Transumanza
E' un po' come nella poesia "Pastori" di d'Annunzio, anche noi transumiamo, ma al contrario. Passiamo dalla collina al mare. Al contrario delle greggi che in questo periodo lasciavano il mare per le colline dell'entroterra. Ed è già un successo che non lo si faccia in pieno agosto, mese che riserviamo a ben altri destini.
E transumiamo verso il paese della "Moretta", bevanda che i ristoranti del posto hanno il coraggio di proporre anche in piena estate. Perché la moretta, come dice, l'aiutante della mia pesciarola: pescatore che la mattina cucina nel retro della pescheria, è fatta per le nebbie di ottobre, per le piogge di novembre e per la tramontana di dicembre. E' fatta prima di tutto per scaldare le mani, poi lo stomaco e infine la testa. La ricetta originale prevede "tutto l'alcool avanzato che c'hai in casa, messo in una bottija e portato in barca pe' fa el cordiale". Invece oggi è a base di rum, brandy e anice in parti uguali, scaldati (non bolliti) con una buccia di limone, messi in tazza con un cucchiaino di zucchero e un buon caffè bollente sopra, a prender quel colore che gli da il nome.
Il racconto della ricetta prosegue, sul modo e sui gesti per berla, entra nelle storie del mare, si bagna delle ondate che si infrangono sul peschereccio, si infila nella nebbia e nel "piatto" del mare, dove solo la cantilena del diesel rimbomba, si perde e si ritrova grazie al faro del canale: da puntare diritto prua a sud per lasciarlo a dritta, e virando, poi, sotto: entrare.
Lo ascolto e guardo il volto: le rughe di un'età indefinibile, gli occhi piccoli, il naso grande, e chiedo, ma quando rientrate che mangiate? Quel che rimane in fondo alle cassette, ce famo un sughetto col pomidoro e ce cocemi du ciavattoni.
E transumiamo verso il paese della "Moretta", bevanda che i ristoranti del posto hanno il coraggio di proporre anche in piena estate. Perché la moretta, come dice, l'aiutante della mia pesciarola: pescatore che la mattina cucina nel retro della pescheria, è fatta per le nebbie di ottobre, per le piogge di novembre e per la tramontana di dicembre. E' fatta prima di tutto per scaldare le mani, poi lo stomaco e infine la testa. La ricetta originale prevede "tutto l'alcool avanzato che c'hai in casa, messo in una bottija e portato in barca pe' fa el cordiale". Invece oggi è a base di rum, brandy e anice in parti uguali, scaldati (non bolliti) con una buccia di limone, messi in tazza con un cucchiaino di zucchero e un buon caffè bollente sopra, a prender quel colore che gli da il nome.
Il racconto della ricetta prosegue, sul modo e sui gesti per berla, entra nelle storie del mare, si bagna delle ondate che si infrangono sul peschereccio, si infila nella nebbia e nel "piatto" del mare, dove solo la cantilena del diesel rimbomba, si perde e si ritrova grazie al faro del canale: da puntare diritto prua a sud per lasciarlo a dritta, e virando, poi, sotto: entrare.
Lo ascolto e guardo il volto: le rughe di un'età indefinibile, gli occhi piccoli, il naso grande, e chiedo, ma quando rientrate che mangiate? Quel che rimane in fondo alle cassette, ce famo un sughetto col pomidoro e ce cocemi du ciavattoni.
Ciavattoni al ragù di mare.
Per quattro persone fai aprire a parte in una padella 400 gr di cozze e vongole, filtri il sughetto e tieni da parte. In una padella capiente scaldi in poco olio extra buono un paio di spicchi di aglio e una punta di peperoncino. Due minuti e tuffi 300 gr di pomodori sanmarzano privati di semi e bucce e fatti a filetti. Li lasci andare per 5 minuti, e poi aggiungi 200 gr di calamari e 200 gr di mazzancolle, che lasci andare per tre o quattro minuti. Lessi la pasta: paccheri di gragnano, la scoli, molto al dente, e la finisci in padella con il ragù di pesce, aggiungendo le cozze, le vongole e il loro sughetto di cottura, ed eventualmente un poco di acqua della pasta. Servi con un filo d'olio. E che ci bevi dietro? "Un bianchello del metauro belo ghiacciato, va giù che n'amore".
Magari non è un abbinamento "corretto", e un verdicchio con più struttura reggerebbe meglio il piatto. Ma va bene così.
9 commenti:
e bravo il nostro LOSTE che fa le foto senza ricette così poi le elaborano gli altri...scherzo...ciao sono l 'anonimo del polipetto più sotto....mi piace il tuo sito...bisogna odorare a poco a poco sbirciare immaginare e poi buttare lì...e quella sera timidezza e titubanza hanno preso sopravvento....per ora ti leggo con molto piacere..non ho velleità culinarie, come avranno capito tutti visto il suggerimento di cottura del polipo...a presto loste
katy
Aahhh ecco come ti chiami: Katy.
Beh la ricetta alla fine l'hai scritta tu. Aldilà di un po' di timidezza, che ci sta, questa, alla fine, è poco più di una casa. E chi entra, anche se anonimo, la prima volta :) è ospite gradito.
Leggi, e quando ne hai voglia scrivi, fa sentire meno soli.
Grazie
Loste
Fatto a Bruxell. Non capisco perche' ma i calamari di qua sono durissimi. Come faccio ad ammorbidirli un po'? Li prendo a schiaffi? :-)
Grazie
Tarta
Stavolta ti tiro le orecchie: la ricetta che dovevi pubblicare era quella della Moretta, troppo buona e "particolare". La spetto con dovizia di particolari.
@Tartablu: se sono congelati neanche a cazzotti :) scherzo ma il calamaro deve praticamente scottarsi appena, veramente due o tre minuti, così dovrebbe rimanere morbido, anche se è un prodotto decongelato.
@Maurice: hai ragione, "scapaccione" accettato. Entro pochi giorni mi faccio perdonare. Domani mattina alle tre mi aspettano al porto di Fano, ho chiesto di fare qualche foto, e loro hanno detto: "... sì però prima ci aiuti a scaricare, la barca" La Peciarola: "... Poi mi aiuti a caricare il mio furgone". "Poi dobbiamo portare le cassette all'asta, e poi alla fine ce famo colazione con la moretta".
Ho la sensazione che per quattro foto, mi stiano sfruttando un po' troppo, ma la moretta dovrebbe essere quella vera :)
Loste
cari tutti gli avventori, non so se vi è mai capitato di aver l'onore di sedervi alla mensa del padrone di casa, ebbene per chi non ha mai provato quest'esperienza tengo a consigliare una cosa.
Per lui tutta la pasta che si porta in tavola è scotta! Fate quindi attenzione al suo "molto al dente", perchè il suo consiglio sarebbe:"se proprio ce la volete mettere nell'accua, mettetecela, però che sia tanta, bollente e solo per non più di 20 secondi"...quindi per tutti i comuni mortali dotati di semplici mascelle, magari, per il tempo di cottura badate solo a non esagerare, o sbaglio padrone di casa? ;-)
Esaaagerato ... poi detto da te che vieni dalla terra della pasta...;)
A presto!
Loste
Ciao MArco
SOno Paolo
Stimao cucinando questa tua ricetta che dalle nostre parti si chiamano paccheri e non ciavettoni ma il gusto è lo stesso
DOpo pranzo ti farò sapere
PS
LO stiamo abbinado ad una bottiglia di vino siculo bianco
Ciao
Eccomi dopo il pranzo
Non abbiamo centrato l'obiettivo per due motivi:
1.occorre secondo noi essere attenti alla quantità di brodo di cottura che si aggiunge alla fine (meglio non esagerare) e poi
2.noi abbiamo messo i pachini mentre invece sarebbero stati migliori i san marzano (come del restop consigliavi tu ma non li avevamo in casa)
Il vino era un ITINERE ALCAMO ... un vino di serie B molto secco :)
Ciao alla prossima
Paolo
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