Buoni o cattivi ?
Ho vissuto la prima parte della mia vita da “buono”, direi quasi da “coglione”.
Ho sempre cercato di non imporre le mie idee e di cercare di trovare un punto d’incontro con le persone che avevo di fronte.
Ho sempre detto “buongiorno”, “ciao” e “buona giornata” anche se la persona a cui era rivolto il saluto non rispondeva.
Ho sempre detto “D’accordo lo faccio”, anche se quello che mi chiedevano di fare era una palese stronzata.
Ho sempre detto “Mi scusi…”, “Posso….” anche se chi avevo di fronte era arrogante e ipocrita.
Ho sempre dato ascolto alle persone più anziane perché da piccolo mi hanno insegnato che loro erano più saggie di me.
Ho sempre fatto la fila senza passare davanti a nessuno, e quando qualcuno mi passava davanti, ho evitato di farglielo notare per salvarlo da una figuraccia in pubblico.
Ho sempre dato tutte le spiegazioni che mi venivano chieste, anche se chi me le chiedeva non aveva nessun diritto di farlo, e doveva semplicemente eseguire un compito.
Ho sempre detto “Per favore e per piacere” quando ho chiesto qualcosa, anche se quella cosa mi era dovuta.
Ho, allo stesso modo, detto sempre “Grazie”, “Ti ringrazio” anche se la cosa che mi era dovuta, mi veniva data con disgusto e di malavoglia.
Ho sempre detto “Non fa niente, cerchiamo di risolvere il problema” anche se il problema non lo avevo creato io, ma qualche incompetente con cui ho avuto a che fare.
Ecco dopo 43 anni vissuti così ho deciso di vivere i prossimi 43 (non ne disdegno qualcuno di più, nell’eventualità tornerò ad essere “buono”) da emerito s*****o, corretto, ma s*****o.
Ecco perché un paio di settimane fà di passaggio in un paese che non frequento, ho fatto prendere un accidenti e sicuramente tutta una serie di crisi di coscienza, alla farmacista locale che non mi ha voluto vendere il Bentelan, nonostante la crisi di allergia, in quanto sprovvisto di regolare ricetta. Cosa ho fatto ? Nonostante la gentilezza e l’assicurazione che di quel farmaco ne faccio uso normalmente, all’ennesimo rifiuto altezzoso e pieno di superbia ho simulato un attacco asmatico improvviso (molto di più di quello che avevo) con mancanza di respiro, colorito che passava dal rosa al rosso al blu, mancamento, occhi strabuzzanti e rantoli vari. Quando la gentile signorina si è precipitata nel retro per chiamare la guardia medica, me ne sono tranquillamente andato, sono risalito in auto ed ho proseguito il viaggio.
Oppure, ecco perché, al signore che un paio di giorni fa faceva la fila dietro di me, praticamente sfiorandomi ripetutamente il c**o e alitandomi sul collo, in un laboratorio di analisi, nonostante fosse stato presente un cartello che recitava: “Per il rispetto della privacy degli altri pazienti, attendete il vostro turno dietro la riga gialla”, non ho trovato di meglio che umiliarlo facendolo vergognare e dicendogli che nonostante la mia grave malattia (inesistente) “…non ho neanche il diritto di viverla nel mio dolore, trovandomi gente come lei a sbirciare le mie ricette.”
Ho sempre cercato di non imporre le mie idee e di cercare di trovare un punto d’incontro con le persone che avevo di fronte.
Ho sempre detto “buongiorno”, “ciao” e “buona giornata” anche se la persona a cui era rivolto il saluto non rispondeva.
Ho sempre detto “D’accordo lo faccio”, anche se quello che mi chiedevano di fare era una palese stronzata.
Ho sempre detto “Mi scusi…”, “Posso….” anche se chi avevo di fronte era arrogante e ipocrita.
Ho sempre dato ascolto alle persone più anziane perché da piccolo mi hanno insegnato che loro erano più saggie di me.
Ho sempre fatto la fila senza passare davanti a nessuno, e quando qualcuno mi passava davanti, ho evitato di farglielo notare per salvarlo da una figuraccia in pubblico.
Ho sempre dato tutte le spiegazioni che mi venivano chieste, anche se chi me le chiedeva non aveva nessun diritto di farlo, e doveva semplicemente eseguire un compito.
Ho sempre detto “Per favore e per piacere” quando ho chiesto qualcosa, anche se quella cosa mi era dovuta.
Ho, allo stesso modo, detto sempre “Grazie”, “Ti ringrazio” anche se la cosa che mi era dovuta, mi veniva data con disgusto e di malavoglia.
Ho sempre detto “Non fa niente, cerchiamo di risolvere il problema” anche se il problema non lo avevo creato io, ma qualche incompetente con cui ho avuto a che fare.
Ecco dopo 43 anni vissuti così ho deciso di vivere i prossimi 43 (non ne disdegno qualcuno di più, nell’eventualità tornerò ad essere “buono”) da emerito s*****o, corretto, ma s*****o.
Ecco perché un paio di settimane fà di passaggio in un paese che non frequento, ho fatto prendere un accidenti e sicuramente tutta una serie di crisi di coscienza, alla farmacista locale che non mi ha voluto vendere il Bentelan, nonostante la crisi di allergia, in quanto sprovvisto di regolare ricetta. Cosa ho fatto ? Nonostante la gentilezza e l’assicurazione che di quel farmaco ne faccio uso normalmente, all’ennesimo rifiuto altezzoso e pieno di superbia ho simulato un attacco asmatico improvviso (molto di più di quello che avevo) con mancanza di respiro, colorito che passava dal rosa al rosso al blu, mancamento, occhi strabuzzanti e rantoli vari. Quando la gentile signorina si è precipitata nel retro per chiamare la guardia medica, me ne sono tranquillamente andato, sono risalito in auto ed ho proseguito il viaggio.
Oppure, ecco perché, al signore che un paio di giorni fa faceva la fila dietro di me, praticamente sfiorandomi ripetutamente il c**o e alitandomi sul collo, in un laboratorio di analisi, nonostante fosse stato presente un cartello che recitava: “Per il rispetto della privacy degli altri pazienti, attendete il vostro turno dietro la riga gialla”, non ho trovato di meglio che umiliarlo facendolo vergognare e dicendogli che nonostante la mia grave malattia (inesistente) “…non ho neanche il diritto di viverla nel mio dolore, trovandomi gente come lei a sbirciare le mie ricette.”
Esagerato ? Scorretto ? Che dovrei fare rimanere il buon Loste di sempre ?
Fatto sta che questa mattina, mentre facevo la spesa nel piccolo "alimentari" dove mi servo di solito, una signora anziana mi è passata avanti al banco dei salumi e formaggi, ho provato a dire qualcosa, ma costei mi ha risposto, indirettamente, rivolgendosi alla commessa con fare acido "... muoviti che c'ho tanta fretta". Poco dopo mentre ero alla cassa, in attesa del mio turno, mi giro per prendere le solite cose che trovi in prossimità della cassa: cingomme scoreggianti, ovvetti con sorpresa..., e quella mi ripassa davanti. La cassiera mi ha guardato con una faccia tipo: "Ti prego non dire niente, faccio il conto veloce veloce, e la mandiamo via senza parlarle... senza considerarla..."
Ecco vedi non sono capace di essere s*****o, che ci vuoi fare. Ma alla fine una salutare sciatica bloccante a letto per un paio di giorni, la auguro di tutto cuore all'acida signora di questa mattina.
Ancor di più che tornando a casa arrabbiato, più con me che con lei, ho completamte sbagliato a fare la:
Crostata con confettura di fragole allo sciroppo balsamico e crema allo zabaione
Per la frolla andate a vedere qui, io questa mattina dai nervi non mi sono reso conto di aver usato farina lievitante... che ci starà a fare dentro casa poi una farina lievitante?!
Per la crema allo zabaione battete il rosso di un uovo con un cucchiaio di zucchero e uno di fecola di patate, aggiungete un dito di marsala e mezzo bicchiere di latte. Cuocete a bagnomaria e lasciate raffreddare.
Per la confettura, usate una buona marmellata tipo questa. In mezzo barattolo aggiungete dello sciroppo di aceto balsamico che potete comperare già preparato o facendo uno sciroppo con 2 cucchiai di zucchero e 5 di condimento balsamico. NON USATE gli aceti balsami industriali (Ponti, ecc.) avreste sgradite sorprese.
Statemi bene.
1 commento:
Buoni si nasce, cattivi si diventa, diceva la maglietta del "campione" di qualche sera fa all'Eredità.
Sembra proprio di sì o meglio: cattivi ti fanno diventare. Però hai trovato il sistema di addolcire la pillola: un'ottima crostata anche la Befana porta via.
Auguri.
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