Hanno finito de batte !!
E' come al giro di boa, hai finito di "scalare", il vento di bolina, viri e ti metti di lasco e "scendi" pacifico e traverso sul vento. La "battitura" è un po' questo: il giro di boa. La fine della tensione dello stress e della fatica del contadino, (sia chiaro che poi si ricomincia la mattina dopo). Da noi chi lavora in campagna, nonostante l'avvento dei mezzi moderni, che mietono e trebbiano allo stesso momento, usa ancora questo termine: "C'ho da finì de batte."
Battere dal gesto antico per staccare il chicco dalla spiga. Gli uomini al lavoro, le donne che fanno la spola dalla cantina, i bimbi che corrono. Poi l'avvento delle macchine e delle prime trebbiatrici, ma ancora l'uomo come centro del lavoro. Poi la tecnologia, che arrivano sul campo di mia suocera, che usa una ditta per la raccolta, con delle bestie superaccessoriate, che neanche nella mia auto ho il frigobar e il gps integrato per la guida parallela :o Che mi farebbe tanto comodo quando mi prendono quei brutti colpi di sonno :))
Arrivano 'sti due ragazzi, che la parola con-ta-di-no, non sanno neanche sillabarla. Passano. In mezza giornata fanno cinque ettari come fosse niente, che sembrano usciti dal un film di Sonnenfeld. Hanno occhiali da sole raiban, vestono naic, fumano lachistraic e hanno tatuato "nonna ti voglio bene" sul braccio sinistro, ché metterci un nome di donna oggi è a rischio di ripetuta cancellazione via laser . Bevono reintegratori, mangiano barrette, ascoltano i greenday nella cabina della mietitrebbia.
A mezzogiorno hanno finito e si spostano sul prossimo campo. Mia suocera, contadina integralista, esce di casa per invitarli a pranzo. Come si è sempre fatto da quando il mondo è mondo e ci si coltiva e ci si raccoglie il grano. Guarda il campo interdetta, rasato come un biliardo, deserto di grano e di "contadini".
Ma dove sono andati?, chiede. A casa, gli risponde il nipote, hanno fatto. Ma io avevo preparato le tagliatelle, il coniglio e il pollo. Beh. Ce li mangiamo noi! Faccio io. Non la convinco ci rimane male, è come se una crepa si fosse aperta nella sua volta celeste. Ma come non mangiano?
E' vero, ha ragione. Il pranzo della trebbiatura è come il pranzo della pista: sacro.
Blasfemi giovinotti, tatuati e firmati, non saprete mai che coniglio vi siete persi.E adesso lo dobbiamo buttare? Ma che sei matta io ci faccio un:
Arrivano 'sti due ragazzi, che la parola con-ta-di-no, non sanno neanche sillabarla. Passano. In mezza giornata fanno cinque ettari come fosse niente, che sembrano usciti dal un film di Sonnenfeld. Hanno occhiali da sole raiban, vestono naic, fumano lachistraic e hanno tatuato "nonna ti voglio bene" sul braccio sinistro, ché metterci un nome di donna oggi è a rischio di ripetuta cancellazione via laser . Bevono reintegratori, mangiano barrette, ascoltano i greenday nella cabina della mietitrebbia.
A mezzogiorno hanno finito e si spostano sul prossimo campo. Mia suocera, contadina integralista, esce di casa per invitarli a pranzo. Come si è sempre fatto da quando il mondo è mondo e ci si coltiva e ci si raccoglie il grano. Guarda il campo interdetta, rasato come un biliardo, deserto di grano e di "contadini".
Ma dove sono andati?, chiede. A casa, gli risponde il nipote, hanno fatto. Ma io avevo preparato le tagliatelle, il coniglio e il pollo. Beh. Ce li mangiamo noi! Faccio io. Non la convinco ci rimane male, è come se una crepa si fosse aperta nella sua volta celeste. Ma come non mangiano?
E' vero, ha ragione. Il pranzo della trebbiatura è come il pranzo della pista: sacro.
Blasfemi giovinotti, tatuati e firmati, non saprete mai che coniglio vi siete persi.E adesso lo dobbiamo buttare? Ma che sei matta io ci faccio un:
Raviolo di coniglio, con ragù di rana pescatrice e finocchietto selvatico.
Aldilà di eventuali avanzi, che per me erano praticamente inesistenti ;) fate così:
Per il raviolo:
400 gr di polpa di coniglio disossata che farete rosolare in una casseruola, con olio extra, insieme a qualche foglia di salvia e un paio di "ciuffi" freschissimi di finocchietto selvatico. Una volta rosolata sfumate con del vino bianco e lasciate andare a fuoco basso per una ventina di minuti, aggiungendo eventuale acqua se serve. Raffreddate e passate al frullatore, aggiungete due tuorli, la mollica di pane raffermo bagnata in poco latte, sale e pepe. L'impasto deve risultare morbido e consistente. Preparate i ravioli con secondo le mie istruzioni, se siete più bravi di me usate le vostre :)
Per il sugo:
pulite la rana pescatrice e con la testa fate un fumetto, aggiungendo all'acqua una cipolla e una carota, fate andare per una ventina minuti. Pulite la testa della rana recuperando la carne (le guance sono meravigliose). Passate il fumetto in un colino e frullate la carne. Rimette il fumetto sul fuoco e fate ridurre di 2/3.
Poco prima di servire, in una padella capiente fate scottare uno spicchio di aglio in olio buono extra, tuffate dei pomodorini datterino, spellati e divisi in due e la coda di rana pescatrice tagliata a cubetti fate andare per non più di minuti 1 (uno). Scolate i ravioli che avrete fatto lessare nel frattempo, e fateli saltare in padella, aggiungete del finocchietto selvatico e la riduzione di rana. Impiattate con un filo d'olio a crudo (me sto per sentir male :( dalla fame). Servite e godete.
Questo piatto ha un filo conduttore, in due ricette di questa terra: il coniglio in porchetta, e la coda di rospo in porchetta con le patate mcd=finocchio. Il mare incontra sempre la terra ;)
E per chiudere dei Contadini Seri:
12 commenti:
Sarò noioso, ma questi spaccati di ieri confrontati con l'oggi sono sempre molto belli. Bravo.
Non è che che potrei avere la tua email?
Buongiorno Maurice, grazie per i complimenti. Puoi utilizzare quella del mio profilo: lacolica@hotmail.it. E comunque per maggiori dettagli ti ho appena mandato una mail.
Loste
Buongiorno "Colica".
Non finirai mai di stupirmi con i tuoi spaccati di vita.
La mattina quando arrivo in ufficio corro sul tuo blog per vedere cosa mi racconti e comincio la giornata sorridendo e (visto la mia origine contadina-maceratese, da noi si dice "vatte")
Complimenti di CUORE!
Soprattutto per la ricetta di oggi co lu finocchiu "vastardu".
Ciao da Lorella
Incredibile :) Qualcuno che parla della mietitrebbia!
Da piccola era un mostruoso attrezzo rosso e mio papà che la guidava mi sembrava un eroe.Oggi la macchina per lui è sempre la stessa, e mi dice tristemente che nessuno o quasi gli offre più quei pranzi luculliani che più di tutto lo premiavano della fatica di giornate infuocate di lavoro nei campi.
Ed erano appunto polli, conigli, intingoli e sbuffate che uff! Quella dove vado oggi non sa cucinare molto bene, ma da domani sono per tre giorni da una massaia speciale (e qui nn penso intendesse solo in cucina)...
Quando dico che preferirei zappare la terra forse qualche ragione ce l'ho.
Grazie del bel ricordo :)
Concetta
loste è grandioso
riesce a cogliere quei dettagli perduti che per uno nato negli anni sessanta sono ancora importanti
la mietitrebbia, il campo di grano, il caldo, vino e gazzosa, i contadini, la polvere, il rumore dietro le persiane quando si deve riposare a tutti i costi dopo pranzo perché sei ancora piccolo, la tavolata incasinata piena di cibo, quello buono, il sapore è perduto, mio nonno abbronzato che non invecchia mai e ride e canta continuamente.
Grazie loste
Che emozione
Io il "battere" l'ho visto solo nei filmini super8 di mio nonno...
Come si dirà rana pescatrice in francese? Facciamo che questa ricetta la salto, va'.
Buon week-end Loste.
Tarta
S'è perso tutto, o quasi. Qui l'anno scorso ho visto la prima vendemmiatrice, e certamente ritorna...
:)
@lorella: nonostante le mie settimanali frequentazioni in terra Maceratese, mi mancava lo "vastardu".
@concetta: anche se tuo padre non trova più gran che di pranzi, beato a lui.
@anonimo: un nome magari inventato no è? ;)Il vino e la gazzosa sono un must della battitura, la bottiglia ghiacciata "con un velo di panna".
@tartablu: "Lotte" in francese, spero che tu abbia passato un buon fine settimana.
@ste: la vendemmiatrice mi mancava proprio. :(
Vero vero quello che dici loste...
Ma io aggiungerei una cosa: che un tempo vendendo un quintale di grano avevi una discreta somma... Oggi con un quintale di grano ai si e no 16 euro LORDI del lavoro/sementi/concimi ecc ecc.
Quindi la mietitrebbia di adesso a differenza dei trabiccoli del passato DOVE a fatto la differenza? DOVE stà il progresso per noi contadini?
Ciao loste
Caro Edoardo non toccare quel tasto. Mia suocera lo fa per tradizione: due o trecento euro di perdita secca compresi i contributi. Per il prossimo anno l'obiettivo e di lasciare i campi disponibili per il fieno a chi voglia perderci tempo, senza chiedere affito o cose del genere. Meglio di quest'anno :))
Bhe..io i miei campi li lascio a disposizione delle mie oche...
E sono nella migliore posizione della piana Cuneese!!
Pazzo!
Questo è il commento generale.
Ma il pazzo si stà divertendo e piano piano stà mettendo tante cose a posto.
Appunto.... seee Pazzo!!
Ne riparliamo.
Loste
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