02 ottobre 2008

Senza parole

E’ inconfondibile quel passo che scende le scale, è come un tamburellare leggero, che risuona nell’aria fresca del mattino. Lo sento scendere e seguo la sua corsa con quel suono, che i suoi piedi scalzi fanno sul legno. La sua immagine sfuocata e confusa appare dietro il vetro satinato della porta della cucina. Resta un attimo indeciso, se tentare con questa porta o dirigersi verso lo studio, ma poi vedo il movimento delle braccia e le punta delle dita appaiano tra lo stipite e l’anta, forzando e facendo scorrere finalmente la porta che scompare nel muro. I pantaloni del pigiama sono troppo lunghi e avvolgono i piedi quasi a sostituire le ciabatte che non metterà mai, una decina di gatti stilizzati dai grandi occhi mi osservano dalla giubba del suo pigiama, poi appaiono i suoi occhi, grandi come quelli dei gatti. Me ne sto in piedi in mezzo alla cucina e aspetto. Mi corre incontro, ma non mi abbraccia. Infila, come sempre, il suo viso nell’incavo che il mio gomito sinistro fa lungo il mio corpo, ci si tuffa come se fosse un cuscino di piume. Poi prende la mia mano sinistra e se la porta ad avvolgere le sue spalle. Poi a tentoni con il viso ancora “nascosto” nel mio fianco, cerca la mano destra e se la porta sulla testa, in una lunga carezza che serve a ricaricarsi. Non parla non dice nulla, io accarezzo e lui si accoccola meglio, si gode del tempo mancato. E anche io cerco di ricaricarmi di tutta la settimana senza di lui. Rimaniamo in silenzio, ma con i pensieri ci parliamo. Ci diciamo che ci siamo mancati e che vorremmo stare più insieme, ci diciamo che è bello ritrovarsi in questa cucina, fredda e buia nel grigio di un giorno che non arriva, ci diciamo tutto il bene che ci vogliamo e che tra poco, quando lui grande, per strana vergogna non ci diremo più.

Poi quel sabato gli ho fatto una:





Per la frolla mi sono basato sulla ricetta di casa a oramai sperimentata che trovate qui, per la farcitura invece mi aveva attirato una ricetta del mago degli impasti e non sono assolutamente rimasto deluso. Ho disposto la frolla in una teglia con il bordo a sgancio, l’ho bucherellata e poi ho fatto una prima cottura a 180° per 15 minuti. A quel punto ho steso un velo di marmellata di mandarini amara, cosparso con qualche amaretto sbriciolato, e aggiunto due pere piccole fatte a tocchetti e saltate prima in padella per 4 minuti con un cucchiaio di zucchero e una spruzzata di cannella. Ho coperto poi il tutto con una crema al cioccolato ottenuta sciogliendo a bagnomaria 150gr di cioccolato 70%, insieme a 75 gr. di burro. Ho tolto dal fuoco e ancora caldo ho incorporato 3 uova e 2 tuorli, ho poi aggiunto 150gr di zucchero e 50 gr di farina 00, lasciando raffreddare. Ho riinfornato il tutto per altri 30 minuti e goduto con tutti.


19 commenti:

Anonimo ha detto...

E' il dolce di punta del repertorio di mia mammma..., gli passo questo ricetta..., sarà dura farli lasciare la sua ma ci proviamo.. :DD

Fra ha detto...

Crostata dolcissima...come il ricordo che ci hai regalato. Ti ho assegnato un piccolo premio, spero ti faccia piacere :)
Un abbraccio e buona giornata
Fra

Manuela e Silvia ha detto...

Dolcissimo il racconto...sembrava proprio di vedervi!!
Nostra mamma è golosa di questa torta e appena capita l'occasione deve farla, però sul fondo non mette la marmellata e neppure gli amaretti...la prossima volta glielo consiglieremo!
bacioni

Unknown ha detto...

...








:*

JAJO ha detto...

Ci credo ti voglia bene, con una crostata così.... :-D
Hehehehe, ovviamente scherzo....
Però è vero: arrivati all'adolescenza non ci si dice più quanto ci si appartiene (magari si dice a tutte, o a molte :-D, ti amo ma non si dice più ti voglio bene ai propri genitori).
Me ne faccio un po' una colpa anche io, ammetto...

Serena ha detto...

La torta la preparerò...
Hai ragione quando dici "per strana vergogna non ci diremo più"... mi rendo conto che spesso faccio una fatica enorme a dire Ti voglio bene a mio padre e viceversa, con mamma è leggermente diversa la storia... chissà perchè ci si imbarazza a dimostrare qualcosa di meraviglioso!
Un abbraccio ...
Sere - cucinailoveyou.com

VDS ha detto...

:-)

Anonimo ha detto...

la copio subito!
c'è abbondanza di pere, qui... e le torte di pere sono tra le mie preferite!
ps: anche per me la costata deve essere croccante, ma mia ricetta della pasta frolla è molto simile alla tua

Unknown ha detto...

Io mi sono emozionato... Un pò per la ricetta deliziosa... Molto per il racconto... Grande!

Stefano

Anonimo ha detto...

...questo dolce potrebbe essere adatto al mio palato,patrimonio dell'umanità tutelato dall'Unesco. Sono d'accordo con Matteo per un pigiama-party con cui affrontare la nottata nel post cena!!!Sarò impeccabile,con quel pigiamino a pois rosa.

Anonimo ha detto...

E sì che un po di dolce ci vuole per addolcire altre storie di figli che, per assurdo, riguarderanno nel peggiore dei casi proprio i figli nostri.
Il link è sconcertante, io gli ho dato un titolo
" Piccoli caimani crescono "
se ne consiglia la visione solo a stomaci forti.
seeyou.

http://video.corriere.it/?vxSiteId=404a0ad6-6216-4e10-abfe-f4f6959487fd&vxChannel=Dall%20Italia&vxClipId=2524_2fecbd3e-9091-11dd-b050-00144f02aabc&vxBitrate=300

Loste ha detto...

... sono tornato a casa ;)

Anonimo ha detto...

mi dispiace assai ma il link è troppo lungo per il tuo spazio dei commenti, vedo di mandartelo da qualche altra parte perchè, se ti fosse sfuggito, vale lo sbattimento.
ariciao

Precisina ha detto...

Faccio bene a passare da te di mattina... è ancora più bello leggerti appena sveglia, tutto d'un fiato... ok, magari giusto una pausa qua e là per un morsetto alla crostata che merita, cavolo, se merita!!!

Anonimo ha detto...

seee... tu te ne stai buono, ti godi le coccole, prepari le crostate... e quaggiù c'è gente che da giorni si danna l'anima e cerca la ricetta dei "gnocchetti alla disperata". Ho circumnavigato la blogosfera e di loro nessuna traccia.
E ora come faccio ?
E' forse questa la disperazione del gnocchetto ?

Anonimo ha detto...

il tuo racconto è dolcissimo.Anche la crostata è splendida anche se mi sono persmesso una variante aromatizzando il cioccolato con la cannella.

fiordisale ha detto...

questo dolce mi sa che lo stampo e lo metto da parte per la prima occasione in cui ho mio figlio sottomano. Non so come ma credo che gli piacerà da pazzi.




piesse
e il concorso? 'ndo sei sparito?
:-)

Moscerino ha detto...

era da un po' che non trovavo il tempo per gustarmi i tuoi racconti e oggi che torno qui dopo una giornata di lavoro trovo questo...non so che dire, a parte che ti invidio un po'. e se quello che racconti è un bel modo di iniziare una giornata, leggerlo è un bel modo di concluderne un'altra!

Adriano ha detto...

commovente...mi sono riconosciuto nel tuo racconto.
sei una piacevole scoperta.