06 ottobre 2009

Strade non scontate

Che questa strada porti verso il mare, non è così scontato. Prende nella direzione sbagliata: invece di scendere, (per noi montanari l’andare verso la costa sarà sempre “scendere”), se ne va dalla parte opposta: verso le montagne.
E appunto sale e non scende. Si arrampica verso le colline dietro Cabernardi. Mi scorre davanti mentre me ne sto seduto accanto a lui, gli occhi incollati fuori dal finestrino, sulla campagna di una fine estate, che passa silenziosa. Aspetto la vista del mare, annunciatomi mentre salivo in auto con lui. La vista di una spiaggia che, nell’immaginario di bimbo, è colorata di ombrelloni, di secchielli e di formine.

La Vecchia renault dieci arranca decisa. Una nuvola di polvere leggera ci insegue, la strada sterrata si sta riasciugando dopo la pioggia di ieri. Poi la salita finisce, allungo il collo in avanti a cercare quel mare agognato. Lui se la ride soddisfatto, silenzioso, una foglia di basilico infilata sopra il suo orecchio destro. La strada scivola tra le “punte” delle colline, passa accanto al vecchio pozzo di Vallotica, e prima che si rituffi in una discesa, lui ferma l’auto. Si gira sul sedile, per affacciarsi dalla mia parte e mi dice “vedi?”.
Guardo il suo viso, abbronzato dal sole dell’orto dove passa i suoi pomeriggi di lettura, di parole crociate e di solitari sonnecchi. I sopraccigli folti e i capelli biondi che questo sole di settembre rende quasi trasparenti. La sua camicia a scacchi di cotone leggero, le sue mani nodose.
Seguo il suo sguardo, e lontano, oltre tutte le colline delle Marche, vedo un’enorme striscia di azzurro, un tratto “grasso” di pastello, che si stacca dal marrone della costa e dal celeste del cielo: il mare.
Il mare senza le onde, senza il vociare dei bagnanti, il mare senza la spiaggia che scotta, senza gli ombrelloni, i secchielli, le formine. E senza le navi, che da quassù a quasi quaranta chilometri, non vedrò mai.

Lo guardo un ultima volta, mentre scompare dietro agli alberi di questa strada che ci porta al mercato. Andiamo a comprare il pesce, che è la cosa più naturale se sei al mare. Anche se lontano.

Il pesce, per lui, è stato sempre un pesce di fiera, di mercato, comprato già cotto in posti che solo lui sapeva. Gli spiedini arrosto di San Lorenzo, la frittura di Pergola, i sardoncini scottadito di chissà dove. Pesce che appariva a contorno dei suoi immancabili piatti di pasta "affogati" di cipolla e parmigiano. Un pesce anche mangiato freddo o appena riscaldato sulla stufa da mia nonna, o da mia zia. In un contradittorio infinito su come doveva essere, scaldato, servito, mangiato. Fino all’ultima lisca fino all’ultimo anello di totano. Per ritrovarlo arrabbiato e musone, quando poi scopriva, che qualcuno aveva buttato l’ultimo avanzo, ormai vecchio di giorni. Un pesce tutto suo, solo per lui, che non avrebbe mai concepito, forse, la mia:

Insalata tiepida di mare e carciofi sott'olio



Per 4 persone
Il giorno prima cuocio al vapore, aromatizzo l'acqua con qualche grano di pepe e un rametto di rosmarino, 16 cuori di carciofo teneressimi, che lascio belli croccanti. Li asciugo e li condisco con olio, sale, rosmarino e aglio a pezzetti (che poi eliminerò). Li lascio riposare in frigo per tutta una giornata.

Il giorno dopo rimedio: 8 calamari piccoli, 8 mazzancolle belle grandi, due piccoli merluzzetti e due gallinelle. Pulisco il pesce e lo cuocio al vapore separatamente, con acqua aromatizzata con succo di limone, buccia di limone grattugiata e un paio di rametti di finocchio selvatico. Preparo una salamoia di olio, sale, pepe e finocchietto selvatico.

Impiatto il pesce tiepido e i carciofi tirati fuori dal frigo almeno un paio d'ore prima.




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12 commenti:

Saretta ha detto...

Bel racconto e gran bel piatto, mi commuovo ogni volta accidenti...

Unknown ha detto...

Che meraviglia di piatto...e di racconto! Sempre complimentissimi di cuore!

Loste ha detto...

Cosa ti commuove @Saretta ? Grazie comunque ! ;)

Grazie anche a te @Alessandra

Virò ha detto...

Inusuale per me l'accostamento del pesce con i carciofi...li ho sempre abbinati a speck, pancetta, carni bianche...in realtà mi attrae e lo proverò.

P.s. Bella l'immagine di questo nonno dalle mani nodose ed appassionato di parole crociate: infonde pace...

Loste ha detto...

Non era un nonno @Virò ... era uno zio. Un fantastico zio !

Marco Fraschetti ha detto...

Si gira sul sedile, per affacciarsi dalla mia parte e mi dice “vedi?....avrei aggiunto (tutto questo un giorno sarà tuo)
voto a questo mio commento...direi un 6-

silvia ha detto...

mi inchino alla cottura a vapore separata con acqua arromatizzata. e chiedo scusa per aver pensato male quando ho letto carciofini sott'olio. ps posso usare anche quelli surgelati?
questo piatto è da applauso.

Loste ha detto...

evito di dare giudizi ai commenti @Marco ... figurati i voti !

@Silvia no. Ti verrebbe uno schifo di pappetta immonda. Allora è meglio un buon carciofini sottolio già confezionato. Ma se te li fai da sola scoprirari che non è complicato. ;)

Iaia ha detto...

Sana invidia per tutti coloro che hanno parenti rimasti nel cuore. A quanto leggo tu, tra nonni e zii, hai di che scegliere anche nei ricordi.Saluti e buon fine settimana.

Anonimo ha detto...

Bellissime descrizioni, come sempre..e come non posso amare questo post considerando che descrivi alla perfezione le strade della mia infanzia ed adolescienza..
Mia nonna materna è di Montesecco..una frazione di Pergola..che bei posti..

Loste ha detto...

Aaah Montesecco !! Ci arrampichiamo lassù in bicicletta qualche volta, per saltare una valle e passare verso Cabernardi o viceversa :)

Carolina Andrade ha detto...

Ola. Queria dizer que me encantei com as fotos do seu blog. Parabéns, lugares incríveis, comidas fascinantes. Sou neta de italiana e tem um café com o nome de nossa família em Milão chamado Biffi. Beijo enorme