Le storie che non leggo
Scusa ma dové che c'è scritto "Giovannino"? A Matti non va giù che io invento le fiabe invece di leggerle. Succede così: ce ne andiamo in camera sua, lui sceglie un libro dallo scaffale: Il gatto con gli stivali. Ci sdraiamo sul suo letto, io appoggio il libro sul mio petto, il cuscino ripiegato sotto la nuca, lui si accoccola nella conca del mio avambraccio: Leggi questa papà. Le fiabe classiche mi stufano. E allora io invento:
"Giovannino era un bambino che viveva in un paese costruito a picco sul mare, la sua casa era in cima ad un vicoletto con una strada ripidissima. Il tetto della casa in basso faceva da appoggio alla casa di sopra e così su, su, lungo la ripida via della triglia secca. Era lì che abitava Giovannino con il suo babbo, un pescatore vecchio, basso e e magro, il viso squadrato dal tempo, gli occhi piccoli e i capelli bianchi e arruffati. La mattina per andare a scuola, Giovannino scendeva, lungo la via fino al molo, ma se non stava attento rischiava di ruzzolare giù dentro al mare, tanto quella strada era ripida".
Mamma ieri ha letto questo libro, e a me non mi pare che parlava del mare, dové scritta la parola "mare"? Ecco è questa. Lui si alza a sedere, infila il viso nella quinta di cartone che il grande libro illustrato forma sul mio petto, si volta e mi getto uno sguardo che sa di certezza e un poco di rabbia. Papà guarda che io so leggere! E lì c'è scritto "MAAA-IIIL-RE" Appunto mare. No papà lì, il libro parla del re e del gatto. Zitto mettiti giù e ascolta.
"Il papà di Giovannino partiva tutte le notti con la sua barchetta per andare a pescare.E la mattina prima di andare a scuola, Giovannino preparava una minestra per lui e per il suo babbo. In inverno a volte il freddo era talmente freddo, che la minestra si congelava nella pentola. A volte la minestra era così poca che bastava appena per il babbo, e allora Giovannino saltava la colazione e andava a scuola a stomaco vuoto."
Papà!? Si che c'è. Ma come fai a leggere con gli occhi chiusi? Eee...è facile se ti addestri bene ci riesci anche tu. Chiude gli occhi e gira la testa verso la stanza, poi di nuovo verso il libro: io non vedo niente. E' perché sei piccolo e non ti sei addestrato bene. A me mi sa che te la stai inventando questa storia. E va bene se dici così stai a guardare. Chiudo il libro, poi gli occhi e mi lascio cullare dal tepore del pomeriggio. Dalla finestra entra un raggio di sole bollente, che riflesso, dalla neve sul monte, è bianco e pieno di luce. I rumori arrivano ovattati e lontani: il cane del vicino gioca con al scodella del cibo, qualcuno pulisce una scopa sulla ringhiera del terrazzo della casa di fronte, il suono di una musica classica sale per le stanze della casa, qualcosa fa scricchiolare il tavolato del tetto, un paio di tortore chiassose si inseguono fin sopra al camino di casa. Verrebbe veramente voglia di lasciarsi addormentare, di perdersi in questi ultimi momenti a casa.
Allora papà? Allora che? Non parli più? E no con il libro chiuso non posso leggere. Ecco te sei sempre il solito!
Matti se ne va dalla stanza con una camminata forzata a ricalcare ogni passo, la testa bassa il broncio, e un pianto mal trattenuto. Lo sento scendere le scale, destinazione o la cucina o il mio studio... cucina. Lo seguo!
Quando entro è seduto al tavolo, non mi guarda, una lacrima gli brilla lungo la guancia sinistra. Fissa un punto che sta tra il tavolo e la cerneria della sua felpa. Mi siedo di fianco, si scosta, mette le ginocchia contro il petto, le abbraccia, volta la testa dalla parte opposta e appoggia la guancia sulle gambe. Lo facciamo un dolce insieme? Fa spallucce senza voltarsi. Però mi fai cucinare. Cucinare è una parola grossa, Matti, il capo sono io mica tu. Eccolo che sta per riscoppiare a piangere. Va bene ti faccio battere le uova. E' raggiante, e già in posizione. Cosa facciamo papà?
La torta di mele di Matti
Si battono due uova intere e un rosso, con 150g di zucchero semolato, una volta che il composto è spumoso si incorpora mezzo bicchiere di latte o meglio di panna fresca. Mentre Matti gira, io grattugio, la buccia di un limone e due mele intere sbucciate. Faccio bene papà? Sei un ottimo Commis. Bisogna andarci piano che magari mi si monta la testa.
Incorporo mele e scorza di limone all'impasto, e il movimento di Matti rallenta. Ora ha le labbra strette nello sforzo, concentrato sul movimento della frusta, lo aiuto con quattro cucchiai di olio evo (in alternativa 75gr di burro fuso) e il composto riacquista fluidità, ancora due cucchiai di rum e torna il sorriso sulle labbra del ragazzo. Poi tutto precipita quando cominciano ad entrare nel ciclo 300g di farina 00 (o con 1/3 di fecola di patate o frumino): a metà è già fermo e si affloscia, sfinito sulla sedia, lo sguardo del maratoneta, che crollato dopo il traguardo, al giudice di gara implora la coperta.
Finisco io ed incorporo anche una bustina di lievito per dolci, sbuccio altre tre mele, le divido a metà e le guarnisco con un coltellino. Imburro una teglia da dolci, la cospargo di pangrattato, verso l'impasto metto le mele e poi al forno caldo a 180° per 45 minuti.
Ma quella storia poi me la finisci di raccontare? Si certo! Ti voglio bene papà! Io di più. Ma papaaaaà, non possiamo fare sempre le gare.......!!!!! E chi lo ha detto ?!
"Giovannino era un bambino che viveva in un paese costruito a picco sul mare, la sua casa era in cima ad un vicoletto con una strada ripidissima. Il tetto della casa in basso faceva da appoggio alla casa di sopra e così su, su, lungo la ripida via della triglia secca. Era lì che abitava Giovannino con il suo babbo, un pescatore vecchio, basso e e magro, il viso squadrato dal tempo, gli occhi piccoli e i capelli bianchi e arruffati. La mattina per andare a scuola, Giovannino scendeva, lungo la via fino al molo, ma se non stava attento rischiava di ruzzolare giù dentro al mare, tanto quella strada era ripida".
Mamma ieri ha letto questo libro, e a me non mi pare che parlava del mare, dové scritta la parola "mare"? Ecco è questa. Lui si alza a sedere, infila il viso nella quinta di cartone che il grande libro illustrato forma sul mio petto, si volta e mi getto uno sguardo che sa di certezza e un poco di rabbia. Papà guarda che io so leggere! E lì c'è scritto "MAAA-IIIL-RE" Appunto mare. No papà lì, il libro parla del re e del gatto. Zitto mettiti giù e ascolta.
"Il papà di Giovannino partiva tutte le notti con la sua barchetta per andare a pescare.E la mattina prima di andare a scuola, Giovannino preparava una minestra per lui e per il suo babbo. In inverno a volte il freddo era talmente freddo, che la minestra si congelava nella pentola. A volte la minestra era così poca che bastava appena per il babbo, e allora Giovannino saltava la colazione e andava a scuola a stomaco vuoto."
Papà!? Si che c'è. Ma come fai a leggere con gli occhi chiusi? Eee...è facile se ti addestri bene ci riesci anche tu. Chiude gli occhi e gira la testa verso la stanza, poi di nuovo verso il libro: io non vedo niente. E' perché sei piccolo e non ti sei addestrato bene. A me mi sa che te la stai inventando questa storia. E va bene se dici così stai a guardare. Chiudo il libro, poi gli occhi e mi lascio cullare dal tepore del pomeriggio. Dalla finestra entra un raggio di sole bollente, che riflesso, dalla neve sul monte, è bianco e pieno di luce. I rumori arrivano ovattati e lontani: il cane del vicino gioca con al scodella del cibo, qualcuno pulisce una scopa sulla ringhiera del terrazzo della casa di fronte, il suono di una musica classica sale per le stanze della casa, qualcosa fa scricchiolare il tavolato del tetto, un paio di tortore chiassose si inseguono fin sopra al camino di casa. Verrebbe veramente voglia di lasciarsi addormentare, di perdersi in questi ultimi momenti a casa.
Allora papà? Allora che? Non parli più? E no con il libro chiuso non posso leggere. Ecco te sei sempre il solito!
Matti se ne va dalla stanza con una camminata forzata a ricalcare ogni passo, la testa bassa il broncio, e un pianto mal trattenuto. Lo sento scendere le scale, destinazione o la cucina o il mio studio... cucina. Lo seguo!
Quando entro è seduto al tavolo, non mi guarda, una lacrima gli brilla lungo la guancia sinistra. Fissa un punto che sta tra il tavolo e la cerneria della sua felpa. Mi siedo di fianco, si scosta, mette le ginocchia contro il petto, le abbraccia, volta la testa dalla parte opposta e appoggia la guancia sulle gambe. Lo facciamo un dolce insieme? Fa spallucce senza voltarsi. Però mi fai cucinare. Cucinare è una parola grossa, Matti, il capo sono io mica tu. Eccolo che sta per riscoppiare a piangere. Va bene ti faccio battere le uova. E' raggiante, e già in posizione. Cosa facciamo papà?
La torta di mele di Matti
Si battono due uova intere e un rosso, con 150g di zucchero semolato, una volta che il composto è spumoso si incorpora mezzo bicchiere di latte o meglio di panna fresca. Mentre Matti gira, io grattugio, la buccia di un limone e due mele intere sbucciate. Faccio bene papà? Sei un ottimo Commis. Bisogna andarci piano che magari mi si monta la testa.
Incorporo mele e scorza di limone all'impasto, e il movimento di Matti rallenta. Ora ha le labbra strette nello sforzo, concentrato sul movimento della frusta, lo aiuto con quattro cucchiai di olio evo (in alternativa 75gr di burro fuso) e il composto riacquista fluidità, ancora due cucchiai di rum e torna il sorriso sulle labbra del ragazzo. Poi tutto precipita quando cominciano ad entrare nel ciclo 300g di farina 00 (o con 1/3 di fecola di patate o frumino): a metà è già fermo e si affloscia, sfinito sulla sedia, lo sguardo del maratoneta, che crollato dopo il traguardo, al giudice di gara implora la coperta.
Finisco io ed incorporo anche una bustina di lievito per dolci, sbuccio altre tre mele, le divido a metà e le guarnisco con un coltellino. Imburro una teglia da dolci, la cospargo di pangrattato, verso l'impasto metto le mele e poi al forno caldo a 180° per 45 minuti.
Ma quella storia poi me la finisci di raccontare? Si certo! Ti voglio bene papà! Io di più. Ma papaaaaà, non possiamo fare sempre le gare.......!!!!! E chi lo ha detto ?!
16 commenti:
Bellissimo, mi sono commossa! Hai scritto un racconto dolcissimo... Vi ho davvero visti stesi sul letto insieme a godervi gli ultimi residui di festività! E la torta di Matti deve essere uno spettacolo!
Grazie, Buon Anno da 0_0Tina
Un bacio a Matti, futuro pasticciere.
Un bel racconto, come tutto ciò che scrivi!
Buon 2008 a tutta la tua famiglia.
bene. vedo che hai iniziato. da domani mi allontano per 3-4 giorni, ma dal 7 sarò di nuovo a casa e allora comincerò io a cercar di tirar giù qualcosa. aspetto il seguito.
anche il mio vorrebbe costringermi a leggergli le favole ma alle mie minacce di non raccontarne nessuna si accontenta delle mie inventate. Buon Anno
oggi una lacrima e poi un sorriso, ma in futuro Matti riconoscerà quello che stai facendo per lui, e imparerà anche lui a leggere con gli occhi chiusi... mi sono commossa leggendo, grazie di questo dolce (in tutti i sensi) inizio d'anno
io ADORO il tuo blog! Buon 2008
Che ridere! Ti verrà su che monta gli albumi come un frullino!
Buon anno e saluti al matti ;)
c'è malinconia e tanta tenerezza il piatto prposto è intrigante ciao chef narratore
marco
www.chefmarco.splinder.com
Mi sono lasciata il piacere di non commentare subito, per avere il pretesto di leggere di nuovo le tue favole inventate. Te l'ho detto che ho imparato a leggere a 4 anni (cioè ho obbligato mio nonno ad "impararmi") perchè nessuno mi leggeva le favole? Si vede proprio che avevo il caratteraccio indipendente già d'allora. Però vedi che avevo ragione a vederci del turchese in queto blog?
fiordisale
che bella questa tua immagine di famiglia.un po' mi ha fatta emozionare.
tornerò a leggerti.
simona
www.lasimopuntoit.splinder.com
Ma che meraviglia!!! Tra "mare" e "giovannino" poi....mi ci sono proprio ritrovata.
Tantissimi auguri di buon anno e complimenti per Matti! Siete troppo divertenti!
Grazie @Tina
@Morrigan grazie e un buon anno anche a te.
@Luc già! il 7 troverai già qualcosa.
@Giovanna: forse dovrei provarci anche io con le minacce.
@Marzia speriamo che se ne ricordi sia lui che il fratello grande, che aveva lo stesso trattamento.
@Afrodita :)
@Renzo: speriamo perchè io comicnico a stancarmi.
@Marco ciao chef Marco
@Fiordisale: Si oggeticamente c'è un po' di turchese.
@lasimo ben trovata e torna :)
@Kix ci mancherebbe che non ti ciritrovi. Grazie e auguri anche a te ... e a tutti voi.
Loste
Torta eccezionale, facile, buona e genuina..
fatta e postata! Grazie
s c i o l t a
io praticamente piango un po' ogni volta che leggo le cose che riguardano te e il tuo bambino. sono madre di un complicatissimo adolescente che non si fa piu' nemmeno sfiorare un barccio altroche ' accoccolarsi. vivo per i imiei figli ma spesso ho la sensazione di aver commesso madornali errori o peggio di non essere stata capace ad amarli come fai tu. si puo' sbagliare anche amando in modo incondizionato'????? DANIELA TORINO
Anche io sono padre di un Adolescente @Daniela oltre che del piccolo Matteo. La sindrome di aver sbagliato tutto appare quando ci si confronta con l'adolescenza, non è semplice. e comunque penso che l'amore incondizionato funziona fino ai 10-12 anni e poi dopo i 30, nel mezzo ci si deve arrangiare con altri strumenti. E' complicato non puoi essere amico/a dei tuoi figli ma devi rimanere un genitore ma allo stesso tempo devi aprire un varco con loro in cui, come goccioline, passa il dialogo. Io penso di esserci riuscito, il dubbio me lo tengo attaccato addosso. Un abbraccio e tieni duro
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