11 gennaio 2010

Il male di leggere


"Erano circa le otto, il giorno prevaleva ancora. Nel paesaggio lontano apparve un lago. Lo specchio era grigio, e neri boschi di abeti montavano dalle rive sulle alture circostanti, più su si andavano diradando, si perdevano e lasciavano dietro di sé le rocce brulle grigiastre."

Il silenzio del parco del vecchio sanatorio mi abbraccia ovattato. Come il freddo che morde cattivo alle gambe. Solo lo scricchiolio della neve sotto ai miei passi rompe l'irreale mutismo del luogo. Gli abeti son neri anche in questa stagione ma lasciano il posto al candido della neve piuttosto che al brullo delle rocce di maggio. Mi guardo intorno mentre la vecchia struttura imponente mi osserva. Non ci sono Settrembrini ne tanto meno Madame Chauchat. Ma il clima potrebbe essere quello, è sicuramente quello che il giovane Castorp si ritrovò a vivere nelle pagine di quel libro. Dietro a questo luogo, alle pendici delle montagne che sovrastano la città passa il sentiero dedicato al suo autore. Entro.

Le foto alle pareti dei corridoi testimoniano luoghi identici ad oggi. Le vetrate immutate e dietro ad esse solo il paesaggio porta il segno del tempo trascorso. Nessuna ristrutturazione postmoderna, la volontà del proprietario o la forzata rinuncia han fatto si che tutto sia restato com’era. La vecchia sala da pranzo ha le stesse porte di allora, gli stessi lampadari, la scala triangolare si arrampica scricchiolante sotto i miei passi. La biblioteca ha lo stesso legno alle colonne e gli stessi i sofà, solo i libri sono diversi.

I vasi di fiori finti appesi alle finestre, i mosaici della chiesa sconsacrata all'ultimo piano. Sembra assurdo quasi pazzesco, riguardo le foto e mi convinco. Oggi è oggi e ieri è come oggi, oppure oggi è come ieri.
Matti mi corre davanti con la curiosità ignorante del bambino, ed è inutile dirgli che cento anni fa c’era già tutto e che nella foto infermieri e malati posano, nel tepore di un sole estivo, alle stesse terrazze, dove oggi lui sta urlando al fratello giù in basso.

Magari non è lo stesso posto del libro ma il fascino è quello, mentre mi crogiolo al caldo di una tazza di te fumante. Chiudo gli occhi e sento il frusciare pesante delle vesti delle signore di quel tempo, il passo leggero degli uomini accompagnato dal bastone da passaggio. Sento il parlare sommesso e lo scampanellio discreto che richiama alla cena. E chissà se avranno mai servito i:

Knodel in brodo


Mettiamo subito le cose in chiaro. Ho mangiato la Suppe Knodel nel ristornate sotto la chiesa, vicino al sanatorio/albergo. L'ho fatto con tutti i dubbi che si possano avere nell'affrontare un piatto che nell'immaginario collettivo è un piatto pesante, impegnativo e tutto quello che uno ha come memoria. Ho scoperto una preparazione ben fatta, leggera, servita in un brodo di manzo perfetto. Son restato con la voglia per giorni e quando son tornato ho fatto "la punta al cervello". Non volevo il solito "Canederlo" di speck. Allora ho scritto ad un'amico di sempre e gli ho chiesto la ricetta. Maurizio me ne ha mandate tre. Tre preparazioni che agli ingredienti base aggiungo formaggio, luganiga e trota alternativamente. E mi sono messo al lavoro.


Per accontentare tranquillamente quattro persone (3/4 canederli a cranio): 300gr di pane raffermo bianco, ammorbidito con 3 uova intere ben battute e un mezzo bicchiere di latte, poca farina ed eventuale pan grattato se la consistenza è scarsa. Ho salato, pepato e grattato un profumo di noce moscata. Alla mia base ho aggiunto due salsicce di maiale che ho sminuzzato e cotto in una padella fino a far asciugare bene. Un pugno di spianci lessati e passati bene al coltello e 100 gr di taleggio. Ho impastato il tutto bene e usato sia in un brodo chiarificato che lessati e conditi con burro e salvia.
Bene la prima ma meglio la seconda !

13 commenti:

il sapore del verde ha detto...

bello, davvero, il tuo post... io cucino e scrivo (e leggo anche!), per passione ma anche un pò per mestiere... fa piacere incontrare chi condivide ciò che ci piace e che ci anima. Tornerò a trovarti.
Deborah

marzia ha detto...

uhm, invitante. avevo provato una volta a fare gli knodel, ma non è il genere amato in famiglia. chissà se adesso potrò provare a ripetere l'esperimento con la tua ricetta e se il fidanzato gradirà!

Ivana ha detto...

i canederli li ho mangiati una volta e non li ho più dimenticati, dove abito io c'è il mare e i canederli sono degli sconosciuti, qui! Ci vorrebbe un po' di neve...
bel post!

Fra ha detto...

ottimi questi canederli, molto simili a quelli che ho asssaggiato in trentino un paio di anni fà. Per il condimento opto per il burro e sarlvia

silvia ha detto...

la malattia di leggere ...e quella di scrivere...di saper cogliere oltre agli attimi anche i retroscena e gli umori. non so se raggiungerò mai le vette fotografate, o se mangerò nel sanatorio, o se mi verrà voglia di provare la tua ricetta, ma di certo avrei voglia di sedermi a tavola con te. e vedere come e non com'è.

Virò ha detto...

Mi aspettavo all'improvviso un bambino che pedala su un triciclo lungo un corridoio...molto stile Overlook di Shining per intenderci!

Ma cos'è? Un albergo ricavato da un vecchio sanatorio? Dà davvero l'idea di pace e relax: ottimo modo per cominciare un nuovo anno.

I canederli mi piacciono più nella versione asciutta ma lo sapevi che quando si preparano in brodo è meglio lessarli in un'acqua diversa per evitare di intorbidire il brodo?

Ciao Chow Linda ha detto...

stupende queste foto. Non vedo l'ora di mangiare canederli fra un paio di settimane quando saro' nella val gardena.

Loste ha detto...

Piacere mio @Deborah e felice di riospitarti ;)

Cara @Marzia a me son venuti bene e senza il "solito" speck mi son piaciuti tanto :))

Bé @Ivana forse non sono l'ideale per un luogo di mare, ma sinceramente al primo apparire di una pioggia io mi ci butterei :))

Bé @Fra la ricetta arriva dal Trentino ... Malè per la precisione Val di Sole :)

Mmmmh sarebbe interessante @Silvia capire come sarebbe sono curioso :)

Eeeh si cara @Virò ti giuro che un paio di corridoi sono uguali a quelli di quel film :)) Albergo ricavato da un sanatorio dei primi del '900 si :)

Grazie @Chow ti auguro che sianno buoni come quelli della ricetta del mio amico :)

Maurice ha detto...

Dalle foto hai superato l'esame. Poi mi riferirai sulla terza.

Loste ha detto...

Grazie @Maurizio ... mannaggia a te :)) Certo che ti dirò ;)))

Gambetto ha detto...

Bella la lettura, ricercata la preparazione ed inevitabilmente ottimo risultato...la descrizione lo rende tutto.
Devo essere sincero il richiamo di Shining è stato molto forte anche per me, sia per i chiaroscuri che rimandano all'equilibrio tra lucidità e follia sia per lo stile asciutto e di forza. Ovviamente la tensione cade sulla preparazione...cedendo ad un sorriso goloso :)

Loste ha detto...

:))) che bella microrecensione @Gambeto ... Grazie

Anonimo ha detto...

Grazie per essere passato nel mio blog...il tuo blog è appetitoso..
a presto Valeria