04 novembre 2009

Fuso 13 volte

Non che sia facile raccapezzarsi a volte. É come un "melange", è come quando impasti un dolce: è tutto lì sotto, a quel velo lucido di impasto giallo. Poi quando lo metti in forno sarà quello a tirar fuori la forma, il sapore finale. Ecco ha me manca il forno, per tirar fuori la forma, per il resto dentro la testa, l'impasto c'è tutto. Pensieri, voci sensazioni, parole, persone, odori, profumi. Ti sei mai svegliato in un posto credendo di essere altrove ? Chiedeva un amico tempo fa.
Io mi devo ancora addormentare, quindi figurati se riesco a svegliarmi in un posto diverso.

Ho bisogno di tornare alla normalità del mio mondo, dopo esser passato per 13 fusi orari. Dopo essermi divincolato in pranzi di lavoro e di cene, fatti di semplice frutta, o tentativi di pasta cinese, di pizze Hut non mangiate, di fried rice freddi e incollati, di noodles scivolati fuori dal cartone, portarti su da uno dei tanti fastfood di Kowloon. Di Sushi ghiacciato e wasabi che apre il cervello, quando vorresti qualcosa di caldo. Di shabu shabu bollente quando vorresti qualcosa di fresco. Di un club sandwich a luci spente perché la cucina dell'albergo chiude alle undici di sera e a Tokyo non sentono cazzi, a meno che non ti inginocchi a mani giunte e ti metti a piangere. Di Pepperoni pizza, di un'altra pizza all'apparenza meno dannosa, ma che nascondeva aglio in quantità industriale, sotto ad improbabili fette di bufala del new jersey. Di insalate a cui con chirurgico metodo ho sfilato tutti i pezzi di cipolla che sono riuscito a trovare. Di un tonno anche decentemente cucinato, nella downtown della grande mela, ma che poi poggiava su un letto di spinaci impestato da una ventina di spicchi di aglio fritti.
Potrei vendermi un rene per un filo di olio extra vergine su di un'insalata di semplice lattuga, rucola e pomodoro, invece di quella gelatina che si ostinano tutti a chiamare Italian dressing, che non mi spaventa Italian ma che dressing è una parola tanto grossa.

Ho bisogno di ritrovare i miei ritmi, i miei sapori, di mettere in forno, finalmente l'impasto che mi galleggi a in testa. E si che io sono uno che si integra con la cucina indigena, più che con gli indigeni, dei posti dove vado. Ma dopo tre settimane cominciano a traballarmi le convinzioni, i principi. Comincio ad avere dejà vù di sapori e visioni di cibo di casa. E si che mi integro così tanto che prima di partire per questo viaggio ho fatto:

La sbirraglia ma con i tonnarelli di farro




Ho disossato un pollo e ridotto la polpa a striscioline e a tocchettini. Con le ossa ho fatto un brodo aggiungendo carota, cipolla, sedano e un pezzetto di manzo. Fatto un trito con cipolla e pancetta piuttosto magra, e soffritto in olio evo. Lasciato rosolare fino ad imbiondire ho poi aggiunto le interiora di pollo ben lavate, fatte a tocchettini e la polpa di pollo, salato e pepato. Ho lasciato rosolare e insaporire a fuoco deciso, e poi ho sfumato con vino bianco che ho fatto evaporare bene e aggiunto alla fine un cucchiaio di salsa di pomodoro. Ho fatto cuocere a fuoco lento per una quarantina di minuti mettendo a posto di sale.

A questo punto la tradizione veneta vorrebbe che si tirasse un risotto molto fluido quasi una minestra, direttamente con questo ragù e con il suo brodo. Io ho cambiato le carte in tavola e pensando al risotto ho pensato ai risi e bisi e ....

Va bè mi sono fatto dei tonnarelli, o uno spaghetto alla chitarra, al farro. Il farro lo coltivano vicino a casa mia, qui dietro proprio, lì su quella collina. Ho preparato una sfoglia con 4 uova intere 200gr. di farina 0 e 200 gr.di farina di farro. L'ho tirata molto spessa e poi tagliata. Mentre mi dedicavo alla pasta o rosolato con poca cipolla e in un filo di olio dei piselli (congelati). Lessato la pasta, scolata a metà cottura e finita in padella con il ragù di pollo e i piselli, aggiungendo brodo fino a cottura terminata. Ho condito con un filo di olio e una grattata di parmigiano.



Se invece volete farci il risotto eccolo qua, tirato con il brodo di pollo e unica eccezione la presenza del pisello, altrimenti sarebbe il risotto alla sbirraglia di Trevigiana tradizione.



C'ho fame !!!!!!!!!!!!!

12 commenti:

Virò ha detto...

Sarebbe bastato quel "ha me manca il forno" con quell'acca che fa rabbrividire per capire quanto i fusi orari ti abbiano sconquassato!

Comunque consolati: l'aria straniera fa quest'effetto un po' a tutti...passato lo scambio culturale, appagata la curiosità, sopita la voglia di novità, il ritorno alle proprie radici fa sentire ricchissimi...

marzia ha detto...

mamma mia, che concentrato di porcherie!
dai, che prima o poi ritorni alla cucina di casa, pensa che bello mettersì lì a preparare anche solo un'insalata, dopo tutto quello che ci racconti

Loste ha detto...

Che vergogna @Virò :( ... per (o)rrori del genere non c'è fuso che tenga INGIUSTIFICABILE ... cmq sto tornando verso le mie radici ;)

Oppure uno spaghettino al pomodoro @Marzia, con un filo di olio a crudo e una spolverata di parmigiano :o

silvia ha detto...

la stessa cosa ho pensato. dev'essere proprio stanco. e per quanto a me piaccia immergermi in altre culture, sozzure, nature e cotture...tre settimane lontano da qui...dalla nebbiolina, dalla collina e dall'abitudinarietà...mi avrebbero fatto sballare più di un'acca. bentornante!

Caty2 ha detto...

già tanto racconti di te in questo blog, ma il giochino che ti propongo mi ha sfidato (e lo passo a te) a dire di me solo 10 piccoli pezzetti in pochissime parole. Se ti senti tentato fallo, ma ti seguirò anche se non lo fai. Sono spesso in sintonia con quello che scrivi. Un abbraccio Caty2

pinar ha detto...

dopo 3 settimane di quei "cibi" vacilla chiunque!

Mariù ha detto...

Immagini raccapriccianti quelle che descrivi.
Per uno che cucina così poi dev'essere ancora più dura.
Un bacione,
m.

Loste ha detto...

Vi dirò ragazze che più di tutti è stato duro reggere il confronto con il cibo dei "gringo" americani (terra mai stata metà del mio peregrinare) un condensato di obesità in forma primaria direttamente servita nel piattto... bentrovata @Silvia, magari lo farò @Caty2 e lo infilerò in mio prossimo post quindi continua a leggere. Capito @Pinar? Vacillo ma non cado ;) Dura si cara @Mariù ma come tutte le cose, finiscono nella valigia dell'esperienza insieme agli ingredienti che mi compero in giro per il mondo :))

Lefrancbuveur ha detto...

quella valigia è importantissima!

Loste ha detto...

Assolutamente @LFB importante e preziosa !

Ivana ha detto...

Che bel post! Sono stata in tutti quei postI in questi cinque minuti.
E che bel cibo!
E quanto nostalgia!
Un bel blues!

Antonella ha detto...

Si, in risposta a quel "Ti sei mai svegliato in un posto credendo di essere altrove ?".
Viaggiare dovrebbe essere un piacere, quando entri in confusione è proprio il caso di tornare a casa per cercare di receuperare un po' di quell'equilibrio perduto... con quel piatto è già presto che ritrovato :)