Pietre, Grotti e Mortadelle
Le pietre colorate del giardino sulla strada verso San Carlo, non danno l’ idea dei colori di questa valle.
La Val Bavona è grigia. Grigia della sua pietra viva, che quando la pioggia la bagna diventa nera e lucida. Si apre quando la valle Maggia, che inizia poco distante da Ascona a nord del lago Maggiore, fa una stretta curva a destra per dirigersi decisa a nord. La Val Bavona sembra una sua continuazione. Ma quando a Bignasco si gira a sinistra e si comincia a salire con maggior decisione, ti accorgi che per quanto impossibile, la valle è ancora più diversa.
Si stringe, le sue pareti divengono più ripide, e la strada corre a ridosso del torrente che rumoreggia più in basso. Antiche frane hanno lasciato il loro segno indelebile, e agli occhi, di chi guarda oggi, non sai se l’uomo abbia costruito le case e le edicole votive, prima o dopo l’arrivo dei massi.
Lasciando l’auto e percorrendo un tratto, dei dodici chilometri circa di sentiero che misura la valle, si possono attraversare alcune di queste frane. E allora arrampicandosi per ripidi sentieri, ci si può imbattere in grotti ricavati dagli spazi lasciati tra un masso e l’altro. “Stanze” che divengono stalle in un antico percorso di transumanza dalla bassa valle fino agli alpeggi del Robiei e più su verso il ghiacciaio del Basodino. Grotti che quando sono vicini alla casa divengono addirittura fresche cantine per conservare formaggi, salumi e vini.
Dall’ inizio della valle alla sua fine si incontrano dodici “terre”. Così si chiamano i paesi delle valle. Incastonate in un paesaggio che sembra appartenere ad un altro tempo. Si susseguono con un ritmo quasi matematico, a volte in case sparse in mezzo ai prati, come Sabbione. Altre volte “accatastate” su di una curva della strada come Ritorto.
Saliamo silenziosi, a non voler rompere l’incanto della pietra, le case si confondono con le pareti di roccia. Ogni tanto incrociamo un auto a rompere il rumore dei nostri passi. La nostra destinazione è Foroglio sotto l’omonima cascata. Lì il signor Martino gestisce con la moglie il ristorante “La Froda” un grotto tipico Ticinese. Scoprimmo questa valle e La Froda quando abitavamo qui, e per noi è una tappa fissa dei nostri “ritorni”. Talmente fissa che con il menù siamo oramai ripetitivi: piatto di salumi e pizzoccheri. Martino è famoso per i suoi salumi, tutti di sua produzione, e in particolare per la sua mortadella. Un salume tipico che nulla ha a che vedere con la “Bologna dop”. Qui si ha in bocca un salame grasso, impastato con carne magra di suino e probabilmente, non l’ho mai chiesto, una parte di fegato. L’ideale è lasciarlo sciogliere su di una polenta calda condita con una fetta di formaggio Vallemaggia… ma questa è un’altra storia.
La Val Bavona è grigia. Grigia della sua pietra viva, che quando la pioggia la bagna diventa nera e lucida. Si apre quando la valle Maggia, che inizia poco distante da Ascona a nord del lago Maggiore, fa una stretta curva a destra per dirigersi decisa a nord. La Val Bavona sembra una sua continuazione. Ma quando a Bignasco si gira a sinistra e si comincia a salire con maggior decisione, ti accorgi che per quanto impossibile, la valle è ancora più diversa.
Si stringe, le sue pareti divengono più ripide, e la strada corre a ridosso del torrente che rumoreggia più in basso. Antiche frane hanno lasciato il loro segno indelebile, e agli occhi, di chi guarda oggi, non sai se l’uomo abbia costruito le case e le edicole votive, prima o dopo l’arrivo dei massi.
Lasciando l’auto e percorrendo un tratto, dei dodici chilometri circa di sentiero che misura la valle, si possono attraversare alcune di queste frane. E allora arrampicandosi per ripidi sentieri, ci si può imbattere in grotti ricavati dagli spazi lasciati tra un masso e l’altro. “Stanze” che divengono stalle in un antico percorso di transumanza dalla bassa valle fino agli alpeggi del Robiei e più su verso il ghiacciaio del Basodino. Grotti che quando sono vicini alla casa divengono addirittura fresche cantine per conservare formaggi, salumi e vini.
Dall’ inizio della valle alla sua fine si incontrano dodici “terre”. Così si chiamano i paesi delle valle. Incastonate in un paesaggio che sembra appartenere ad un altro tempo. Si susseguono con un ritmo quasi matematico, a volte in case sparse in mezzo ai prati, come Sabbione. Altre volte “accatastate” su di una curva della strada come Ritorto.
Saliamo silenziosi, a non voler rompere l’incanto della pietra, le case si confondono con le pareti di roccia. Ogni tanto incrociamo un auto a rompere il rumore dei nostri passi. La nostra destinazione è Foroglio sotto l’omonima cascata. Lì il signor Martino gestisce con la moglie il ristorante “La Froda” un grotto tipico Ticinese. Scoprimmo questa valle e La Froda quando abitavamo qui, e per noi è una tappa fissa dei nostri “ritorni”. Talmente fissa che con il menù siamo oramai ripetitivi: piatto di salumi e pizzoccheri. Martino è famoso per i suoi salumi, tutti di sua produzione, e in particolare per la sua mortadella. Un salume tipico che nulla ha a che vedere con la “Bologna dop”. Qui si ha in bocca un salame grasso, impastato con carne magra di suino e probabilmente, non l’ho mai chiesto, una parte di fegato. L’ideale è lasciarlo sciogliere su di una polenta calda condita con una fetta di formaggio Vallemaggia… ma questa è un’altra storia.
8 commenti:
Che posto spettacolare ... dove il verde è davvero verde ed il grigio non sembra freddo. Ciao, Alex
Roba tosta, ma si capisce che dev'essere squisita, soprattutto dopo una scarpinata. Ed il vino?
ciao Marco>> Sembra quasi che ci siamo messi d'accordo, a proposito di Crotti. Ma in questo periodo la gente � al mare,intenta a far la coda per fare qualsiasi cosa.
ciao
Ho voglia di ferie, vacanze, tranquilita' e buon cibo... nel frattempo mi leggo di gusto i tuoi post.
Tartablu
Anche le "mortadelle" Piemontesi sono a base di fegato, morbidissime e che si sciolgono in bocca !
Non avevo mai pensato ad un abbinamento con la polenta, perchè per me il salame deve morire in un panino, ma mi sa che tenterò l'esperimento...
Una cosa però non capisco ed odio profondamente.
I sottaceti dell' assiette valaisanne.
Uno si prende un bel piatto di salumi e formaggi per cullare le sue papille con quel grassetto meraviglioso e poi deve beccarsi il cetriolone ?
:)
E vero il grigio non è così freddo come in altri posti, tipo le città. @Maurice il vino? Merlot del Ticino ;) @Sergiott sarà che a me il mare non mi ispira, poi devo dire che quest'anno ho trovato veramente poca gente. @Tartablu e non hai ancora visto tutto ;).
Mio signore anche io mi chiedo ogni volta quale sia lo scopo della coppiua di sottaceti che "impestano" anche i salumi confinanti e che fanno a cazzotti anche con il vino o la birra che uno vuol bere. Ho chiesto anche ad un amico del luogo ma anche lui non ne conosce lo scopo ... Mah, paese che vai, cetriolo che trovi :))
necessita di verificare:)
leggere l'intero blog, pretty good
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