23 luglio 2007

Panini e panettieri

Mi aveva acceso la curiosità Rolando quando fui a cena da lui. Parlavamo di olio e finimmo sull'aceto, mi raccontò che non amava questo prodotto, a parte non disdegnare del balsamico tradizionale di Modena, anche se io preferisco il Reggio, e che accettava l'aceto classico solo in una preparazione: l'insalata morta. L'insalata cioè avanzata e lasciata in frigo a "cuocere" nel suo condimento in cui è presente appunto l'aceto. Mi disse poi che la morte ideale era in un panino con della mortadella, tagliata spessa e possibilmente a mano. Ma il pane doveva essere uno solo: "La Lollo" del panificio Archilei di Fossombrone (PU).
Misi la cosa lì in un cassetto della memoria e poi qualche giorno dopo, un collega, un amico, legge il post su Rolando mi chiama, mi fa i complimenti per il blog e mi dice:"... la Lollo" è? "... la facciamo noi". Noi chi? chiedo "la mia famiglia" risponde. Lo tempesto di domande, non si chiama Archilei che c'entra, chiedo mi informo: il bisnonno, la nonna, lo zio il padre. Generazioni che son lì a fare il pane, dal 1889.
La curiosità cresce. Ma tanto sarà pane come tanti altri. Sarà acqua, farina, lievito, sale e... Beh perché chiamare un pane "Lollo"? Il mio bisnonno era "innamorato" della Lollobrigida. E così si è inventato "La Lollo".
Però se le cose stanno così allora partiamo io e Leo, presto di sabato mattina. E si perché non andiamo a cercare del pane, ma andiamo a trovare una Passione. E quando il cibo è passione allora va raccontato.

Fossombrone e mezzo addormentata quando arriviamo, ci facciamo un giro per il centro e poi cerchiamo la caserma dei carabinieri, perché è li vicino che Archilei ha il negozio.
Entriamo ci accolgono una foto del fondatore e una commessa che ha un accento per niente marchigiano, ma parla di pane come se fosse della famiglia. Conto più di una decina di tipi di pane, altamura, toscano, ferrarese, ai semi, all'orzo, e una decina di tipi di pizze e focacce. Compriamo e assaggiamo e poi chiedo "la Lollo". E' tipo una baguette ma leggermente più grande, più corta e molto più leggera di una baguette. Ha forma tondeggiante senza soluzione di continuità tra la parte inferiore e quella superiore. E' liscia, profumata, quasi da accarezzare. Sorrido e penso al bisnonno del mio amico. Non è azzeccato il nome, è azzeccato il pane ;)
Ce ne torniamo a casa soddisfatti e felici e a pranzo ci facciamo:

La "Lollo" con insalata morta e mortadella




Imbottite una "Lollo" con insalata condita qualche ora prima e tenuta in frigo, aggiungete della mortadella buona, se possibile tagliata al coltello, e comunque non sottile come sono abituati a fare qui da queste parti che quando apri la confezione devi staccarla dalla carta senza più riconoscer le fette.
La Lollo è il pane ideale per la mortadella, morbido e friabile, che però non si polverizza al morso. E' soffice, carico di aria da lievitazione e quindi leggero. Noi ci siamo sbizzarriti e l'abbiam provata anche con del melone ghiacciato al posto dell'insalata. Piacere puro

Panificio eredi Archilei
viale Martiri, 31
Fossombrone (PU)
0721 714911



6 commenti:

Anonimo ha detto...

semplicemente perfetto! la lollo con la mortadela 'a morte sua... ma l'insalata morta? non sapevo si chiamasse così... e addirittura che se ne facesse uso...

Anonimo ha detto...

Da anni cerco pane buono (e salato) nelle terre del Duca. Impresa vana e Donchisciottesca come una lotta coi mulini a vento.
Mi luccicano gli occhi a leggere questo Post e sappi che ti sono debitore !

Gloricetta ha detto...

Tra due settimane sarò a Città di Castello...cosa dici...è una distanza ragionevole per spingersi fino a lì per una bella "lollo". Per ora me lo annoto! Glò

Anonimo ha detto...

Qui a Roma abbiamo pizza e mortazza (trattasi di pizza da fornaio alla pala con sopra olio e sale grosso, morbida e croccante insieme). E io ci metto sopra lo champagne. Secondo me la mortadella è una delle manifestazioni del genio nazionale. Trovo abbinamenti elettivi la cipolla e il tartufo.
Saluti

Loste ha detto...

L'insalata morta la buttavo anche io, prima :)
Da Città di castello son meno di 100 km, se ci metti una visita ad Urbino e una metà culinaria ;) si fa tranquillamente.
Non sapevo che si chiamasse Mortazza la pizza fatta a quel modo. Bollicine sempre a pulir la grassezza. Ciao Mara.
Mio Signore le consiglio, usando quei moderni e infernali strumenti nei quali si può parlare e anche ascoltare l'altrui pensiero, di prendere informazioni. Perchè nel suo ducato ben due banchi di vendita contan codesti signori.
Loste

Anonimo ha detto...

Fossombrone..Montefeltro incantato che per tanti anni mi ha visto sua ospite nella città del Suo Signore: Urbino!Che terra, quanta storia, quanti sapori..