15 luglio 2007

Più presto del solito

I pescherecci di giorno dormono. Sonnecchiosi e tranquilli, cullati dallo sciabordio delle acque di porti e canali. Li guardi, e li senti appena respirare, sembran quei vecchi addormentati sulle sedie delle osterie.
La notte invece sembran delle balene, le bocche spalancate verso la terra a vomitar gente, bestemmie e casse di pesce. Poi a ingoiare lunghe reti da pesca, come maghi che s'infilano in gola fazzoletti annodati alle sagre paesane.
Ho chiesto alla Dany, la mia pesciarola, di portarmi con lei a comperare il pesce. A conoscere un mondo che vive in un tempo diverso dal nostro, un mondo che se ne va a casa dal lavoro, quando noi cominciamo ad alzarci per andarci.























Mancano una decina di minuti alle tre del mattino quando ci incontriamo al porto di Fano. Fa freddo, per essere estate. Il giorno prima ha fatto brutto, e qualche barca non rientrerà, tirerà anche il venerdì per tornarsene il sabato mattina. Ma quelle che fanno la "foravia" mi spiega un retaro che incontriamo, ci son quasi tutte. Son quelle che restano in mare due giorni, gli equipaggi quasi totalmente tunisini. Che questo è un altro mestiere che stiamo smettendo di fare. Gino il retaro, mi dice che sta aspettando l' "Alì", è il "suo" peschereccio. E' la barca per la quale fa da uomo di fiducia, ritira il pesce e lo porta al mercato. "L'Alì fa el binbon" mi spiega, "sta fora ventiquattòre". Quando chiedo perché si dica "binbon", mi lancia uno sguardo di traverso, una smorfia alla bocca, poi torna ad osservare l'ingresso del porto.


Quando l'Alì attracca son tutti lì a dirgli che è l'ultimo. Ma nessuno tanto meno l'equipaggio se la prende. Una trentina di cassette vengono sputate fuori velocemente e passate nel furgoncino del retaro. Mi volto e Gino è sparito. Incrocio lo sguardo della Dany. Caffè? Manca poco alle quattro. Un caffè nell'unico bar del porto, aperto a quell'ora. Un equipaggio, ha l'auto in panne e cerca aiuto per tornarsene a casa. Qualcuno tira fuori una corda, l'auto è in pendenza. Ma con l'aiuto di un paio di santi, compresi quelli del nordafrica, è fatta. Di nuovo verso il mercato, il giro dai grossisti , per il congelato e il particolare: ostriche, scampi giganti. Un paio di vaffa decisi per una cassetta di mazzancolle, che qualche giorno prima non era eccellente e una ventina di euro che non passan di mano. Carichiamo il furgone. E poi via dentro al mercato per l'asta, che mancano un paio di cassette di merluzzi e di pannocchie.
























Alle quattro e mezza si comincia. Le casse finiscono veloci sul nastro chi primo attracca per primo vende. Guardo l'orologio girare veloce, il prezzo è al ribasso, ogni manciata di secondi una cassetta è venduta. Il carico di un peschereccio, passa in quindici minuti. Gino mi spiega che il suo pesce è il più bello, i merluzzi "meravijosi e le canocchie vive". Saranno quelle che compriamo. Ma ci tocca aspettare la fine, l' Alì era ultimo. Le facce delle cinque del mattino, son stanche di sonno, il banditore si "incarta" su qualche cassetta, le urla degli operatori servono a tenere tutti svegli. Grossisti, pesciaroli e qualche, pochi, ristoratori. Alle cinque e mezza è tutto finito, aiuto a caricare le ultime casse poi ci salutiamo. La Dany mi allunga un sacchetto con quello che ci trovo dentro ci farò:

Insalata tiepida di mare in guazzetto di vongole


Prendete del pesce misto: calamari, seppia, mazzancolla, gallinella (testarola), scorfano, triglie, e vongole. Pulite il pesce sfilettandolo e con lische e teste fate un fumetto, lasciando sobbollire per una ventina di minuti in acqua, profumata con gambi di prezzemolo e carota. Filtrate il fumetto con un colino. In una padella fate rosolare uno spicchio di aglio e poi buttate le vongole, lasciatele aprire, a fuoco vivo per otto o dieci minuti. Filtrate il sughetto e tenete da parte. Nella stessa padella scaldate poco olio, uno spicchio di aglio, poi aggiungete un paio di mestoli di fumetto, mettete il pesce, nell'ordine descritto sopra e cuocete per pochissimi minuti. Servite aggiungendo un filo d'olio evo, prezzemolo tritato e impiattando con fette di pane abbrustolito che bagnerete con il fumetto rimasto.



9 commenti:

Chiara ha detto...

Che post stupendo...complimenti!
Abitando in una città di mare subisco ogni giorno il fascino dei pescherecci che rientrano..e presto (spero) convincerò uno di loro a portarmi in mare...è un'esperienza da provare!

Gloricetta ha detto...

Il tuo post ha evocato addirittura gli odori e i profumi del mare, del pesce fresco e infine di questa meraviglia di zuppetta che sembra baciata dall'alba! Glò

Anonimo ha detto...

sto affogandooooo!!! :-))) bellissima storia!

Anonimo ha detto...

Si capisce perché il pesce costa. Ringraziamo il Padreterno che ci ha regalato questa meraviglia.

Loste ha detto...

Eccomi qua.
@Chiara, a me lo hanno già proposto ma debbo rimediare un giorno di ferie per fare "el binbon" :)
@Glo, baciata dal tramonto ;)
@Adina, noooooo, grazie
@Maurizio, è proprio vero. Debbo dire che fatti i conti in tasta (e sai che son discreto in questo), c'è veramente da chiedersi per cosa lo facciano... tutta la filiera nessuno escluso.
Alla prossima
Loste

Cuoche dell'altro mondo ha detto...

Sono estasiata da questo post. Sei riuscito a trasmettere l'atmosfera meglio di un servizio televisivo. Splendide foto, ricetta da urlo ... irrealizzabile per me qui al nord, ma mi fa sognare. Complimenti. Alex

Risy ha detto...

Caro loste!
che meraviglia di racconto, se passerò in un futuro indefinito dalle tue parti ti chiederò "de mette na bona parola" con la tua amica pesciarola per farmi replicare questa esperienza! ti invidio assai...
attendo paziente e fiduciosa nel tuo fiuto da segugio la ricetta degli scampi imporchettati...
buon week end

Loste ha detto...

Grazie alex.
Risy quando vuoi per la pesciarola. Quegli scampi non risultano a nord del Monte Conero. Forse a sud sabato prossimo ho un appuntamento ;)
Loste

Anonimo ha detto...

Che bella la mia città vista da un'altra ottica.
Ti ho trovato x caso ma sarà una visita obligata d'ora in poi.
Ciao ciao