01 dicembre 2008

Rimediare un rimedio

Il dolore che prima era forte, ora è insopportabile. Grossi lacrimoni mi scendono lungo le guance e vanno a bagnare i pantaloni del pigiama. Il caldo del camino, di fronte al quale sono seduto, ha peggiorato le cose. Le mani sono rosse e gonfie e mi dolgono talmente tanto, che non so più come metterle. Non riesco a far pena a nessuno, nessuno mi consola, mi hanno rinfilato il pigiama e mi hanno messo qui. Forse ho tirato troppo la corda.

Ho iniziato a piagnucolare verso le sette, appena sveglio. Giusto il tempo di accorgermi che fuori: l'orto, la strada, il giardino tutto era diventato bianco. I suoni ovattati, il fruscio della neve che cade. Ho iniziato una cantilena monotona e fastidiosa "voglio andare fuori, voglio andare fuori..." Mi hanno tenuto in casa con varie scuse, la colazione: lenta, la ricerca di vestiti adatti: introvabili, l'attesa che sbucasse un filo di sole: improbabile. Fuori è continuato a nevicare. Fiocchi piccoli e ghiacciati, che a volte folate di tramontana fanno scendere quasi orizzontali. Le stesse folate hanno creato delle onde che si formano quando il vento trova qualche ostacolo: muri, recinzioni, alberi. Rafne.
Alla fine hanno desistito anche loro: mia madre e mia zia, hanno abbandonato ogni tentativo di tenermi in casa e hanno iniziato a vestirmi. Un secondo paio di calzettoni color panna di lana spessa, che mia nonna ha fatto a mano, e in cui sono stati infilati con cura i pantaloni di velluto a coste grandi. Maglia, maglione e cappotto. Un ridicolo cappello stile coppola ma con i paraorecchie di lana, che nessuno oserebbe indossare, a meno fuori non nevichi. I guanti, anch'essi di lana, sono stati raddoppiati con un paio di guanti rosa di gomma che mia zia usa per lavare i piatti. Il tutto mi ha fatto sembrare abbastanza ridicolo, considerati anche gli stivali di gomma verde. Nessuno dei due miei fratelli mi ha seguito, hanno preferito restarsene in casa, i visi affacciati in due oblò ricavati dalla condensa dei vetri.

Di fuori il freddo ha morso subito in faccia, ma non ho desistito, nello spazio tra casa e orto, sotto lo sguardo del poco pubblico osservante, ho fatto finta di divertirmi. Ho tirato palle di neve ad un invisibile nemico. Ho corso sulla distesa immacolata di neve, lasciando il segno del mio passaggio. Ho abbozzato un pupazzo senza che le sembianze apparissero. Ho sentito il loro sguardo su di me, qualcosa del tipo: vediamo quanto resiste. C'ho provato, ho cercato di resistere più che potevo, nonostante la neve ghiacciata infilatasi negli stivali. Nonostante la neve ghiacciata infilatasi nei guanti. Ho resistito fino al primo richiamo di mia madre poi sono tornato in casa. Quando mi hanno spogliato ho cominciato a sentire quel dolore alle mani, come se migliaia di spilli mi si fossero infilati sulla punta delle dita, sotto le unghie. Il caldo del camino poi ha peggiorato le cose e ora ai lacrimoni, si sono sostituiti singhiozzi che mi scuotono le spalle. Ho incrociato sguardi di commiserazione, sguardi del tipo: ti sta bene. Ho nascosto il viso in quelle mani, vergognadomi di quel dolore che mi fa sembrare più piccolo dei miei fratelli.

Poi ho sentito la sua mano, una carezza leggera. Mi ha preso per un braccio attenta a non toccarmi le mani, mi ha trascinato in cucina. Mi ha portato verso il lavandino e mi ha messo le mani in una bacinella d'acqua tiepida. Il sollievo mi ha fatto ritornare il respiro, con il palmo di una mano ha asciugato le tracce dei lacrimoni sulla guancia. Mi guardato, e poi è tornata a trafficare alle mie spalle, intorno ai fornelli. Piano, piano, ho ricominciato a muovere le dita, a stringerle a pugno. Nel lavandino la bacinella dove immergo le mani, di fianco un'altra bacinella, dove galleggiano ceci ammollati e sotto un pezzo enorme di stoccafisso. I segni di questa vigilia sono tutti qui: i ceci, lo stoccafisso e le mie mani gelate.

Non credo che mia nonna avrebbe apprezzato una reinterpretazione di questo piatto, la vigilia è stata sempre zuppa di ceci e baccalà al forno. Metterli insieme ? Metterli insieme in:

Caramelle di baccalà con crema di ceci e ristretto di guancia



Per le caramelle:
se non volete utilizzare (e bagnare) uno stoccafisso, rimediate del baccalà. Ne servono circa 400 gr. per preparare diverse caramelle. Io l'ho cotto in forno con olio evo e aglio per una trentina di minuti a 140°. Poi ho portato a bollore un litro di latte, fatto a pezzi il baccalà e lasciato sobbollire per una quarantina di minuti. Scolatelo, spinatelo e poi passatelo al mixer, condite con sale se serve e mantecate con olio buono. Preparate la sfoglia e poi preparate le caramelle.

Per la crema di ceci
Ammollate 250 grammi di ceci per un giorno intero, cambiate l'acqua dopo dodici ore. Preparate un soffritto di olio evo, aglio e rosmarino, soffriggeteci i ceci e poi aggiungete l'acqua di ammollo. Salate e lasciate sobbollire finché non risulteranno cotti, un paio d'ore, ma qui il tempo dipende... Una volta cotti passateli al passaverdura allungate con il brodo fino ad ottenere una consistenza cremosa, correggete di sale e pepe.

Per il fondo
in una pentola versate un po' di olio e fate soffriggere una carota e uno scalogno a pezzi abbastanza grandi. Aggiungete la guancia tagliata a pezzetti, qualche punta di rosmarino, un cucchiaino di concentrato e lasciate rosolare bene, sfumate con del vino bianco e lasciate evaporare. Aggiungete dell'acqua e lasciate sobbollire per un tre ore. Filtrate il fondo, freddate e sgrassate. Riportate a bollore lasciandolo ridurre ad un terzo.

Lessate le caramelle, scolatele al dente e saltate in una padella con un cucchiaio di fondo, servite con la salsa di ceci e ancora fondo, guarnite con del rosmarino fritto.



Il fondo di guancia non è ammesso nella tradizione della vigilia... ma fate un po' voi.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

i bei tempi in cui facevo così anch'io... cioè volevo correre fuori quando nevicava ed ero tanto felice nel sentire i suoni ovattati prima ancora di aprire le persiane di casa...

Lory ha detto...

Io ricordo l'austerity anni 70 l'immensa strada a lato di casa mia assolutamente sgombra di macchine , io e la mia amichetta Mariangela camminavamo esattamente al centro per recarci nella chiesa vicina per la messa domenicale ,riposta ai lati del marciapiede la neve ,tanta neve ,difronte a noi un sole fortissimo offuscato dalla nebbia ..Quasi 40 anni e l'immagine è ancora viva!
Davanti a questo piatto da lacrima avrei fatto proprio come Matti ;-)

Sabrina Rossi ha detto...

Belli i tuoi racconti come le ricette elaborate.
Tornerò a visitare spesso il tuo blog.
Ciao

Fra ha detto...

Forse la tua nonna non avrebbe gradito questa nuova commistione, ma io lo trovo un piatto straordinario legato a un ricordo dolcissimo, nonstante il dolore alle mani
Un abbraccio
Fra

Loste ha detto...

E si @Marzia la neve la riconosci prima di uscire dal letto ... tutti i rumori sono diversi !

C'è in ogni bambino un ricordo della neve @Lory, il piatto non era male

Bene @Sabrina benvenuta !

No mia nonna non avrebbe capito @Fra ma forse avrebbe apprezzato ;)

Giovanna ha detto...

anche stavolta il tuo racconto mi ha lasciata beata. Il piatto racchiude due degli alimenti che più adoro. Fantastico

Anonimo ha detto...

...questo è il progresso,l'innovazione,lo sviluppo da perseguire. Ho deciso! Quest'anno vigilia laica,vista la presenza del guanciale peccaminoso,(sempre meno aristocratico e opulento di sfarzosi prodotti ittici a norma per la nascita del Bambinello),a casa tua!!! Io porto la brustenga e sarò più buono...,in moderato silenzio,senza urlare!!!

Anonimo ha detto...

il baccala non lo leghi con un po di formaggio?
saluti...su con il morale!!!
con simpatia
www.chefmarco.splinder.com

Anonimo ha detto...

Dunque dunque.... mi intrufolo nei commenti... Ho avuto una brutta giornata (davvero, problemi al lavoro, un colloquio telefonico con un'azienda assolutamente anelata che temo abbia dato uno scarso risultato, Madrid inondata da una pioggia inusuale e stretta da un freddo polare, il pensiero di una cena solitaria...), fino a che, in un'ora di pausa forzata (causa morte improvvisa del lotus e degli excell condivisi), mi sono piazzata sul tuo blog, che avevo notato qualche settimana fa, cercando una non precisata coda di rospo.
Grazie per le tue ricette e per i tuoi racconti, mi hanno rincuorato molto...e mi hanno pure migliorato la cena (e che dovevo fare,mi sono sentita obbligata a invitare i colleghi spagnoli per una bella carbonara a casa!!)... Scrivi bene, chiaro, conciso, pulito, semplice e mi ricordi le atmosfere di casa mia.
Bel blog, complimenti!
Un saluto,

CINZIA

Loste ha detto...

Contento della tua beatitudine @Gio grazie per il complimento

Caro @Smilzo le feste comandate ci obbligano ai parenti ma ... si potrebbe anche organizzare qualcosa.

No @Marco non metto formaggio. Ma guarda che con il morale sono su :)))

@Ciboullette ... concentrati di più ;)

Benvenuta @Cinzia ... a presto

Loste

Robiciattola ha detto...

Ciaooo!
Una volta, tempo fa, hai commentato il mio Blog su Uno e Bino, a Roma.

Questa ricetta mi piace un sacco, ma ste caramelle, come le faccio???

dai dai, dimmi pure.

Rob