia degli ammalati a trovarsi in un posto incantevole come quello.....bellissima la foto del tuo ometto completamente tra le braccia di Morfeo....

enza ha detto...

fluspiral a palla, broncovaleas come se piovesse e poi day hospital visite, adesso anche il rinowash...e son figlie di medici, per di più.
che poi chi va con lo zoppo impara anche a zoppicare et voilà anche la mamma, stasera questa dannatissima tosse stizzosa e se respiri fischi che manco un arbitro.
oh se la conosco Marco, se trovi la formula magica per Matti/spaccaball cosa che ti/gli/vi auguro non scordarti di passarla che qui al piano si sta nei casini.

Loste ha detto...

Eh si @Mimì diventano ometti la mattina e la sera si spruzzano da soli, si sciacquano la bocca e se fischiano vengono a dirti "mi sa che ho il fischio" ... ma se debbono giocare fuori all'aperto arrivano a sera senza fiato, per la "gioia" delle mamme :))

Ma dai @Ely ! Mi sa che l'ingresso e alcune sale al piano terra non siano proprio cambiate mentri i piani sopra sono moderni ambulatori e camere immagino. Ora è diventato il: "Centro di Diagnosi, Cura e Riabilitazione dell'Asma Infantile" ... grazie

Mi pare una fotocopia del nostro armadio dei medinali @Enza :))) quando la troviamo fischio. Intanto io dico che lo spirito non deve essere mai sottomesso alla malattia. Combattere senza dargli troppa importanza :)

Loste ha detto...

Si fan tenerezza @Glu.fri voglio molto approfondire sull'Andinismo tre anni fa sarei dovuto partire per un trek intorno al Cerro Torre, poi il lavoro ha avuto il sopravvento. E' la nostra meta: mia e del mio gigante fra qualche anno. Stiamo decidendo se a piedi o in Mtb. Se hai qualche dritta sono tutto occhi :))

Ornella ha detto...

Ciao Marco, quanti aerosol, quanta ansia, quante notti in bianco...li ho rivissuti nel tuo racconto, come immagino tantissimi altri genitori che lo hanno letto. Alberto, mio figlio, è guarito dopo aver compiuto dodici anni e per parecchio tempo dopo ho vissuto come in un sogno, avevo paura di risvegliarmi e di risentire quell'orrenda tosse, quel sibilo..invece eccolo “quasi adulto” ed in perfetta forma! Succederà anche a Matteo, il mio augurio che sia il più presto possibile! Un caro saluto

Alem ha detto...

e quello sarebbe il "non-ospedale" ?
meraviglioso, se si può dire!!!

Iaia ha detto...

E' vero, non sembra proprio un ospedale, in compenso è l'asma ad essere proprio brutta. Per fortuna negli anni si impara a gestire il panico che a volte aggrava il sintomo vero e proprio. Un abbraccio al piccolo.
Sorvolando.
Sono patita per tutto ciò che è "pane", cos'è quella specie di schiacciata che sta vicino ai panini? Fa una gola.......

Loste ha detto...

E si @Ornella noi ancora notti in bianco a scambiarci per telefono (con me che vivo a Treviso) impressioni, ascultate di respiri e tante pacche sulle spalle ;) Speriamo che finisca !

Visto @Alem ! E' quello che dico io, adesso ci torniamo tra qualche settimana e gli faccio qualche bella foto :)))

Ah bé cara @Iaia, se ci metti anche il panico ... ciaooo !
Quella è lo Schüttelbrot un pane secco tipico dell'Alto Adige aromatizzato con coriandolo e finocchio. Fa parte della tipica merenda sudtirolese con tanto di speck. Io personalmente lo trovo troppo duro per darmi piacere, sicuramente si manteneva per mesi, quando questo serviva.

orié ha detto...

Ciao Loste,anch'io ho passato notti insonni con mia figlia in braccio,perchè mi pareva che in quella posizione almeno riuscisse a riposare un pò...e sperando sempre che fosse l'ultima notte di tosse.Ora ha quasi dodici anni non so come, non so quando, ma sembra tutto passato.Auguro a voi la stessa magia...ciao Oriè

Maurice ha detto...

Lo Schüttelbrot in Trentino diventa il segalino (da segale, la farina di base) che qui si usa secco, ma anche fresco farcito con speck e tutto il resto, per una merenda da sogno.
Il resto in privato, perché è molto privato, su FB.

marzia ha detto...

certo che non sembra proprio un ospedale...
auguri al tuo piccolo, che possa guarire e non debba continuare a combattere per tutta la vita con questa malattia!

Loste ha detto...

Grazie @Orié speriamo nella magia :)

Bé @Maurizio fresco è da goduria con uno speck buono e la morte sua e un bicchiere di rosso :) ! Letto e risposto.

Vero @Marzia ! no speriamo di no dai !