Morire dove si nasce
Se ti dico Ascoli cosa ti viene in mente?
E si, certo le olive all’ascolana. Poi ? Dai fai uno sforzo !... La Quintana. Bravi !!
Nient’ altro ? Eh si, perché de Ascule che ne saio io .
Magari chi ci è stato un paio di posti se li ricorda: Piazza del popolo, il Palazzo dei Capitani del Popolo, il forte Malatesta e il ponte di Cecco. E poi il caffè Meletti lo storico Salotto della città
A me se dici Ascoli mi vengono in mente i monti. Le montagne, meglio. Meglio ancora i monti della Sibilla: i Sibillini. Mi viene in mente il freddo di un inverno di più di venti anni fa. La sera che scendeva presto. Attraversammo le Marche lungo la spina dorsale che sono i suoi monti. Non fu un viaggio, fu una traversata di altri tempi, qualcosa che forse facevano i nostri nonni. Fu un andare quasi fuori del tempo, con altri pensieri altre memorie, quelli di ragazzi venticinquenni che si affacciano sul mondo, lo guardano e si fanno una grassa risata.
Evitammo le autostrade, ci infilammo lungo le provinciali e facemmo così tante curve che anche l'auto aveva il maldimacchina. Matelica, Castelraimondo, San Severino. "Anche se non è di strada te passamo a prende lo stesso, però ci prometti che stai zitta, o che parli la metà del solito". Tolentino e poi verso il lago di Fiastra, lì finirono le conoscenze del nostro navigatore umano, oltre non eravamo mai andati. Ci perdemmo dalle parti di Camporotondo Fiastrone, non passava anima viva e per chiedere informazioni bussammo ad un casolare, apriti cielo. “Se non andè via a rrompe li coioni chiamo la pulizia”. Tentai di far notare che “pulizia” non è quella con la luce sul tetto della macchina, ma dovetti desistere per seguire la banda nella fuga. Ritrovammo la strada per sbaglio, o meglio grazie ad una teoria che qualcuno poi si convinse aver valore scientifico, secondo la quale tentando di sbagliare avremmo indovinato, visto che prima avevamo sbagliato tentando di indovinare. Contento lui. Quando arrivammo a Sarnano era già buio, e Amandola ci passo fuori dai finestrini senza che ce ne accorgessimo. Comunanza non ho mai capito dove fosse, o meglio, il paese sembra disperso nella valle, e la sola cosa che si vede è la zona industriale, con la grande fabbrica che ci aspettava, ma questa non è la storia. Arrivammo da Roverino, solo perché dopo avergli telefonato ci aspettò sulla strada. Nel frattempo era scesa la nebbia, pioveva e il freddo ti mordeva le spalle. “Andate a custodivve, e poi venite giù a cenà”.
Se mi dici Ascoli io sento ancora quel freddo, vedo il buio di quella notte. Se mi dici Ascoli sento l’aria fredda dei Sibillini che scende giù e corre verso il mare, e vedo le luci delle vetrine di quel ristorante perso in quella notte, e i suoi :
Maccheroncini di Campofilone
Lu Maccheroncì de Campufilò si fa solo a Campofilone e dal 1998 sono un prodotto tipico tradizionale di questa regione. Ora c'è da dire anche un' altra cosa, e cioè che dal gennaio di questo anno Campofilone non è più in provincia di Ascoli Piceno ma bensì di Fermo. E si, ricordate quel progetto politico di razionalizzazione delle provincie di cui tutti si sono riempiti la bocca, ecco quella era un' altra cazzata elettorale. Per ora le province le stiamo razionalizzando in aumento.
Comunque i Maccheroncini altro non sono che una "tagliatella" (perdonassero i Cmpofilonesi) tagliata sottilissima, il taglio nasce dalla tradizione di conservare la pasta per lungo tempo essiccata, e per quando possa sembrare assurdo più è sottile meno si spezza. Una volta lessata e scolata al tende va condita con il più tradizionale dei sughi marchigiani, un ragù fatto con un soffritto di carote, cipolle e sedano sciolto in olio evo e burro, si aggiunge polpa di vaccina macinata e la si lascia soffriggere ben bene. Si sala, si pepa, si aromatizza con noce moscata e un paio di chiodi di garofano, si sfuma con mezzo bicchiere abbondante di vino rosso. Una volta riassorbito il liquido si aggiungono un paio di cucchiai di concentrato di pomodoro sciolto in una tazza di brodo bollente, e quindi i pomodori pelati. Si lascia sobbollire a fuoco lento per 2 o 3 ore e il gioco è fatto.
Perché sulla tavola per far la pasta ? Perché quella sera Roverino mi disse che i Maccheroncini "aano da morì, do so nati, quindi sulla spianatora!"
A me se dici Ascoli mi vengono in mente i monti. Le montagne, meglio. Meglio ancora i monti della Sibilla: i Sibillini. Mi viene in mente il freddo di un inverno di più di venti anni fa. La sera che scendeva presto. Attraversammo le Marche lungo la spina dorsale che sono i suoi monti. Non fu un viaggio, fu una traversata di altri tempi, qualcosa che forse facevano i nostri nonni. Fu un andare quasi fuori del tempo, con altri pensieri altre memorie, quelli di ragazzi venticinquenni che si affacciano sul mondo, lo guardano e si fanno una grassa risata.
Evitammo le autostrade, ci infilammo lungo le provinciali e facemmo così tante curve che anche l'auto aveva il maldimacchina. Matelica, Castelraimondo, San Severino. "Anche se non è di strada te passamo a prende lo stesso, però ci prometti che stai zitta, o che parli la metà del solito". Tolentino e poi verso il lago di Fiastra, lì finirono le conoscenze del nostro navigatore umano, oltre non eravamo mai andati. Ci perdemmo dalle parti di Camporotondo Fiastrone, non passava anima viva e per chiedere informazioni bussammo ad un casolare, apriti cielo. “Se non andè via a rrompe li coioni chiamo la pulizia”. Tentai di far notare che “pulizia” non è quella con la luce sul tetto della macchina, ma dovetti desistere per seguire la banda nella fuga. Ritrovammo la strada per sbaglio, o meglio grazie ad una teoria che qualcuno poi si convinse aver valore scientifico, secondo la quale tentando di sbagliare avremmo indovinato, visto che prima avevamo sbagliato tentando di indovinare. Contento lui. Quando arrivammo a Sarnano era già buio, e Amandola ci passo fuori dai finestrini senza che ce ne accorgessimo. Comunanza non ho mai capito dove fosse, o meglio, il paese sembra disperso nella valle, e la sola cosa che si vede è la zona industriale, con la grande fabbrica che ci aspettava, ma questa non è la storia. Arrivammo da Roverino, solo perché dopo avergli telefonato ci aspettò sulla strada. Nel frattempo era scesa la nebbia, pioveva e il freddo ti mordeva le spalle. “Andate a custodivve, e poi venite giù a cenà”.
Se mi dici Ascoli io sento ancora quel freddo, vedo il buio di quella notte. Se mi dici Ascoli sento l’aria fredda dei Sibillini che scende giù e corre verso il mare, e vedo le luci delle vetrine di quel ristorante perso in quella notte, e i suoi :
Maccheroncini di Campofilone
Lu Maccheroncì de Campufilò si fa solo a Campofilone e dal 1998 sono un prodotto tipico tradizionale di questa regione. Ora c'è da dire anche un' altra cosa, e cioè che dal gennaio di questo anno Campofilone non è più in provincia di Ascoli Piceno ma bensì di Fermo. E si, ricordate quel progetto politico di razionalizzazione delle provincie di cui tutti si sono riempiti la bocca, ecco quella era un' altra cazzata elettorale. Per ora le province le stiamo razionalizzando in aumento.
Comunque i Maccheroncini altro non sono che una "tagliatella" (perdonassero i Cmpofilonesi) tagliata sottilissima, il taglio nasce dalla tradizione di conservare la pasta per lungo tempo essiccata, e per quando possa sembrare assurdo più è sottile meno si spezza. Una volta lessata e scolata al tende va condita con il più tradizionale dei sughi marchigiani, un ragù fatto con un soffritto di carote, cipolle e sedano sciolto in olio evo e burro, si aggiunge polpa di vaccina macinata e la si lascia soffriggere ben bene. Si sala, si pepa, si aromatizza con noce moscata e un paio di chiodi di garofano, si sfuma con mezzo bicchiere abbondante di vino rosso. Una volta riassorbito il liquido si aggiungono un paio di cucchiai di concentrato di pomodoro sciolto in una tazza di brodo bollente, e quindi i pomodori pelati. Si lascia sobbollire a fuoco lento per 2 o 3 ore e il gioco è fatto.
Perché sulla tavola per far la pasta ? Perché quella sera Roverino mi disse che i Maccheroncini "aano da morì, do so nati, quindi sulla spianatora!"
21 commenti:
A me non piace mangiare nel piatto comune, ma farei come ha fatto la persona nell'ultima foto; me ne apparterei un bel po'.....evviva la compagnia!Buonissimi, succulenti anche se presto e sto bevendo un thè, vien voglia di mangiare.Buona giornata deny
Ci vuole uno sforzo di memoria per mangiare nel piatto comune,bisogna risalire ad abitudini antiche di condivisione ormai perse.Riesce difficile anche a me,richiede quel lasciarsi andare che non sai dove,quando e con chi...ma se ci si riesce...è come una borsa dell'acqua calda, fa bene e ti rincuora.Scusa la divagazione,buonissima ricetta e bel ricordo.Buon lunedì.
dalle mie parti si usava mangiare cosi tutti insieme la mattina per la colazione. Una bella lezione di cucina e che cucina!
Gustosi! Da noi sul tagliere si mangia la polenta stesa.
Si prepara la polenta, si stende un bello strato alto 2 dita sul tagliere posizionato al centro del tavolo, si cosparge di sugo ( con salsiccia, con i funghi, di cinghiale ecc) parmigiano e poi si mangia. Divertente e ovviamente buonissima....
@Deny per me, ma anche per molti miei amici e quindi dico per la tradizione della mia terra, mangiare nello stesso piatto è quasi abituale: i Maccheroncini, i Bigoli e la Polenta. Personalmente è naturale e quindi non saprei come aiutarti a provarci :)
E' vero @Mimì fa bene ! Rincuora e aiuta.
Grazie @Gunther che tipo di colazione ?
Di dove sei @Evelyn perchè da noi la polenta si mangia solo in quel modo: guarda qui !
Oste mi hai ricordato una vacanza a 14 anni da sola con una mia cugina più grande ed altre 3 ragazze in un paesino di quattro anime Ropaga vicino Montemonaco a ridosso della Sibilla, una casa senza bagno interno un mese vissuto in modo selvaggio ..stupendo! E soprattutto ricordo una polentata magnifica con porcini in bianco tutti a mangiare sulla tavolaccia...tutto questo molto pri
a di conoscere le "tue" Marche ! Grazie Claudia
mi hai riportato nell'ordine:
i tagliolini in brodo come la tu nonna e la mia
la polenta sul tagliere che io mai, come già avevi postato e come ricordi a evelyn
la voglia di conoscere terre sconosciute ma uguali nelle radici.
Mmmm....! i maccheroncini di campofilone, mi ricordano le vacanze appena trascorse, da tre anni trascorriamo i giorni di ferie a Giulianova e durante le sagre di stagione non mancano mai, sono buonissimi!!!
Complimenti per la mise en place (spero di aver scritto giusto)!
ricettinedianto.blogspot.com
Ascoli, e Altidona..per me e´mio nonno..
..e quei maccheroncini che non posso piu´mangiare sono uno dei pochi rimpianti che ho...
L'header e´un ciabuscolo ? ...Che voglia di ciabuscolo che ho !!!!!!!! Ma a dicembre mi rifaccio...
Bé anche se con poche righe @Claudia hai descritto quelle vacanze che poi diventano Indimenticabili
Bene @Silvia e allora quand'è che ti metti in cammino verso sud :)
Si hai scritto giusto @Anto, grazie !
@Glu.fri magari non puoi mangiare quelli di tuo nonno ma su internet li trovi da comprare. No non è un ciabuscolo. Quello è il senso culinario della mia attuale vita: una soppressa trevigiana, un soppressato di di Frontone, il pane di Sassoferrato e il vino del monte Conero.
Bella la nuova testata, complimenti, ed appetitosi i maccheroncini, anche solo in fotografia.
Mi sono chiesto spesso: dove trovi l'energia per scarpinare in giro, dopo aver fatto tre volte il giro del mondo ogni quattro giorni? Ti invidio. Un abbraccio a tutta la tribù.
No, no... noi da bravi piemontesi si sta ognuno col suo piattino e pure a debita distanza! Ahahaha!!
Ma io mi sento così poco piemontese...
La magnata sulla spianatoia per una (non)piemontese come me però fa strabuzzare gli occhi. Mi piace!
a me ascoli mi fa ricordare eccellenti assaggi di olio...meravigliosa e felliniana foto della tavola(da noi si chiama spianatora) con sopra il succulento pasto
bravo voto previsto 8
Grazie @Maurizio, anche io me lo chiedo qualche volta è stata una ripartensa in salita si vede anche dai post :) e comunque tanto per cambiare domenica si riparte :)))
Bé, si per voi Piemontesi potrebbe essere uno shock @parentesiculinaria :))Da provare magari cominciando con i familiari di casa per poi arrivare agli amici
Grazie per l'8 @Marco anche da noi si chiama spianatora ;)
trovo che l'idea di mangiare sul tagliere abbia qualcosa di geniale !
credo che , indipendentemente dalla bontà della ricetta, la "forchettata" dal tagliare sia esteticamente sublime..
valentina
Ommamma mia, ogni volta che visito il tuo blog è un apoteosi di sapori e aromi perfettamente combinati tra loro,le foto parlano da sole.
Io che non faccio che sfornare/postare dolci e lievitati ho un attacco improvviso di lanciarmi sui primi.
Particolare "l'attacco" sulla spianatora!Mi ci tuffo idealmente anch'io :D
La genialità @Valentina sta tutta nell'efficenza dei pochi piatti che questa prassi comporta. Se poi ci metto anche l'aspetto antropologico-sociale, è come essere davanti ad un camino in una baita sperduta tra i monti :)
Dai passa dalla parte dei primi @Daphne :D
sempre una delizia per i sensi, passare da te per un... boccone di lettura :-)
Fantastica Ascoli, ti lascio traccia del mio passaggio ...
http://www.arteteca.net/fotoalbum/0712it/index.html
E fantastico anche il tuo piattone ... proverò a stupire gli amici (intimi) alla prossima cena.
Salute oste
come passare da te vuol dire respirare quell'aria dell'alpe @Marzia :)
Grazie @artetecas passerò a vedere ;)
Mia nonna è stata una delle prime donne a lavorare a mano i maccheroncini...mi hai riportato agli odori della domenica mattina della mia infanzia...nonna che tirava la pasta (la pannella come la chiamava lei in dialetto)...il sugo che sobbolliva e le sue dita spedite a filo del coltello per tagliare i maccheroncini
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