La musica del vino
Bisogna aver cultura, cultura musicale in primis per scrivere di questo argomento, il vino non basta più. I Sorsetti si sono sbizzarriti e hanno buttato lì un argomento tosto, difficile, per il tredicesimo vino dei Blogger: Vino e Musica.
Per me che se ascolto un pezzo musicale che mi piace e dico: lo voglio, poi davanti agli scaffali dei cd non ricordo mai chi fosse l'interprete, il lavoro sembra quasi impossibile. E dove vado allora a cercare l'argomento, mi metto ad ascoltare tutta la musica ascoltabile, o mi metto ad aprire tutte le bottiglie apribili? Come faccio? Penso... ricordo...
Matti aveva quasi due anni un inseparabile ciuccio con su scritto "I love papà" dove la parola love era sostituita da un cuore. Leo aveva otto anni, una parlata svizzero ticinese che ricordava tantissimo il dialetto del lago, nei ristoranti di Menaggio facevamo ordinare a lui: così da confonderci con la civiltà indigena. Giravamo per quella regione di confine tra la Svizzera e l'Italia, curiosavamo, guardavamo: Menaggio, Colico, Tirano, Pontresina, Maloja, Chiavenna, Menaggio. Oppure il contrario invece di salire scendevamo quella valle meravigliosa di vigneti arrampicati sull'impossibile. La Valtellina, enologicamente, è la mia grande passione: c'è dentro un grande vitigno: il nebbiolo, che sta sopra ad una terra dura, ripida e generosa, che si lascia lavorare da un uomo testardo, ma buono che sa come prenderla.
Ci fermavamo nelle cantine: Triacca, Rainoldi, Sertoli e Salis solo per citare quelle a cui sono affezionato. Compravamo il Prugnolo a Chiuro, il Prestigio, l'Inferno e il grande Sfursat a Tirano.
Per me che se ascolto un pezzo musicale che mi piace e dico: lo voglio, poi davanti agli scaffali dei cd non ricordo mai chi fosse l'interprete, il lavoro sembra quasi impossibile. E dove vado allora a cercare l'argomento, mi metto ad ascoltare tutta la musica ascoltabile, o mi metto ad aprire tutte le bottiglie apribili? Come faccio? Penso... ricordo...
Matti aveva quasi due anni un inseparabile ciuccio con su scritto "I love papà" dove la parola love era sostituita da un cuore. Leo aveva otto anni, una parlata svizzero ticinese che ricordava tantissimo il dialetto del lago, nei ristoranti di Menaggio facevamo ordinare a lui: così da confonderci con la civiltà indigena. Giravamo per quella regione di confine tra la Svizzera e l'Italia, curiosavamo, guardavamo: Menaggio, Colico, Tirano, Pontresina, Maloja, Chiavenna, Menaggio. Oppure il contrario invece di salire scendevamo quella valle meravigliosa di vigneti arrampicati sull'impossibile. La Valtellina, enologicamente, è la mia grande passione: c'è dentro un grande vitigno: il nebbiolo, che sta sopra ad una terra dura, ripida e generosa, che si lascia lavorare da un uomo testardo, ma buono che sa come prenderla.
Ci fermavamo nelle cantine: Triacca, Rainoldi, Sertoli e Salis solo per citare quelle a cui sono affezionato. Compravamo il Prugnolo a Chiuro, il Prestigio, l'Inferno e il grande Sfursat a Tirano.
Giravamo in auto e suonavamo all'infinito i tre, a quel tempo, dischi di Davide van de Sfroos. Così le curve del passo del Maloja, sapevan di "Pulenta e galena fregia" Il paesaggio dell' Alta Engadina profumava di "Foemm e profemm", e lungo le vigne della Valtellina, cantavamo a squarciagola "Sugamara" con Matti impazzito a tenere il tempo con la testa.
Ecco, è questa la musica del mio vino, quando io apro una bottiglia della Valtellina o di prezioso Sforzato, risento le ballate di Davide, ripenso alla parlata di Leo e al ciuccio di Matti, ai capelli corti di Lella, al sole nelle giornata di ottobre, alla nebbia giù in basso, e tutto è chiuso nei profumi di quel bicchiere, anche la musica.
Lo Sfursat del Valtellina, è il vino più raro di quella regione. Si ottiene dopo un lungo appassimento dei grappoli di Nebbiolo, che qui, ultimo limite dell'italica terra, prende l nome di Chiavennasca. I grappoli vengono lasciati sulle ”mantavole” una sorta di telaio in legno con cannicciato, messe nei solaio sino a fine Gennaio e, in qualche occasionale vendemmia, anche fino ai primi di Marzo.
Il freddo dell’inverno "asciuga" l’uva facendogli perdere tra il 30 e il 40 per cento di peso, concentrando gli aromi, i sapori, i tannini nobili e gli zuccheri. È un vino rosso secco, di corpo, di grande carattere e calore. Passa 18 mesi in tonneaux di rovere, dopo quattro o cinque anni è in grado di esprimere eleganza, e armonia affascinanti, vicino ad un pezzo di formaggio di quelle valli o ad una polenta con il capriolo. Io aspetto il 2014 per questa bottiglia.
Questo post partecipa al Vino dei Blogger #13
Lo Sfursat del Valtellina, è il vino più raro di quella regione. Si ottiene dopo un lungo appassimento dei grappoli di Nebbiolo, che qui, ultimo limite dell'italica terra, prende l nome di Chiavennasca. I grappoli vengono lasciati sulle ”mantavole” una sorta di telaio in legno con cannicciato, messe nei solaio sino a fine Gennaio e, in qualche occasionale vendemmia, anche fino ai primi di Marzo.
Il freddo dell’inverno "asciuga" l’uva facendogli perdere tra il 30 e il 40 per cento di peso, concentrando gli aromi, i sapori, i tannini nobili e gli zuccheri. È un vino rosso secco, di corpo, di grande carattere e calore. Passa 18 mesi in tonneaux di rovere, dopo quattro o cinque anni è in grado di esprimere eleganza, e armonia affascinanti, vicino ad un pezzo di formaggio di quelle valli o ad una polenta con il capriolo. Io aspetto il 2014 per questa bottiglia.
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12 commenti:
A sentir De Sfroos lontano da casa mi si drizzano le orecchie e mi si riempie il cuore di allegria.
Le sue canzoni sono spesso la colonna sonora dei miei viaggi e delle attese sulle rive del lago... sperand de ciapà el mustru !
Riguardo al vino, ho puntato il Tordiruta e un paio di passiti della zona, per qualche scambio con gli amici svizzeri. Sabato si torna a casa !
MisterQ
Urca Q non ti facevo di quelle rive di lago, pensavo fossi Piemontese, o magari sei Piemontese e vai a trovare degli amici. Bè comunque affari tuoi, dal lato del vino, speo che il "maximo" di Umani& Ronchi e "Arkezia" di Fazi e Battaglia facciano parte della tua selenzione, se così non fosse marca su ;).
E speram de ciaparlo !
Ragazzi, che pazienza!
ho sentito Van de Sfroos dal vivo una sola volta qui a Pinerolo... grazie per aver narraro come al solito magnificamente le tue emozioni, e grazie per il video, queste ballate si riascoltano sempre volentieri
buon Natale, marco!
Quel profumo di festa
Gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’orrore e turarsi le orecchie davanti a melodie o parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi ai profumi. Poiché il profumo è fratello del respiro. Con esso penetrava gli uomini, a esso non potevono resistere, se volevano vivere. E il profumo scendeva in loro,direttamente al cuore e là distingueva categoricamente la simpatia dal disprezzo, il disgusto dal piacere, l’amore dall’odio. Colui che dominava gli odori, dominava il cuore degli uomini.
Buon Natale e buone feste all'insegna del gusto della qualità della buona compagnia in serenità ed equilibrio
Marco
www.chefmarco.splinder.com
Piemontesissimo ed in partenza con un buon carico di bottiglie, lonzini di fichi, qualche formaggetta giusta ed un guanciale che no, quello resta a casa !
L'Arkezia era già in macchina !
:)
Un abbraccio ed un mare di auguri !
MisterQ
Tanti, tantissimi Auguri Loste :)
Cia Marco, passo solo per farti tantissisi auguri di buon natale e buon anno pieni di relax, buon cibo, buon vino e tanti affetti! a presto
katia
t'ho mandato una mail all'indirizzo della colica su hotmail.
Grazie a tutti per gli auguri, spero che possiate tutti passare un sereno natale.
@Luc vista, e ti ho risposto pure, ..... fammi sapere.
Marco
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