Strani incontri notturni
La notte scorsa c'è stato il garbino: vento che soffia tra mezzodì e ponente lungo le coste del mediterraneo e che prende anche il nome di Libeccio o Affrico, scende dall' Appennino e si infila lungo le valli fino alla costa . Ma prima viene a sbattere contro il lato sud di casa nostra, e si infila sotto il tetto che in uno slancio ecoambientalista abbiamo costruito ventilato. La sensazione non è bella, almeno per me, perchè il resto della famiglia dorme alla grande.
La sveglia è suonata alle quattro quando il tetto, del garage, del vicino si è staccato ed caduto sulla strada con grande rumore di Eternit che si rompe. Il cane che abitava sotto quel tetto si è messo a guaire impaurito, ma ha smesso quasi subito, per due buoni motivi: uno nessuno lo sentiva e due era meglio non lamentarsi che poi ti rimettono un tetto in eternit e ci va di mezzo la salute. Dopo la bella idea avuta dal tetto del vicino, mi sono seduto alla finestra a guardare lo spettacolo, tanto di dormire non ce ne andava più, a me e al cane. E nell'ordine ho visto passare: numero due coppi che sembravano uguali a quelle del mio tetto, anzi erano proprio loro. Numero un cassonetto dei rifiuti che percorreva la via di fronte a casa, che mentre passava pensavo: "... miseria va anche diritto", ma quello ti sterza bruscamente a sinistra e urta una seat ibiza, e poi prosegue senza neanche fermarsi a lasciare un bigliettino sul parabrezza. E si che ci fanno anche la pubblicità del modulo azzurro, che prima si chiamava in un altro modo. Subito dopo il nostro bidone dei rifiuti ha cominciato a rotolare dietro il cassonetto, amore a prima vista. Verso le cinque, come un enorme fantasma, è passato un grande telo di plastica, a me quel telo non sembrava una faccia nuova, ma non sono proprio riuscito a ricordare dove lo avessi visto, non sono molto fisionomista. Subito dopo davanti al cancello è apparso il carello azzurro che raccoglie il tubo dell'acqua del giardino, ma il tubo non c'era, il carrelo sembrava indeciso se uscire o rimanere, ha fatto avanti e indietro una decina di volte e poi è rimasto a guardare il vento con me, fin verso l'alba. Verso le sette ho deciso di andare dalla "pesciarola", mentre sorpassavo un cassonetto, che per i miei gusti andava un pò piano, nessuna traccia del mio bidone, ho notato che una casa che fino al giorno prima era coperta da un grande telo, ora era alla vista di tutti. Mi sono chiesto se i pescherecci fossero usciti in mare con questo vento. Perchè io una volta ho sentito che con il garbino non si esce in mare, che poi non riesci a ritornare.
Azzurro come il mare
Azzurro come il mare
Una quantità di alici freschissime funzione della fame di chi mangia, uno sgombro freshissimo a testa che aprirete a metà eliminando testa e le interiora. Impanate tutto il pesce con pangrattato condito con olio, prezzemolo, aglio, sale e pepe. Passate delicatamente il pesce nel composto, infilate le alici, a cui io elimino solo la testa, in bastoncini da spiedino. Cuocete in forno grill alla massima temperatura, fino a che il pesce non sia bello dorato, servite con un filo d'olio e una goccia di limone se piace. Accompagnate da un verdicchio dei castelli di Jesi ghiacciato.
Chi non ho visto passare la notte scorsa sono quei gatti rompipalle che girano sempre intorno casa, "Ce senti ?!"
2 commenti:
Un ottobre di anni fa decisi di fare una crociera-scuola con uno skipper transatlantico, da Venezia all'Istria e viceversa. Mio padre, grande esperto, mi sconsigliò grandemente a causa del garbin (così chiamato su da noi), che in quel periodo sarebbe stato feroce, come hai appena descritto tu.
Putroppo per me, allora, è stata una settimana di scuola vela...a motore, per la totale mancanza del dio Eolo.
Sembra di sentire la bora sù da me... ti rigrazio x il voto al supermeme! a presto!
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