Come un bambino
"Questo tuo posto è SEMPRE così piacevole ..." dice Nishanga, in un commento qui. Anche altre volte, in altri commenti, ho trovato questa sensazione di "piacevolezza", una sensazione che mi lascia ogni volta sorpreso. Perché alcuni di voi hanno queste sensazioni? Ci rifletto e ci penso su, ogni volta che leggo un commento di quel genere: poi, vuoi per il tempo, vuoi per chissà cosa, quel pensiero non lo chiudo mai, stretto in una riflessione definitiva. D'altronde questo blog non dà certezze, non dice che domani sarà meglio, che tutto quello che non va, che non funziona, andrà e funzionerà. In questo blog non ci sono soluzioni o istruzioni per migliorarsi la vita.
Ma allora perché anche io, in questo posto, mi ci trovo bene? E'come quando entri in una casa, o vai in un luogo; ci sono case, ci sono luoghi che non ci si "stampano" sulla pelle. Posti in cui non ci sentiamo parte dell'ambiente dell'arredamento, dove le mura e la natura, stridono, e graffiano con i nostri pensieri. Ci sono, invece, posti e stanze che sono sicuro rifugio, dove ci sentiamo come ci sentivamo da bambini, quando infilavamo la testa sotto le coperte. Piacevolmente sicuri, nel respiro affannato dalla mancanza di aria, gli occhi che nel buio, si perdono nella trama in trasparenza della coperta, che cercano quei bordi di luce che traspaiono da fuori. Perché ho questa sensazione di non essere visto, assurda contraddizione sistemica per chi si racconta in rete ?
Forse perché, semplicemente, qui dentro ho messo le cose che mi servono per ritrovare quel senso di casa, di luogo, di sicuro che mi occorre quando il mondo fuori me lo fa perdere. E' come l'abbraccio di una mamma al bimbo svegliato di notte da un brutto sogno, una stretta consolatoria ad un pianto irrefrenabile. E visto che non ci è dato più piangere e che siam troppo grandi per farci coccolare, racconto, ricordo, rivivo.
Prendo per mano quel bambino e lo riporto a passeggiare sull'Alpe di Torricella, o a sedersi vicino a me nella stube del Fuxagufer. Oppure lo tengo vicino in quella vecchia cucina che ora non abita più nessuno, gli parlo delle cose che ho visto degli amici che sono passati e di quelli che passeranno. Gli racconto di posti dove sono stato.
Poi lo riaccompagno nel suo mondo a sgomitare con la vita come facciamo tutti, ma con la consapevolezza di potersi ritrovare, per poco, un attimo solo magari, qui dentro.
Nel mio blog.
Loste
P.P Perché la foto ? Perché un amico mi ha scritto: "Penso proprio che possa essere una bella idea... legare a due anni di distanza, un’emozione ad un volto..."
Ma allora perché anche io, in questo posto, mi ci trovo bene? E'come quando entri in una casa, o vai in un luogo; ci sono case, ci sono luoghi che non ci si "stampano" sulla pelle. Posti in cui non ci sentiamo parte dell'ambiente dell'arredamento, dove le mura e la natura, stridono, e graffiano con i nostri pensieri. Ci sono, invece, posti e stanze che sono sicuro rifugio, dove ci sentiamo come ci sentivamo da bambini, quando infilavamo la testa sotto le coperte. Piacevolmente sicuri, nel respiro affannato dalla mancanza di aria, gli occhi che nel buio, si perdono nella trama in trasparenza della coperta, che cercano quei bordi di luce che traspaiono da fuori. Perché ho questa sensazione di non essere visto, assurda contraddizione sistemica per chi si racconta in rete ?
Forse perché, semplicemente, qui dentro ho messo le cose che mi servono per ritrovare quel senso di casa, di luogo, di sicuro che mi occorre quando il mondo fuori me lo fa perdere. E' come l'abbraccio di una mamma al bimbo svegliato di notte da un brutto sogno, una stretta consolatoria ad un pianto irrefrenabile. E visto che non ci è dato più piangere e che siam troppo grandi per farci coccolare, racconto, ricordo, rivivo.
Prendo per mano quel bambino e lo riporto a passeggiare sull'Alpe di Torricella, o a sedersi vicino a me nella stube del Fuxagufer. Oppure lo tengo vicino in quella vecchia cucina che ora non abita più nessuno, gli parlo delle cose che ho visto degli amici che sono passati e di quelli che passeranno. Gli racconto di posti dove sono stato.
Poi lo riaccompagno nel suo mondo a sgomitare con la vita come facciamo tutti, ma con la consapevolezza di potersi ritrovare, per poco, un attimo solo magari, qui dentro.
Nel mio blog.
Loste
P.P Perché la foto ? Perché un amico mi ha scritto: "Penso proprio che possa essere una bella idea... legare a due anni di distanza, un’emozione ad un volto..."