23 dicembre 2010

Ooops: il pranzo di Natale che cucinerò (4)

Cose da fare prima di Natale:

ritirare la giacca dalla lavanderia;
portare la macchina a Davide;
passare a ritirare il pesce per la cena della vigilia;
preparare il polish per il pane del 25;
ritirare la pasta madre da Gloria (sarà la ventesima volta);
preparare le valige;
fare tutte le raccomandazione del caso a Leo che resta a casa da solo;
caricare i regali in auto;
ricordare a Leo che per prendere un treno occorrono i biglietti;
chiamare Davide e dirgli di venire a prendersi la macchina;
tirar fuori l’arrosto dal congelatore;
montare il cassone;
passare alla Tnt;
dire a Babbo Natale che usare i corrieri espressi sotto Natale è da pirla;
scaricare i regali dall’auto;
cuocere l'arrosto;
ricordarsi le valige prima di partire;
mettere i regali sotto l'albero sopra al biglietto con scritto "metti i regali qui ! Grazie!"
cuocere l'arrosto (che non è così scontato)
cuocere il pane (ancora di meno)
pubblicare il post del dolce del pranzo di Natale;
...
...

Il tiramisù alla Nora




Per 4 persone

Passate al setaccio 200 gr di ricotta vaccina buona. Montate a velo l’albume di tre uova, montate i tuorli delle 3 uova con 120 gr di zucchero, Una volta che i rossi saranno montati aggiungete 50 cl di panna fresca, cuocete a bagnomaria fino a raggiungere una temperatura di 70°, lasciate raffreddare.

In quattro coppe da spumante dolce, disponete un savoiardo ciascuna, …. Non intero ma fatto a pezzi ! Bagnatelo con una bagna composta da caffè amaro e rum di qualità. Spolverate i biscotti con del cioccolato grattugiato al 50%. Incorporate i tuorli raffreddati alla ricotta, con una frusta amalgamate bene in modo che non appaiano grumi, incorporate gli albumi montati con un movimento rotatorio dal basso verso l’alto per incorporare aria.

Versate il composto nelle coppe, cospargete metà della superficie con polvere di cacao amaro, e sopra di essa versate, poco prima di servire, una salsa di mirtilli tiepida che avrete preparato cuocendo una confezione di mirtilli freschi per 5 minuti in uno sciroppo di acqua (1 bicchiere) e zucchero (due cucchiai).

Prendere le chiavi di casa di Treviso.
Dire a Nora che la sua idea di usare la ricotta per il tiramisù è perfetta !


19 dicembre 2010

Passerà: il pranzo di Natale che cucinerò (3)

Passerà, lento come sta arrivando, anche questo Natale se ne andrà.
Mi lascerà qualche ruga in più sulla pelle dell’anima. Qualche ricordo che come fotografie non fatte, appenderò sul muro della memoria. Le vedrò sbiadire con il tempo, come la vernice fresca lavata dalla pioggia. Berrò tutti i singoli momenti, gli attimi cristallizzati di qualcosa che il tempo porterà via con l’età dei miei figli. Il Natale non è roba per grandi.

Guarderò l’adolescenza curiosare nei gesti dell’infanzia, i piccoli segni che solo i bambini sanno ancora curare: il calendario dell’avvento disegnato su un grande foglio bianco. I regali disposti in linea perfetta con le tavole del parquet del pavimento. Le palline color d’oro alternate con quelle rosse e poi con quelle argento.

Fuori nevica; che ne scenda tanta da non farmi ripartire, che ne scenda poca da farmi ritornare. Qualcuno si alza più presto del solito perché il tempo per stare insieme è prezioso come l’ultima razione di aria da respirare, di acqua da bere, di torta da mangiare. Ci viviamo così accoccolati negli angoli della vita, vestiti con calzetti pesanti, nel caldo di un camino che brucia i minuti, di un piumone che dilata le ore, fermi quasi immobili ad aspettare Babbi Natali bloccati dalle “avverse condizioni meteo” .

Ci infiliamo in cucina per colazioni che servono a far passare la fame d’amore più che quella di cibo. Ti aiuto perché almeno stiamo insieme, non cucino per poter giocare con te.

Mi sdraio a parlare in inglese della tua vita e dei tuoi amici, in un misto di ripetizoni, lezioni, "private lessons", che ci fa stare ancora insieme fino a cinque minuti prima che tu te ne vada a vivere la tua giovinezza, eio la mia stanchezza. Ci trasciniamo in normalità anormali finché arriva il buio della notte, che è come quello del pomeriggio, ma più buio.

Ti guardo mentre ti stendi nel letto, il pigiama infilato a rovescio, che “così non ti mordono i cani” baci della buonanotte scambiati. Ti ascolto mentre ascolti l’ultimo pezzo di musica. Ti accarezzo i capelli folti nel risveglio della notte, ti abbraccio nel sussurro ricorrente, finché non ti sentirò rispondere nel sonno: "Anche io papà".

Passerà e se ne andrà lento come è arrivato questo Natale

Il Cappone alle prugne


Disossate o fatevi disossare un cappone dal vostro macellaio.
Preparate circa 1 chilo di carne mista (lonza di maiale e manzo), macinata finemente, conditela con sale , pepe e noce moscata, aggiungete 100 gr di parmigiano grattugiato e due uova. Amalgamate molto bene e poi aggiungete 50 gr di uvetta che avrete lasciato rinvenire in mezzo bicchiere di marsala buono. Salate l’interno del cappone disponete il ripieno allargandolo per la larghezza del cappone, aggiungete una fila di prugne secche, chiudete e legate con uno spago o usate una rete.


Riscaldate il forno a 200°. In una teglia mettete poco olio evo e adagiate il cappone, infornate per 15 minuti, poi girate il cappone e fate andare per altri 15 minuti. Sfumate con un vino bianco secco coprite con carta alluminio, abbassate il forno a 180° e fate andare per almeno un’altra ora e mezza. Se usate un termometro fate arrivare la temperatura interna almeno a 90°.Tenete l’arrosto umido durante la cottura aiutandovi con del brodo se occorre. Servite con patate e topinambur saltate in padella.

15 dicembre 2010

Il profumo buono: il pranzo di Natale che cucinerò (2)



La stanza è più alta che larga, ingombra di libri fino al soffitto, dallo sportello sotto la scrivania, incassata, incastrata, nella libreria, sbuca, con un sistema di cui il falegname che lo ha costruito va ancora fiero, un semplice ripiano scorrevole, su di esso un giradischi omaggio di “Selezioni dal Reader’s Digest”. E’ grigio, monumentale, grosso e tondeggiante, le casse sbucano tra i libri, con i fili che scorrono nascosti. Vietato toccare. Non è scritto, ma si sa. Causa anche il rivestimento di finta pelle attira le mani di noi bambini, come solo la curiosità infantile sa fare.
La collezione delle “FIABE SONORE” fa bella mostra nell’angolo sinistro di questa libreria. Ne scegli una apri il libro sfili il disco dalla terza di copertina, lo pulisci con al pezzetta rossa, seguendo i solchi stampati nel vinile, come ti hanno insegnato., adagio pianissimo anche se quel pelucchio non molla. lo tiene a mani aperte per il bordo che neanche fosse un piatto pieno da portare.

"A mille ce n'è
nel mio cuore di fiabe da narrar (da narrar).
Venite con me
nel mio mondo fatato per sognar…(per sognar)... "


La stanza è più alta che larga, satura del profumo di mia nonna. Seduta alla sua poltrona scruta il biancore della neve caduta, guarda il cielo che pesante si libra tra l’orto e il campanile del paese. Il vento che trascina la neve in mucchi ondeggianti, dalle creste taglienti, rafne di neve più alte di me. L’ascolto raccontare del nevone del cinquantasei, i camminamenti che nascondono case e persone, il freddo terribile di quel febbraio. I Natali si rincorrono nella loro normalità, le donne di casa vestite a festa con sopra i grembiuli di cucina, il profumo, leggero, di naftalina dai vestiti della festa, mio padre con la cravatta corta e il nodo enorme, le scarpe nuove e il vestito buono, il panettone sul mobile della sala, il croccante di mia zia, la bottiglia di spumante, rosso per modernità, il giradischi che suona le fiabe.

"… che bello se accettasse di divenir mia sposa.
Mi metterò a far la guardia a questa tabacchiera…
La ballerina sospirava sempre reggendosi in equilibrio sulla punta della scarpetta da ballo…”


La fiaba continua imperterrita, mio fratello ne segue la storia con il dito sul libro, la neve ha cominciato ad aggrapparsi ai vetri della finestra, si attacca inesorabile, asciutta, secca e ghiacciata come dice mia nonna, troppa per farci andare a messa. In sala si apparecchia, la tovaglia di lino ricamato, dote di nozze di mia zia vedova, il servizio buono e il televisore acceso, perché si ci sarà la neve ma la messa del giorno di Natale tocca sentirla per forza.

La stanza è più alta che larga, ora profuma di cucina: di arrosto e di brodo caldo, il brodo buono quello per i :

Cappelletti di Natale


Per il ripieno dei cappelletti:
400 gr di polpa di manzo che taglierete a pezzetti e rosolerete, con 2 cucchiai di olio e 50 gr. Burro, lasciate rosolare bene, per una ventina di minuti a fuoco vivo. Poi salate e pepate, sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco e una spruzzata di grappa. Coprite e lasciate cuocere a fuoco lento finché non si asciuga il liquido. Lasciate rafreddare, aggiungete 200 gr di mortadella e 200 gr di prosciutto crudo. Passate tutto al frullatore fino ad ottenere un composto quasi omogeneizzato. Trasferite in una “ball” aggiungete due uova intere, 50 gr di parmigiano reggiano grattugiato, una generosa grattata di noce moscata (generosa !) e la buccia di un intero limone grattugiato. Correggete di sale se occorre.

Cuocete in un brodo di carne di manzo e gallina, o tacchina come viole la tradizione, se potete chairificatelo come da istruzioni qui, altrimenti è buono lo stesso

08 dicembre 2010

Il pranzo di Natale che cucinerò (1)

Ecco ci risiamo. Nonostante tutte le contro misure che erano state messe in campo, non ci siamo riusciti neanche quest’anno. E si che l’avevamo studiata bene; basso profilo, nessuna pubblicità, niente segni premonitori, nessun accenno, mai pronunciato il suo nome. E nonostante tutto questo, è tornato il Natale.

Che poi a noi, a me, e a quelli come me, non è che si abbia qualcosa contro il Natale. Ma non scherziamo ! E’ vero che noi, quelli nati con il sei come terza cifra dell’anno, noi, siamo sempre stati i figli della befana. Il Natale si, ma Babbo Natale, a noi ci è arrivato in casa con i nostri i figli, con le loro scuole. Arrivato Babbo Natale, sfrattata la Befana, relegata ad una calzetta di dolcetti che nessuno mangia. Ma che ne sanno oggi dei giochi che portava la Befana negli anni ’60. Certi mangiadischi 45 giri a molla che infilavi partiva e poi schiacciavi il bottone che risputava fuori il disco. Da dove pensi che sia nato il sistema “shuffle” della iPod. Quando il pulsante non funzionava sbattevi il mangiadischi contro tutti i muri di casa finché non si decideva a sputare quel pezzo di vinile.

Comunque ecco, nonostante il basso profilo che ci eravamo impegnati a tenere il Natale è tornato. Non che avremmo avuto qualche sparuta speranza di non farlo tornare. Mica ci si può mettere contro il tempo. No, è che quest’anno speravamo di evitare il rumore, il frastuono di sempre. E si perché non ne possiamo più della solita sequela di stron@ate che si accavallano tra televisione, radio e giornali.
Basta con il solito servizio dalla grande mela per intervistare connazionali che fanno lo shopping tra le quinta e park .
Basta con i servizi su quanti regali in meno faremo a testa.
Basta con i servizi su quanto durerà la tredicesima.
Basta con i servizi sugli euro in meno che spenderemo, per i regali, per il cenone, per le vacanze.
Basta su tutti i servizi sui regali in genere.
Basta con le interviste ai bambini per chiedergli cosa hanno chiesto a babbo natale.
Basta con i servizi su cosa mangeremo per il pranzo di natale e poi per il cenone, con il solito alimentarista che spiega come ci dovremmo nutrire, le calorie delle lenticchie, il ferro, il rame e tutti i metalli pesanti.
Basta poi con i servizi sulle dieta post cenone, con l’ alimentarista che mi rispiega che non dovevo mangiare, ma tanto ormai ho magnato, e che ora mi spiega che adesso devo mangiare tanta frutta.
Basta con i servizi sui posti dove andranno in vacanza gli italiani.
Basta anche sui servizi degli italiani che rimangono in città.
Basta con i cinepanettoni, e con i loro trailer che durano quanto il film, chiudete i cinema e riapriteli a febbraio.
Basta con i discorsi a reti unificate, che finché erano due le reti, via, via, ma adesso.
Basta con i servizi sui vip che vanno a Cortina, a Cortina ci vanno solo loro.

Basta dai… questo Natale fate i bravi risparmiateci tutti i vostri soliti cilici del Natale. Fateci un regalo grande, diteci solo Buon Natale, il giorno che ci metteremo a tavola con la famiglia e infiliremo le forchette ne:

L’antipasto: strudel di carciofi e radicchio, con crema di zucca all’asiago e sale nero.


Per 4 persone

Per la pasta dello strudel:Impastate 250 gr di farina, con 100 gr. di burro, 50 ml di H2O ghiacciata e un uovo, aggiungete un pizzico di sale e poi fate riposare in frigo per un paio d'ore.

Stendete la pasta e riempitela con due carciofi che avrete scottato in una casseruola a fuoco lento per una decina di minuti profumandoli con aglio e prezzemolo, aggiungete due cespi di radicchio trevigiano, diviso in due, anche questo scottato in padella, 2 minuti per parte. Da ultimo aggiungete dell'Asiago allevo semistagionato (3 mesi) in mancanza di questo va bene anche l'Asiago fresco. Chiudete la pasta in forma di strudel spennellatela di rosso d'uovo e infornate a 200° per 30/40 minuti o finché lo strudel non risulterà bello dorato.

Per la crema:In una casseruola mettete 300 gr di polpa di zucca mantovana, con 200 gr di latte intero e 100 gr di panna fresca. Lasciate sobbolire per una ventina di minuti, a fuoco basso, finchè la zucca sarà disfatta. Passate al frullatore ad immersione,giusto un paio di colpi. Rimettete sul fuoco aggiungete 100 gr di Asiago allevo grattugiato, fate sciogliere. Mettete il preparato nel sifone e caricate con due cariche di gas. Servite caldo con lo strudel cospargendo la crema con sale nero hawaiano.



Se vi capita qualche servizio "originale" segnalatemelo pure