09 maggio 2008

Liber liber (primus)

Ordunque accade, anche, nella letteratura che la "moda", intesa come momento di tendenza, di popolarità, di andazzo o di costume, inteso come moda, visto che i precedenti ne sono sinonimi, accade dicevo, che anche in letteratura si abbiano di questi momenti. Momenti che a volte durano anni: la saga di Harry Potter ad esempio, momenti che riportano in luce scrittori e scritti di qui nessuno, o pochi, avevano sentito parlare. Se chiedete quando è stato scritto "Il signore degli anelli" molti vi risponderanno dopo il duemila e comunque successivamente alla famosa, e onestamente benfatta (caso raro), trilogia cinematografica. Pochi sanno che quel libro, anzi quei sei e non tre, libri, sono stati scritti tra il 1937 e il 1949, e che sono il seguito di un altro libro intitolato "Lo Hobbit" scritto e pubblicato nel 1937. Ma quasi nessuno sa che prima di dar vita alle avventure di Frodo, John R.R. Tolkien, ha creato il suo mondo addirittura dal "big bang" della terra di mezzo con "Il Silmarrillon" pubblicato postumo dal figlio dello scrittore.
Ma io non voglio parlare di Tolkien e di tutto quello che ne è seguito, anche se quando a metà degli anni '70 per procurarmi una copia de "Il signore degli anelli" dovetti chiedere ad un amico di Milano di trovarmela perché la distribuzione era limitatissima.
Oggi volevo accennare ad un'altro filone modaiol-letterario il romanzo storico-cattedralico, conio al momento tale definizione.

Tutto nasce, secondo me, con un romanzo di Follet "I pilastri della Terra" prosegue, cronologia di pubblicazione, con "La cattedrale del mare" e ritorna di nuovo su Ken Follet con "Mondo senza fine" che forse innervosito dalla presunzione di Falcones, autore del secondo libro, gli piazza lì un suo best seller, spezzagambe.
Mentre il primo è ambientato intorno al 1100, gli altri due sono ambientati intorno al 1320-1360, coincidenza ! Il filo conduttore di questi romanzi, magari ce ne sono altri: segnalatemeli gentilmente, dicevo che il filo conduttore è: la Sfiga, con la "S" maiuscola.
Dietro alla scena principale in cui il romanzo si svolge c'è sempre un edificio, o più, in costruzione, generalmente una cattedrale, anche perché a quei tempi erano gli edifici più importanti, e il personaggio è lì che interagisce più o meno direttamente con l'architettura del palazzo. Ma è la Sfiga che la fa da padrona, il personaggio principale vive sempre sull'orlo del precipizio che per quei tempi vuol dire rischiare la morte praticamente un giorno sì e l' atro pure. Normalmente nasce abbastanza sfigato, poi col tempo, se possibile, la sfiga gli si attacca ancora di più addosso, muoiono padri, perde il lavoro e deve emigrare, la peste uccide quasi tutti quelli che gli stanno attorno, a volte risolvendo anche questioni affettive un tantino delicate, generalmente, anche se a quel tempo si rischiava la scomunica, il personaggio è un "tombeur de femme" notevole, con tutte le conseguenze del caso che neanche ai giorni d'oggi ti capitano. Dopo un periodo di relativa sfiga, c'è la svolta: arriva la fortuna, insieme alla fortuna, tutta una serie di vendette, per riportare in equilibrio la sfiga delle prime 200 pagine. Con la fortuna arrivano anche colpi di culo non indifferenti, navi arrenate che risolvono battaglie, cardinali sorpresi fortunosamente in atteggiamenti poco consoni e via dicendo, la fortuna dura solitamente un 100/150 pagine. La parte finale del libro le ultime 100 sono dedicate all'epilogo, in questo senso la sfiga tende a riapparire, magari riequilibrando un pochino i pesi, ma non torna mai in maniera preponderante, anzi in una sorta di tregua, si divide il campo e le pagine con la fortuna, per arrivare insieme: sfiga e fortuna, ad una conclusione che renda il lettore soddisfatto stile: "va bé non è andata benissimo, ma neanche male come si era messa, un pareggio !".
Ecco: libri da pareggio.

13 commenti:

Morrigan ha detto...

Caro Loste, mi complimento poichè hai fatto una cronistoria concisa ma esauriente ed esatta della creazione del "legendarium" tolkieniano! Quante volte hai riletto ISDA? Quale edizione hai? Quella dell'Astrolabio, dove gli elfi erano stati tradotti gnomi? Tolkien (cito dalle Tolkien Faq del NG it.fan.scrittori.tolkien) "usa, in tutto "Il Signore degli Anelli", sclusivamente il termine "Elf" (plurale "Elves") per parlare degli Elfi. Tolkien ha effettivamente usato il termine "Gnomes" nei Racconti Perduti e Racconti Ritrovati come sinonimo di "Noldor", ma quando pubblico` "Il Signore degli Anelli" aveva gia` cambiato idea, e degli Gnomi non c'e`piu` traccia (tranne che in un passo dell'Appendice F, che pero` non fu pubblicato, e che e` contenuto nella "History of Middle Earth"). Diversa, ma analoga, la questione per quanto riguarda la traduzione italiana: quando Vicky Alliata di Villafranca tradusse "Il Signore degli Anelli" per la casa editrice Astrolabio-Ubaldini ("La Compagnia dell'Anello", primo e unico volume uscito per quella casa editrice, e` del 1967, dunque si puo` supporre che la traduzione sia antecedente di diversi mesi) uso` ovunque il termine "Gnomi" per tradurre l'inglese "Elves". Quirino Principe, nella sua opera di curatore dell'edizione Rusconi, fece sostituire "Gnomi" dal piu` corretto "Elfi". Nelle edizioni italiane fino ad oggi, tuttavia, ci sono un paio di punti in cui una svista dei correttori ha lasciato "Gnomi" e "gnomico"."
Ho anche letto Mondo senza fine e devo rileggere I pilastri della terra, ma concordo in pieno nella tua analisi di ciò che viene raccontato nel libro... e cribbio: solo i due piccioncini si salvano dalla peste! E con tutto quel che accade durante tutto il libro mi aspettavo che succedesse qualcosa di brutto alla "femminista" ante litteram. Mah? Concordo: libri da pareggio.
Scusa la prolissità! Se vuoi cancellare il commento non commenterò a posteriori.. capirò!
Ciao
^____^

Andrea Ferrigno ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Andrea Ferrigno ha detto...

Nel filone "cattedralico" inserirei "Notre Dame de Paris" di Hugo.
Hugo e Follet parlano della cattedrale in modo complementare: Follet si concentra sugli aspetti costruttivi, Hugo parla del concetto di architettura come arte totale e di come l'architettura totale sia stata uccisa dalla stampa (ok, ho letto "I pilastri" 1 mese fa e sto rileggendo adesso Notre dame, guardacaso ;) e in mezzo sono stato - sempre guardacaso - ad ammirare gli archi rampanti di Notre Dame)
La trama è importante in entrambi, però la trama di Hugo è strepitosa, sensazionale. Quella di Follet, come dici tu, segue il vecchio schema SFIGA!-fortuna-sfighetta-lietofine.
Insomma, pur avvisandoti dell'esistenza di alcuni capitoli descrittivi e noiosi, ti consiglio Notre Dame per arricchire le tue letture cattedraliche.

Loste ha detto...

Bè il commento è lungo, quasi un post :) Ma ci mancherebbe che lo cancello! Non ho la prima edizione del '67, con la traduzione sbagliata degli elfi, ma ho la seconda di Rusconi, in effetti avevo anche la prima con molti "gnomi" in giro, ma l'ho perduta fatalmente :( E quella che mi è rimasta è senza copertina a causa delle tre o quattro riletture mie e una di mio figlio.
In più, a corollario di questo mondo pre-cinematografico dopo non ho più comperato nulla, ho tutti i titoli pubblicati in Italia, compreso anche il "bestiario" pubblicato da Bompiani nel '79 http://www.soronel.it/P00024.html che anche se non ha mai entusiamato i puristi, resta il solo pubblicato in Italia (che io sappia) con alcune tavole a cui secondo me si è ispirato il regista per il film.
Loste

Loste ha detto...

@Renzo hai ragione, di Victor Hugo, anche se come dici tu alcuni passaggi sono duri, ho letto quasi tutto, e Notre Dame a parte la fama è bellissimo, e potrebbe essere stato la fonte di ispirzione di Follet.
Loste
piesse Ma l'uomo che ride ?!

Fra ha detto...

Ok aggiungo un piccolo contributo anch'io per il filone romanzo storico-cattedralico: Il memoriale del convento di Saramago. Meno inaffrontabile di Notre Dame (bellissimo ma la descrizione iniziale ha spesso scoraggiato molti lettori) e decisamente meglio scritto e costruito dei libri di follet. Io l'ho amato, i personaggi sono delineati splendidamente e la loro storia d'amore e amicizia è forse la più struggente e romantica che io abbia mai letto.
Un abbraccio
Fra

Loste ha detto...

E bé @Fra mettere Saramago e Follet vicini, è un pochino come ha fatto prima Renzo, citando Vittorio ;) fortino :)
Condivido il tuo commento su quel libro, in effetti ci sarebbero sette buoni motivi al giorno e sette di notte per considerarlo un grande libro ;) Anche se quello che più mi ha intrigato è stato "Cecità".
Loste

Anonimo ha detto...

"I pilastri della terra" è uno dei più brutti romanzi che abbia mai letto. Da lettrice di noir non disdegno la letteratura commerciale, ma che sia almeno ben fatta.

Loste ha detto...

Dai @Mara giù cattivi :)) così mi piaci !! Aggiungo che la prima edizione era piena di errori grammaticali del traduttore da far impallidire un compito di prima media :)))

Morrigan ha detto...

Caro Loste se hai la seconda edizione Rusconi, il bestiario e frequenti il sito di "Soronello" allora ti nomino tolkieniano d'ufficio e Proudneck* ad honorem! :-D

*Nomasi Proudneck componente del clan o smial romano della Tolkien Society che porta questo nome.
Per sapere di più http://www.proudneck.it/ e qui sì capirò se vorrai cancellare il commento usato per biechi scopi pubblicitari! ^___^
Ajò!

Anonimo ha detto...

Do il mio contributo al filone: Nel nome della rosa, anche questo medievale.
A proposito di sfiga, potresti fare anche un filone televisivo: ER Medici in prima linea, Lost, Sex abd City, tanto per citare i più famosi.

Anonimo ha detto...

i traduttori mettono giù errori qua e là... però follet è un ottimo esercizio di lettura in lingua originale, perchè le frasi sono scritte in modo semplice e, con una conoscenza media dell'inglese ed un buon dizionario per i termini che non si conoscono, la lettura scorre veloce.
...da leggere in momenti di relax, senza preoccuparsi della sfiga che regna sovrana e, perchè no, consolandosi perchè a quelli del libro ne capitano più che a me, quindi fondamentalmente me la passo bene ;-)))

Loste ha detto...

@Morrigan: non frequento il sito ma ho tutto il resto, non faccio mai arrivare le mie passioni agli estremismi :))

@eh caro Maurizio: secondo me quello è il più grande romanzo italiano, scritto in maniera impeccabile da un grande Uomo del nostro tempo. altro che promessi sposi a scuola !!!

@cara Marzia: anche io amo leggero Follet, dovrei tornare a farlo in lingua, la prima volta ero troppo fiacco di inglese, comunque piace anche a me, tranne che nel suo ultimo libro ;)

Loste