24 settembre 2008

Non te la toglierà nessuno

Ha infilato un tozzo di pane secco nel suo bicchiere, ci ha versato sopra due dita di vino e altrettante di acqua, poi è tornata a concentrarsi sul suo piatto.
La cucina è piccola, disadorna, vecchia di un vecchio senza storia, anonimo e dozzinale. Sulla credenza una sveglia rumoreggia, scandendo i secondi che passano, ad ogni secondo la testa di una gallina, disegnata sul quadrante, si piega in un finto beccare. Una piccola prole di pulcini, la guarda immobile, in una sorpresa infinita, fare quel gesto inutile. Dalla sala giunge silenzioso lo sfregare di penna, cadenzato dal tempo di leggere la definizione successiva, lui sta finendo l’ultimo giro di parole crociate. Quando la sua pasta avrà finito di riempire la stanza di vapore, e sarà, condita con il sugo di ieri, pronta sul piatto, si alzerà e verrà a sedersi qui a tavola vicino a me. Nessuno parlerà e il richiamo che lo ha staccato dal suo passatempo, aleggerà nell’aria calda, rotto solo dal suo sbuffare. Affetterà un’ intera cipolla sulla pasta, sorridendo soddisfatto del senso di ripugnanza che vedrà trasparire sul mio volto. Prenderà con il cucchiaino blu di plastica, inseparabile cimelio di quello che resta di una sconosciuta formaggiera, un poco di parmigiano grattugiato che completerà quel rito giornaliero del suo desinare. Poi veloce infilzerà tanti rigatoni quanti ne potrà contenere la forchetta, e ingoierà senza respiro, costringendo il suo diaframma a contrazioni che gli faranno emettere rumorosi singhiozzi. Solo allora lei alzerà gli occhi dal suo piatto a rimproverare un figlio settantenne della sua incompostezza. Ma per ora siamo ancora soli.

Il cucchiaio si muove lento nel piatto, fa un giro in senso orario, poi raccoglie un poco di zuppa, e la porta verso la bocca. Lì quattro denti, ultimi testimoni dei fasti passati, fanno bella mostra per il suo personale orgoglio; e il solo modo di mangiare il pane, allora, resta quello di bagnarlo in una sorta di panzanella scondita. Il cucchiaio torna nel piatto, gira, raccoglie, risale. La mano sinistra tiene tra le dita il tozzo di pane imbevuto di acqua e vino. Il cucchiaio torna nel piatto, gira, raccoglie, risale. Ogni due cucchiai , addenta il tozzo di pane, lateralmente a sfruttare la posizione dei denti rimasti. La vedo succhiare, silenziosa e compita, godere piacevolmente di quel poco tanto atteso.
Continuerà in questa lenta sequenza, fino alla fine, misurando le cucchiaiate in proporzione al tozzo di pane, e lasciando che l’ultimo boccone di pane suggelli anche la fine del piatto. Alzerà la testa, si pulirà la bocca con il tovagliolo, estrarrà dalla manica sinistra il suo inseparabile fazzoletto, si soffierà il naso, rinfilerà il fazzoletto nella manica e si appoggerà alla sedia soddisfatta. Osserverà il mucchio di scorze di mela che giaceranno nel piatto del figlio, goloso di quei frutti piccoli e rachitici che crescono nel campo vicino casa.
Sarà allora che comincerà a raccontare: citerà i piatti della festa: i cappelletti in brodo, i passatelli, le lasagne, ne decanterà i sapori, il gusto, il profondo piacere che danno al palato. Racconterà le ricette, di come a suoi tempi gli ingredienti fossero diversi, più grasso, la gallina, l'anatra, le rigaglie. Ne percepirà il profumo, e la vedrò socchiudere gli occhi in cerca dei sapori persi nella sua memoria secolare. Poi, ad un certo punto lascerà sospesa la frase, come se quella tavola imbandita, apparsa per incanto lì sul tavolo, vibrasse nella distorsione elettrica del suo ologramma mentale. E quindi, come in un gioco di prestigio scomparirà tutto, quando soddisfatta e sazia esclamerà: "Però non toglietemi 'na zuppa di lenticchie !"
Ma per ora siamo ancora soli. Il cucchiaio torna nel piatto, gira, raccoglie, risale.

La zuppa di lenticchie e borlotti



Per 4 persone
Fate bollire 120 gr di borlotti freschi, o secchi precedentemente ammollati, per circa 45 minuti o finché non risultino cotti ma "al dente", allo stesso modo fate bollire 250gr di lenticchia di Castelluccio di Norcia, per circa 30 minuti, non occorre ammollarla precedentemente. A parte preparate un soffritto con olio evo buono, con due spicchi di aglio interi, un trito di basilico e del peperoncino fresco privato dei semi e fatto a julienne. Fate andare il soffritto a fuoco lento e quando l'aglio ha preso colore tuffateci qualche pomodorino piccadilly, privato di semi e bucce. Fate andare per qualche minuto e salate, ora incorporate i fagioli e la lenticchia, con parte della propria acqua a seconda di quanto vi piaccia più o meno densa questa zuppa. Lasciate riprendere bollore e spegnete.
Potete servire con pane "bruscato" sfregato di aglio fresco. Oppure potete tuffarci un 120 grammi di pasta tipo ditalini due minuti prima di spegnere e lasciare per 20 minuti a riposo a finire la cottura. Oppure potete mangiarla così con un filo d'olio e ancora basilico. 
Fate come più vi piace ma non fatevi mai mancare una zuppa di lenticchie.

18 commenti:

Stefania - Food for the Soul ha detto...

oh ma bella 'sta ricettina! E come al solito, bellissimo il racconto che prepara la scoperta!
Le zuppe sono quasi l'unico motivo per cui non detesto totalmente l'inverno e il freddo!
Ste -la cuoca mangiona-

JAJO ha detto...

Marcooooo, la sveglia con la gallina razzolante e i pulcini l'aveva mio nonno (ed è ancora "clicchettante" sul mobile del bagno, ma è made in China :-/), che era anche un divoratore di libri e parole crociate, oltre che di pietanze ustionanti per qualunque altro essere vivente: per l'ennesima volta hai fatto rivivere davanti a me una scena familiare vissuta mille volte (solo che mio nonno non metteva cipolla ma beveva aranciata e vino...).
Certo è che una zuppa di lenticchie l'avrebbe "ingoiata" rovente con il classico "risucchio" che sembra essere una componente genetica che manifestano tutti quelli che passano i 65 anni :-D
Non hai idea di quanto abbia voglia di inaugurare la fagioliera di coccio con una bella zuppa di legumi... mi sa proprio che stasera faccio il pane e tra un paio di giorni lo infilo nella fagioliera :-D

P.s.: ma che legame c'è tra il finire il primo piatto e soffiarsi immancabilmente il naso? Anche mio padre lo fa da anni.... hahahahaha

Stefania - Food for the Soul ha detto...

devono averne vendute a milioni, di quelle sveglie lì... :-)

Manuela e Silvia ha detto...

Noi adoriamo le zuppe, poi con questo freddo!
Buona uesta, con tutti questi legumi saporiti!
bacioni

Fra ha detto...

Hai il dono di rendere semplici ricette una pura poesia...complimenti, quando racconti mi emozioni sempre, davanti agli occhi mi compare il dipinto di ciò che leggo
Un abbraccio
Fra

cuochetta ha detto...

i tuoi racconti,
un tuffo al cuore come sempre...

mi ci perderei io nelle parole...
e affonderei il mio cucchiaio in questa minestra...
^__^
Anna

Anonimo ha detto...

adoro le lentichhie... ed i tuoi racconti, ma questo l'ho già scritto così tante volte

gep ha detto...

Magari ti interessa poco,
ma sul nostro blog c'è un premio virtuale per te....

Loste ha detto...

Vedi com'è il mondo @Ste io invece adoro autunno e inverno aldilà delle zuppe.

Aranciata e vino @Jajo ? Che miti sti nonni!!! La "mia" sveglia funziona ancora e sabato la fotografo. Non so che legame ci sia tra il finire di mangiare e il soffiare il naso, forse la temperatura dei piatti.

@Manu e Silvia baci anche a voi :)))

Grazie per i complimenti @Fra... mi piace che chi legge riesca a ricordare, immaginare e rivivere quello scrivo... ognuno con il suo immaginario ;)

Anche i vostri commenti ganno piacere sai @Cuochetta !

Si tante volte @Marzia, ma continua a farlo è nei vostri commenti che trovo la voglia di scrivere

Perché non dovrebbe interessarmi @Gep ? Adesso vengo di là ... Grazie mille comunque.

Loste

Stefania - Food for the Soul ha detto...

sono andata a riguardarmi gli ingredienti e in effetti c'è... E' anche il peperoncino, oltre alla temperatura, che fa sentire il bisogno di soffiarsi il naso :-)

JAJO ha detto...

Anche la "mia" sveglia funziona ancora: ha un ticchettio così forte che mi stupisco come facesse mio nonno a dormire visto che la teneva a 30 centimetri dal cuscino :-D
Eh...'sti nonni: io mi fermerei a vino e gazzosa hehehehehe

Loste ha detto...

E allora la soffiata di naso ci sta @Ste, è anche una questione di vecchiaia probabilmente.

Vino e gazzosa tutta la vita caro @Jajo :( non è che mi tolgono il diploma di sommelier no ? :)))))

Anonimo ha detto...

sul non farsi mancare mai una buona zuppa io sono stradaccordo ma come la mettiamo con la scomparsa della mega-foto in alto che purtroppo vedo sostituita da una sintesi grafica che...Aspetta..Aspetta.. ehh no!
..non ti farai influenzare anche tu spero, dagli esempi - aspiranti minimal -
che disastrosamente invadono e scolorano il nostro piccolo blog-mondo?

Loste ha detto...

Mmmmhhhh ... giammai ! Fatto

Anonimo ha detto...

Uahuu!!
grazie, mi hai tolto un pensiero.
Resistere, resistere, resistere !
w. loste

Günther ha detto...

complimenti per la zuppa di lenticchie, mim paice perchè oltre alle lenticchie hai messo i borlotti e il basilico sminuzzato, con questo freddo di primo autunno si sposa bene perfettamente

Saretta ha detto...

Buonissimissimaaaaaaa!Bella poi come il racconto che,come sempre, scada il cuore!

Mammamsterdam ha detto...

Quel gesto di mettere il pane secco nel bicchiere con acqua e vino l'ho come sentito nel DNA. Io sicuramente l'ho visto fare e visto mangiare, ma da chi? Dove? Quando?

Grazie per avermi regalato queste domande.