01 aprile 2009

Nessuno davanti

Ho sette anni. Sono sul punto più alto del mio paese, in sella alla mia bici nuova, rossa fiammante.
In effetti non è che sia proprio nuova: era di mio cugino. Però lui ci si è schiantato contro un muro per guardare i barattoli che aveva attaccati dietro. Due settimane di ospedale, una faccia irriconoscibile, un osso rotto di cui non ricordo il nome, ma che ha qualcosa a che fare con il “mago Zurlì”.
I genitori volevano buttarla, la sua bici, ma io non ho sentito ragione e adesso è mia. In effetti non è proprio rossa, è un color vinaccia sbiadito, ma poco importa. In effetti non so neanche andarci non riesco ancora a pedalare e restare in equilibrio. Mia madre si è raccomandata che mi venisse insegnato. Ma la pazienza di un genitore non supera le due cadute e i quattro sbandamenti da novello velocista.
Quindi avanzo spingendo con i piedi, e se trovo un piccolo avvallamento mi sento il Polidori della situazione, libero di scivolare in quell’attimo di velocità.
E’ stato dopo un paio di questi avvallamenti davanti casa, che ho rrealizzato che se fossi salito qui, in cima al paese, l’avvallamento diventava una discesa di mezzo chilometro. Una discesa che dopo un paio di buoni tornanti si infila nel paese, supera un incrocio e risale verso il centro storico. Sarà quella risalita, nel mio immaginario, che fermerà la corsa.
E si perché la mia bicicletta ha un difetto: non ha il manubrio dei corridori. Loro quando vanno in bicicletta tengono le mani basse, la schiena piegata, e la testa giù. Neanche guardano avanti, tanto la strada è libera, è la loro, nessuno si sogna di mettersi in mezzo alla strada quando passa un corridore. Ecco, allora io per simulare quella posizione bassa e, scoprirò poi da grande, aerodinamica, devo tenere le mani sui freni che sono la cosa più bassa che ho sul manubrio. Si lo so che così non freno, ma quando passa un corridore si fermano tutti. Quando passa un corridore la gente urla, gli corre dietro, gli butta l’acqua sulla schiena, e lui si alza sui pedali, e spinge verso la montagna, e sale tra ali di folla, con le moto che gli corrono avanti. Quando passa un corridore la strada è sempre libera.

Prima mi muovo piano, le gambe larghe per anticipare un eventuale sbandamento, ma la discesa mi porta subito in velocità. E allora mi piego in avanti le gambe raccolte sui pedali il naso a toccare il manubrio. La strada mi scivola veloce sotto le gambe, qualche buca ,l ‘asfalto sconnesso. Sul primo tornante mi allargo verso il muretto che mi separa dal vuoto: sotto il campo di bocce del bar del paese. Un attimo, un flash, ritorno a guardare la ruota, e la strada che mangia. La seconda curva è più difficile sembra larga ma poi si stringe improvvisamente, non lo avevo mai notato. La faccio contromano, ma tanto quando passa un corridore … Subito dopo la curva c’è casa mia, un flash mia mamma sul terrazzo le braccia aperte come se volesse raccogliere un pezzo di questo cielo azzurro, la bocca spalancata in un respiro di sole. Il vestito a fiorellini rossi, i capelli neri. Ritorno sulla strada tra poco ho l’incrocio e poi la risalita a fermare questa corsa. Ma prima passerò davanti al bar dove mio padre stava chiacchierando con i suoi amici, quando alla chetichella sono salito in cima al paese. Ed è lui, adesso davanti a me, in mezzo alla strada, le gambe e le braccia spalancate. Sembra un disegno che ho visto sfogliando un libro di mi zio, un uomo nudo con quattro gambe e quattro braccia in un cerchio. Non lo evito, non posso evitarlo. Non era previsto che frenassi e non si è mai visto che qualcuno si metta in mezzo alla strada quando passa un corridore.

Non credo di avergli fatto molto male, quando siamo caduti entrambi in mezzo alla strada. Forse gli han fatto male le risa dei suoi amici davanti al bar. A me ha fatto male il secondo calcio nel culo, il primo lo avevo attutito, ma il secondo è arrivato inaspettato e il dolore è stato intenso, ho fatto anche qualche salto sul posto, tenendomi la parte offesa con le mani. Poi sono tornato a casa a testa bassa. La bicicletta spinta a mano. Un ferita che sanguina dal ginocchio destro. Un altra che fa male dentro, ma che non si vede. Ho lasciato la bicicletta per terra davanti alla porta di casa, ho salito le scale, pronto ad un paio di scapaccioni di mia madre, che invece mi guarda comprensiva e con un mezzo sorriso mi chiede: "che cosa mangiano i corridori a pranzo ?"...

Gli spaghetti col tonno per modo di dire




Non sono quelli che mi preparò quel giorno mia madre. Ma nel frattempo ho cambiato anche tante biciclette, sono finito per terra tante volte, sono stato ricucito dagli amici medici, ho i segni del mio andare su braccia e ginocchia, e ho anche molte più ferite che dolgono dentro. E ci sta quindi che gli spaghetti non siano quelli di quella volta.



Ho preso le punte di un mazzo di asparagi selvatici, le ho lavate e le ho messe a scottare in padella con un filo di olio ed uno spicchio di aglio. Ho aggiunto appena un poco di acqua e coperto per qualche minuto per terminare la cottura. Ho lessato la pasta, anche qui, erano delle linguine MaKaira e non spaghetti. Poco prima di scolarla ho aggiunto dei pomodorini secchi, dolcissimi e buonissimi, che ora non ho più, ma potete usare dei piccadilly confit o addirittura seccati in forno con olio e timo per 4/5 ore a 75 gradi. Insieme alla pasta ho incorporato del tonno fresco fatto a cubetti e ho mantecato per un minuto o poco più. Ho servito con un filo d'olio.



20 commenti:

Virò ha detto...

Il mio attuale stato di madre mi fatto venire la pelle d'oca, quello intimo e perenne di ragazzina mai cresciuta mi ha fatto chiudere gli occhi prima dell'incrocio...perchè tanto ci credo che non passa nessuno!
E tu che ti porti dentro le emozioni di quel corridore, sei diventato un padre indulgente?...

Loste ha detto...

Dovrei chiedere ai miei figli @Virò. Cerco, comunque, di tener sempre viva l'anima del bambino che sono stato e che sono. Perché se manca quella, mancano i sogni e se mancano i sogni ... non è bello !

titona ha detto...

i calci nel culo sono stati la cosa migliore che ti potesse capitare Marco. Ci vorrebbero meno cose e più calci nel culo per certi ragazzi. Così continuerebbero a sognare...

Lady Cioffa ha detto...

fantastica la frase di tua mamma!

losmilzo ha detto...

gli spaghetti "de magro" per modo di dire

Gunther ha detto...

i spaghetti sono favolosi il racconto altrettant, quando bastava andare in bici per sentirsi dei fighi

Anonimo ha detto...

storia di vita...cadere per risalire ed imparare...quando ero picolo mio padre mi portava in bicicletta ed io mi divertivo a fare zig e zag sui binari del tram....mio padre mi diceva di stare attento...ed io non ascoltavo mio padre mi lascio saggiamente fare poi caddi...mi sbucciai...non lo rifeci piu...oggi rivedendo le rotaie mi viene da ridere e ricordo con piacere
chef complimenti per il piatto
equilibrio gusto con elementi di qualità
www.chefmarco.splinder.com

marzia ha detto...

finalmente, era da un po' che aspettavo qualcosa di nuovo su queste pagine.
mi hai fatto venire in mente la mia prima bici senza rotelle, rossa... e le croste sulle ginocchia. ma anche la pasta in bianco, con olio e parmigiano, mangiata al mattino alle 5:30 prima di partire per le gare di MTB, una decina di anni fa

Iaia ha detto...

Credo che qualche cretinata con la bicicletta l'abbiamo fatta tutti, io mi sono presa uno scapellotto perchè all'epoca dicevano che serviva a far passare lo spavento (!?)Lo spavento non me lo ricordo più, lo scapellotto si, eccome. Bentornato.

JAJO ha detto...

Splendidi i commenti di Virò e Titona, così come la frase di tua madre. E splendide le emozioni di sfidare il vento che ti schiaffeggiava la faccia quando ti lanciavi in bici dalla cima della salita, i brividi del "freno-non freno", le immancabili cadute e... i calci nel culo :-D. Comunque meglio quelli che incrociare qualcuno che non sa che tu sei un corridore....
Bentornato nei ricordi Loste :-D

P.s.: il piatto..... che te lo dico a ffa'... :-D

Fra ha detto...

A parte i calcioni nel sedere, l'emozione di sfrecciare giù per quella strada deve essere stata enorme!
Gli spaghetti, anche se non sono quelli che mangiò il piccolo ciclista di quel tempo, devono avere un sapore unico
Un abbraccio
fra

Mariù ha detto...

Bentornato!!
Grande papá (per i calci in culo, alla fine ci stanno), grande mamma (per la frase che ti fa sentire un campione quando meno te l'aspetti), grande Marco (per questa pasta eccezionale di cui sento il profumo da qui).
Buona giornata!

Loste ha detto...

@Titona... se lo dici tu ! Ma probabilmente è così !

@Giò ... poche parole (una volta) ma sostanziali.

@smilzo ... si per modo di dire gli spaghetti di

fighissimi @Gunther

Abbiamo tutti una storia a due ruote @Marco ... grazie

Eh cara @Marzia la pasta in bianco alla mattina alle cinque ... qualche volta (poche) è toccata anche a me .... poi marmellata e pane a rumore :)))

@Iaia benritrovata ;)

E chetooo-dicoaffa @Jajo :)))

Si l'emozione la sento ancora e se non mi avessero fermato sarei arrivato fin quasi alla fine della salita @Fra

@Grande Mariù ;))

eleonora ha detto...

Tanti auguri...per una meravigliosa primavera ed una felice Pasqua!

MarinaV ha detto...

Buoni quegli spaghettoni Ma'kaira...

Gata da Plar - Mony ha detto...

Io da piccola ho fatto il contrario... cioè ho presi lo slancio con la bici (una graziella verde sgangherata) per arrivare in cima alla salita di casa mia... ma correvo così tanto (a vedermi adesso non ci si crederebbe mai... ^___^) che arrivai in cima, con la foga dello slancio attraversai la strada (e qui non uno ma ben 10 angeli custodi mi stavano intorno!!!) e finii nel fossato della casa che stava dall'altra parte... risultato?
1 ginocchio bello sbucciato fin quasi all'osso, un polso slogato, le risate del vicino (che vergogna...) 4 bei ceffoni da mamma e... una cioccolata in tazza calda calda... bei tempi.... :*)

Anonimo ha detto...

mmm questa la provo stasera per una grande occasioe!
:-)

Robiciattola ha detto...

la nonna faceva la pasta alle vongole scappate che in calabria si cucinano con aglio pomodorini e prezzemolo.
percui ok a tutto il condimento, ma niente vongole!!!
Rob

Anonimo ha detto...

Perche non:)

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu