Scontrarsi con la modernità
Mi piacciono le mattine della domenica; lente, silenziose, stanche e svogliate. Camminare per le vie del paese, odore di caffè, i rumori ovattati di rare auto che appaiano e scompaiono. La donna sul balcone che si affaccia in pigiama. L'altalena nel vecchio giardino che dondola piano, spinta da un vento ribelle. Il parco giochi vuoto. Qualche bambino ha costruito un ponte sopra una grande pozza d'acqua. Ma poi il ponte è crollato e sull'asfalto, della strada, ci sono le tracce minute di due scarpette cariche di fango, che fuggono dal parco.
Ritorno verso casa, anche qui il tempo è rallentato, tutti dormono.
Impasto le uova, cercando di fare meno rumore possibile. Mi accompagna il sottofondo di un album del "Buddha Bar". La musica è ritmata, sopra le percussioni arriva un assolo di chitarra, leggero, che scivola come la brezza di fuori. Una foglia sbatte sulla finestra resta un attimo, poi cade.
Tiro la sfoglia. Ora la chitarra ha lasciato il posto ad una voce, che non dice parole, ma che ripete due vocali all'infinito. Sembra un richiamo, come quelli che qualche volta si sentono nelle valli in montagna. Il rumore ovattato di due piedi nudi, che scendono le scale, stona con la musica. Matti compare in cucina. Il pigiama del fratello troppo grande per lui.
Che fai?
Dalla finestra della cucina osservo un cielo grigio che corre veloce verso il mare, lontano. Le ultime due foglie rosse dell'acero, si aggrappano testarde ai rami.
A me mi piacciono i ravioli che fai tu, papà.
Il vicino si aggira per il suo orto, indeciso, distratto. Raccoglie qualche foglia, sposta gli attrezzi appoggiati alla baracca, osserva l'ultima melanzana rimasta ancora appesa alla sua pianta ormai secca.
Si, mi piacciono quando ci metti la ricotta, il parmigiano e l'uovo.
Ora ci tiene compagnia un duetto di violino e chitarra acustica. Matti, inginocchiato, sulla panca il mento appoggiato alla mano, i gomiti sul piano della cucina, mi guarda preparare i ravioli.
Poi che ci metti sopra?
Un paio di corvi giocano nel vento, si rincorrono in un volo bizzarro e scomposto. Si attaccano per le zampe e precipitano. Scompaiono dietro il ciliegio e riappaiono distanti, trascinati dal vento.
A me mi piace i ravioli con il prosciutto e con quelle palline verdi, che ci metti sopra.
Ora tutta la famiglia è seduta a tavola, in attesa dei piatti. Matteo è tornato nella posizione della mattina. Ha fame dice che lui non ha mangiato e che è tutto il giorno che gioca e che corre. Ha ucciso un mostro, ha fatto una corsa con la macchina di ciumacher e ha fame.
Ma perché metti il parmigiano nell'acqua?
I Buddha Bar continuano ad andare ora sta passando, come un lamentano allegro, una chitarra spagnola, un flamenco nascosto tra le pieghe.
Ma perché sbatti l'acqua con quel coso lì che si mette dentro?
Cuocio la pasta. Fuori appare un striscia di sole. Sembra come uno di quegli "occhi di bue" che in teatro illuminano il protagonista sul palco. Qui ad essere illuminata è una vecchia quercia con qualche foglia ancora attaccata.
Salto i ravioli in padella, li impiatto e metto l'aria di grana. Matti è preso da un pezzo di pane e senza guardarmi chiede:
Come si chiama questo piatto papà ?
Raviolini con prosciutto, piselli e aria di grana.
Passo il piatto a Matti che spalanca gli occhi.
Papà. Ma ci hai messo il sapone? Ma no Matti!
Guarda il fratello, gli occhi stretti in una fessura, la labbra serrate in una morsa di rabbia. Mi ci hai sputato te ?
Ritorno verso casa, anche qui il tempo è rallentato, tutti dormono.
Impasto le uova, cercando di fare meno rumore possibile. Mi accompagna il sottofondo di un album del "Buddha Bar". La musica è ritmata, sopra le percussioni arriva un assolo di chitarra, leggero, che scivola come la brezza di fuori. Una foglia sbatte sulla finestra resta un attimo, poi cade.
Tiro la sfoglia. Ora la chitarra ha lasciato il posto ad una voce, che non dice parole, ma che ripete due vocali all'infinito. Sembra un richiamo, come quelli che qualche volta si sentono nelle valli in montagna. Il rumore ovattato di due piedi nudi, che scendono le scale, stona con la musica. Matti compare in cucina. Il pigiama del fratello troppo grande per lui.
Che fai?
Dalla finestra della cucina osservo un cielo grigio che corre veloce verso il mare, lontano. Le ultime due foglie rosse dell'acero, si aggrappano testarde ai rami.
A me mi piacciono i ravioli che fai tu, papà.
Il vicino si aggira per il suo orto, indeciso, distratto. Raccoglie qualche foglia, sposta gli attrezzi appoggiati alla baracca, osserva l'ultima melanzana rimasta ancora appesa alla sua pianta ormai secca.
Si, mi piacciono quando ci metti la ricotta, il parmigiano e l'uovo.
Ora ci tiene compagnia un duetto di violino e chitarra acustica. Matti, inginocchiato, sulla panca il mento appoggiato alla mano, i gomiti sul piano della cucina, mi guarda preparare i ravioli.
Poi che ci metti sopra?
Un paio di corvi giocano nel vento, si rincorrono in un volo bizzarro e scomposto. Si attaccano per le zampe e precipitano. Scompaiono dietro il ciliegio e riappaiono distanti, trascinati dal vento.
A me mi piace i ravioli con il prosciutto e con quelle palline verdi, che ci metti sopra.
Ora tutta la famiglia è seduta a tavola, in attesa dei piatti. Matteo è tornato nella posizione della mattina. Ha fame dice che lui non ha mangiato e che è tutto il giorno che gioca e che corre. Ha ucciso un mostro, ha fatto una corsa con la macchina di ciumacher e ha fame.
Ma perché metti il parmigiano nell'acqua?
I Buddha Bar continuano ad andare ora sta passando, come un lamentano allegro, una chitarra spagnola, un flamenco nascosto tra le pieghe.
Ma perché sbatti l'acqua con quel coso lì che si mette dentro?
Cuocio la pasta. Fuori appare un striscia di sole. Sembra come uno di quegli "occhi di bue" che in teatro illuminano il protagonista sul palco. Qui ad essere illuminata è una vecchia quercia con qualche foglia ancora attaccata.
Salto i ravioli in padella, li impiatto e metto l'aria di grana. Matti è preso da un pezzo di pane e senza guardarmi chiede:
Come si chiama questo piatto papà ?
Raviolini con prosciutto, piselli e aria di grana.
Passo il piatto a Matti che spalanca gli occhi.
Papà. Ma ci hai messo il sapone? Ma no Matti!
Guarda il fratello, gli occhi stretti in una fessura, la labbra serrate in una morsa di rabbia. Mi ci hai sputato te ?
21 commenti:
hai una capacità narrativa invidiabile...comunque una mia opinione su le così dette arie o estratti che vanno sui piatti non le condivido.
Non ne capisco la funzione,l'estetica e l'apporto che può dare una parte per milione di sostanza ad un piatto
parere personale
saluti
marco
www.chefmarco.splinder.com
Non entusiasmano neanche me... ma sai bisogna provare prima di giudicare. Grazie Loste
Ahahahahahahahahahahahahahahahahaha
Grandioso matti!
E anche i tuoi piatti,come sempre...
come sempre, è bello leggerti...
l'occhio del bambino e le sue parole (la bocca della verità!) sulla schiuma sono innegabilmente vere. in effetti, quella schiumetta sopra, non è che inviti... ;-))
L'aria sui ravioli mi perplende un po'. :)
oddio anche io la prima volta che l'ho visto ho pensato che sembrava una sputata :-) ma se tu e lory fate ste cose io mi fido eh, sarà una cosa buona di sicuro :-)
Forse il raviolo non è l'ideale per l'aria... forse. Ma ho fatto una mare di tentativi, e quando poi ho capito come dovevo fare ;) sotto mano c'avevo i raviolini preparati per il Matti.
Magari su uno sformatino di melanzane un aria l basilico ha tutto un altro "peso" :)
Loste
Come lo capisco ... sembra sapone, ma di sicuro questo e buono da mangiare.
Ma come si fa??? Con il sifone?
Ciao
Francesco
Acqua circa 250 ml, grana 2 cucchiai, mezzo cucchiaino da tè di licitina di soia. Mixer ad immersione e via andare.
Loste
Sante parole di bimbo! Il re è nudo!
Effettivamente il piatto si presenta bene ma quell'aria di parmigiano "sputazzata". O___o
Cribbio, Loste, hai una capacità narrativa così coinvolgente. Ma "Spaccaball" ancor di più! ^___^
Ciao e piacere di fare la tua conoscenza! Blog molto interessante...sei veramente invidiabile nelle tue abilita' narrative. Anche quelle culinarie non sembrano nulla male! Adoro questi raviolini, la schiumetta fa' un po' senso...in effetti...a vedersi, ma immagino sia buonissima! Non sapevo esistesse una cosetta simile...da provare direi! Ciao!
Avevo o no ragione a nominarti per il Thinking ecc.?
Prenoto fin d'ora una copia del tuo libro di vita e ricette.
I bambini sorprendono sempre per la loro schiettezza e genuinità. Il tuo è stato adorabile.
E' piacevole leggerti, sei riuscito a rendere perfettamente il senso di contemporaneità delle immagini e delle emozioni.
Hai una bella capacità d'osservazione.
A presto
Grazie.
E sempre un piacere venirti a trovare e leggere la tua narrativa. Ancora spero di trovare un passito decente qui in Belgio per il 22 ...
Carissimo Matti! Sei una stellina! Vedo la faccina birbetta e tuo papà che se la ride! Un bacione!
Grande! Tuo figlio e il tuo modo di raccontare.
Ma tu, detto fra noi, quella spumetta lì la rifarai? ;-)
Kat
Narratore di un certo livello, è impossibile non leggere tutto un tuo post.Comunque di solito dicono che sei sempre velato di malinconia, oggi io ho sorriso per la sputata!
complimenti come sempre
ps: io la proverò vediamo i miei figli cosa diranno, appena la posto te lo dico
ciaoooo
Che teneri i tuoi racconti - il tuo blog mi era stato segnalato da mia sorella, appassionata ricercatrice di siti e blog culinari ..... così ogni tanto vengo a leggerti; il tuo modo di scrivere dà al lettore l'impressione di essere lì presente nella tua cucina, con tuo figlio e i suoi deliziosi commenti!
ciao Silvia
io adoro vedere e provare a fare queste particolarità in cucina. Le arie, le sferificazioni e tanto altro.. e così, come potrei essere contro a tutti i "miracolosi" prodotti di Adrià che aiutano a sferificare, gelatinare, emulsionare o aerare, addensare e rendere frizzanti o croccanti alimenti non dotati nel loro stato naturale di queste caratteristiche. Quindi destrutturandoli. Io, personalmente, lo trovo fantastico. Anche se per ora mi sono limitata solo a provare arie con lecitina di soia ;)
Ma questa del parmigiano.. come si fa? Los i mette così, grattugiato? :)
un saluto,
Manuela
p.s. complimenti per il blog, mi piace moltissimo
imparato molto
good post thank you!
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