19 novembre 2006

La merenda ... di Nonna

Ho un caro amico, che è stato sempre di poche parole. Ci siamo conosciuti lavorando: Abbiamo passato qualche anno assieme. Bellissimo periodo di quelli che quando ricordi dici, "ci siamo divertiti", poi ci pensi e stavi lavorando. Dovrebbe essere sempre così.
Oggi siamo rimasti amici con lavori diversi e ogni tanto ci ritroviamo a mangiare buon cibo e a bere un bicchiere buono.

Un giorno d'estate, dopo un pranzo veloce e gustoso, ci mancò il dolce. Attaccai allora con una sequela di ricordi legati alla mia
infanzia. Cominciai a scodellare tutte le "merende di quando ero piccolo": paneacquazuccheroevino, paneburroezucchero, paneecioccolata, e via dicendo. Lui non disse nulla. Si alzò. Prese dal frigo un po' di ricotta, la mise in un piattino e ci spruzzo intorno zucchero e cannella in polvere. La mangiammo spalmandone generose cucchiate sul pane, "pucciate" anticipatamente tra zucchero e cannella. Quando tutto fu finito, mandò giù un sorso di passito, si accese un mezzo toscano e mi disse: "Questa era la merenda che mi preparava mia nonna".

Tempo dopo ho cominciato a rimuginare su questo piatto, per reinterpretarlo in chiave un po' più moderna. Così via sms ho fatto una proposta, bocciata
, un'altra, bocciata, un'altra, richiamo all'ordine: nulla a che vedere con l'origine della ricetta.
Poi tra le ricette della mia famiglia, che sto cercando di raccogliere, ho trovato il dolce che mia nonna mangiava un secolo fà. Quando scrivo un secolo, non è un secolo come quando dici ad un amcio:"... è un secolo che non ci vediamo!". Il mio secolo sono 100 anni, mia nonna nacque nel 1901 e io penso che lasciandomi tra i suoi ricordi di bambina questo dolce, i suoi cinque anni fanno un secolo. Questo dolce, dunque, sempre a base di ricotta, veniva condito con lo zucchero e, indirettamente, con la cannella. In effetti questa ci finiva in forma diversa dalla polvere. La ricotta e lo zucchero venivano bagnati dall' Alchermes.

Alchermes etimologicamente dall'arabo Al(il) e Qirmiz(verme), deve la sua colorazione rossa al Coccus bophica o al Planococcus. Che altri non sono che: cocciniglie, animaletto infestante delle piante. I quali venivano seccate e ridotte in polvere. la preparazione casalinga prevedeva alcool in infusione con chiodi di garofano e cannella ed altri aromi. Lo zucchero, un secolo fà, era poco usato, roba troppo fine, il succedaneo per eccellenza, il miele.
La nonna della pianura rovigiotta, incontra la nonna dei monti marchigiani in una simbiosi dolce e profumata e quindi caro Tu, la prossima volta che vieni a pranzo da me (anzi muoviti), ti faccio trovare una:

Mousse di ricotta e cannella, con sciroppo di alchermes e miele di acacia.

In una terrina impastate la ricotta con poco zucchero e una spruzzata di cannella. Disponete nel piatto dando la forma preferita, spolverate con zucchero e cannella e disponete miele di acacia e sciroppo si alchermes, ottenuto sciogliendo 200gr di zucchero e 6 cucchiai di alchermes.

1 commento:

RoVino ha detto...

Caspiterina! Deve essere davvero gustoso...