03 marzo 2008

Prego eh...!!

L'asfalto è lucido sotto una pioggia leggera che mi accompagna negli ultimi quaranta chilometri che mancano per arrivare a casa. Quando torno, nel viaggio, penso al cibo, ai piatti che farò per loro che che mi aspettano. Allora, incorporo ingredienti, li tolgo, li butto, li cerco mentalmente e cerco i sapori gli accostamenti, passo il tempo. Poi magari, arrivo a notte fonda, a casa sono già tutti a letto e allora ceno con due fette di prosciutto e via.
La pioggerella è insistente, davanti a me una punto bianca guida distratta, va veloce, sembra accorgersi delle curve all'ultimo momento, ho la sensazione che chi è alla guida o sta scrivendo un sms o sta cercando un cd nel cassetto. Ad una curva rischia un frontale, sbanda recupera, rispanda va sottosterzo, rallento e la vedo attraversare la strada in derapata, finisce dalla parte opposta, urta degli alberi, si cappotta fa un paio di giri e si ferma così: le ruote all'aria, il muso nel fosso e l'anteriore ad invadere la carreggiata opposta. Fermo l'auto metto le quattro frecce, corro verso la punto, chiamo. Niente. Corro dalla parte opposta fermo un'auto che sta arrivando a palla. Ritorno alla punto: è distrutta i vetri scoppiati, il cofano qualche metro più indietro, l'abitacolo in parte schiacciato, un semiasse spaccato, gli sportelli deformati e bloccatti, mi inginocchio infilo la testa nell'abitacolo, un'ombra si muove. Tutto bene? Si,si. La voce spaventata di una ragazza giovane risponde tremante, la guido verso il retro dell'auto per farla uscire, sferro un calcio possente ad un agolo del lunotto posteriore che rischia di tagliarla.
"Ma che fa mi rompe i vetri?"
(...)
La tiro fuori, è giovane trema, ma non si è fatta niente neanche un graffio. La metto nella mia auto al caldo. Intanto chiamo la polizia, che però mi dice che visto che sono su una provinciale devo chiamare i carabinieri, si loro verranno ma ci vorrà un po', stanno ad una trentina di chilometri da lì "... e c'è un tempaccio !!".
(...)
Intanto le auto che si erano fermate piano, piano se ne vanno: "Tanto ci sta lei, no!?" E certo, tanto non c'avevo niente da fare, magari devo solo tornare a casa dopo una settimana di lavoro. Torno in auto al caldo, la ragazza ha lo sguardo fisso davanti: Tutto bene? "Si è rotta tanto?". "E c*** è distrutta la puoi prendere e buttare dal rottamaio". Mi guarda come se avessi parlato per la prima volta. "E' di mio padre l'ha comperata lunedì scorso". Lunedì, martedi, mercoledì, giovedì, cinque giorni di vita, non proprio ammortizzata, direi. "Ma sai magari un carrozziere bravo". tento di tirarla su. "Ho chiamato il mio ragazzo, che dice chiamo anche mio padre" Ma magari lo chiami dopo con calma. Aspettiamo, dopo mezz'ora nessun carabiniere, niente ragazzo, e solo auto che chiedono cosa è successo, do le spiegazioni, ascoltano e poi "E va bene, tanto c'è lei no?!"
(...)
Dopo quaranta minuti arriva il ragazzo e il futuro suocero, si abbracciano, si baciano, è fatta adesso vado a casa. Il ragazzo la guarda "O amore, tremi tutta, senti freddo, torna dentro al caldo" La ragazza prende e si riinfila nella mia auto, non in quella del ragazzo che è lì a mezzo metro, ma nella mia, nella mia che dovrei andare a casa.
(...)
Mi avvicino ai familiari che intanto hanno preso in mano la situazione e stanno spiegando alle solite auto che si fermano cosa è successo. "Scusate io dovrei andare a casa". Mi guardano inebetiti, come a dire: e che vuoi da noi? "Hai la ragazza dentro la mi auto" faccio al giovane."Ah... " Sorride "Digli che vada nella mia".
Ho capito questa è una serata del c****, con gente uguale alla serata, salgo in auto e dico alla ragazza che devo andare, "Dove !?"
(...)
Mi guardo intorno magari non mi sono accorto ma ci sono piazzate nei paraggi un paio di telecamere, che sicuramente stanno girando una puntata del "Il più coglione della settimana". O magari sulla mia giacca si è disegnata una croce rossa e una banda catarinfrangente con scritto sopra "118".
A casa voglio andare, sono quasi le undici e voglio andare a casa, a casa dopo una settimana di lavoro, voglio tornare a casa. Lo dico con gentilezza, la ragazza esce dall'auto, fa per andare verso l'auto del ragazzo, io faccio per partire, ma lei mi si paizza davanti e mi fa: "A lei la mia borsa?". Io non tocco neanche quella di mia moglie che non si sa mai che poi mi si accusi di averla messa in ordine. Cerchiamo la borsa, prima nell'auto incidentata poi lungo il ciglio della strada, poi la ragazza si spinge nella mia auto apre la portiera del passeggero, a tentoni cerca nella zona dove ci si infilano i piedi e ne esce tutta soddisfatta con la borsa in mano. "Visto! Ce l'aveva lei !"
(...)
Anche il piatto che stavo inventandomi mi hanno fatto dimenticare, non fosse per la mia sana pazienza chi si sarebbe ricordato che volevo fare una:

Insalata tiepida di lingua con giardiniera



Per quattro persone considerando il piatto come un antipasto, mezza lingua lavata e pulita (io tolgo la pelle prima), che va fatta bollire con carota, sedano, cipolla, chiodi di garofano e alloro per circa 90 minuti. Nel frattempo preparate le verdure, pulendole e riducendole nella forma desiderata, cercando di tagliarle in dimensioni simili. Lessatele in acqua salata e aceto, in proporzioni di 8 a 1, a me piacciono poco forti, aggiungete qualche chiodo di garofano. Tuffate prima le verdure più coriacee (carote e sedano) per poi aggiungere le altre. Scolatele al dente e lasciate raffreddare, condite con olio evo e pepe, correggete se serve di sale.
Servite sia la carne che la giardiniera tiepidi.

Duro l'abbinamento con un vino, causa aceto, meglio provare con una birra una Lager se non addirittura una Stout. Si meglio una Stout, sicuramente una Stout... Grazie... Prego.

14 commenti:

Luc ha detto...

vale sempre il fatto che quando si fa per gli altri, e spesso lo si fa senza neanche star lì a pensarci, in realtà è più per noi stessi. nel senso che purtroppo quando lo facciamo non ci dobbiamo aspettare che ci si ringrazi.
fa un po incazzare, ma nel 90% dei casi va come te hai descritto.
ps: non ho dimenticato la mail per la neve. onoro l'impegno in settimana.

Andrea Ferrigno ha detto...

c'è da dire che in quelle situazioni si è forse troppo sconvolti per comportarsi come si dovrebbe. A me capita di ricordarmi di ringraziare quando ormai non si può più.
Comunque non credo che certe cose si faccia "più per noi stessi". Credo si facciano "perché è giusto" qualunque cosa voglia dire questa espressione.

Loste ha detto...

A chiarimento del tutto, lo rifarò ogni volta che capita: ci mancherebbe. Il titolo è solo per farci una risata, perché quella notte ne ho viste e sentite di tutti i colori, senza preoccuparmi del "grazie" e oggettivamente sembrava di vivere una sceneggiatura da film :))
Loste

JAJO ha detto...

In effetti pensavo fosse una scena inventata anche io... Vabbe', ti capisco: anche io pochi giorni fa ho vissuto uno spezzone di vita allucinante (http://viaggi-cucina-e-io.blogspot.com/2008/02/il-solito-ignoto.html).
Jacopo

Anonimo ha detto...

che non ringraziasse lei lo posso anche capire, causa shock, ma almeno qualcuno della famiglia... comunque scene "da film" capita di viverne tutti i giorni e, purtroppo, troppo spesso il comportamento di certa gente mi ferisce e mi fa perdere la fiducia :-((

Loste ha detto...

Posso capire che perdi fiducia, ma bisogna tenere vivo il concetto di "Senso Civico" sia verso gli altri che verso noi stessi considerandoci un'insieme di perrsone che altro non sono che uno Stato.
Loste

Anonimo ha detto...

La tua storia mi ricorda l'inizio del libro-fil "caos calmo".
Purtroppo si sono persi i valori della riconscenza o della gentilizza.ma la cosa che mi fa arrabbiare che se aiuti qualcuno e' giusto che tu lo faccia e non devi aspettarti "grazie", se non lo fai sei insensibile,hai poco senso civico e quant'altro....che tristezza...Gio'

Loste ha detto...

Bisogna che legga quel libro :)
Loste

FrancescoP ha detto...

Sembra la scena di un libro surreale ma reale.
LA verita' e' che quando si aiuta in quelle circostanze, l'aiutato/a e' di sicuro rinco***a e poco si puo' fa'.

Comunque bravo che ti sei fermato ... non tanti lo farebbero.

fiordisale ha detto...

ahhhhhhhh mi sono presa un anticipo sulla serata (che prima non potetti, capisciamme)e sono venuta qua ad immergermi nel turchese tuo, ch'è pur sempre più turchese del mio e comunque rimane aggratisse, questo si come il mio. Mi hai fatto venire in mente una scenetta esattamente al contrario della tua, dove ci fosse stato un cane che, non dico tanto, ma avese tirato fuori almeno n'ombrello. Aho ma sarò sfigata, tacchi a spillo, buco sotto il diluvio universale e l'unico che trovo (arrivandoci arrancando) è il benzinaio, sotto la cui pensilina speravo di ripararmi. Bè vana speranza il tipo mi ha cacciato via in malo modo, dicendo che avrei dovuto cambiare la gomma fuori dalla sua pensilina, appellando un "l'avete voluta la parità?...."
ecco ci sono momenti in cui l'ergastolo non mi sembrerebbe un cattivo investimento.
grazie per questo sorriso che mi hai stampigliato addosso.
fiordisale

ziasippa ha detto...

vuoi partecipare al mio primo meme, lo so che non mi conosci... ma sono nuova...ciaooooo

Anonimo ha detto...

Mettiamo che ti sei guadagnato uno sconto sui millenni di Purgatorio che dovrai fare. Ne è valsa la pena.

Valeria, Marco e Sara, i Maramei ha detto...

mah... è vero che chi resta coinvolto in un incidente è senza dubbio sconvolto e quindi non ci si possono aspettare reazioni normali, per cui i suoi comportamenti non sono giudicabili, ma gli altri?
il fidanzato? il suocero? tu non eri nemmeno coinvolto in qualche modo, ti sei fermato perché sei una persona "normale" (come oramai ce ne sono poche ahimè), io credo che loro un grazie se lo potevano fare pure uscire dalla bocca... è ovvio che in circostanze del genere uno fa perchè è giusto e senza aspettarsi nulla in cambio, ma credo che anche dire semplicemente grazie sia giusto...

Arsein Lupin ha detto...

eh caro mio: "lo fanno, lo fanno"....