20 gennaio 2009

Ma che ci sto a fare ?

E' una domanda.
Ve le fate mai le domande ? Poche eh !!

E' una domanda che mi sono fatto ieri mentre ascoltavo l'intervista che VG ha fatto a Nicola Cavallaro (eccola qui).
A me Nicola piace. Non ho mai mangiato da lui, purtroppo, però mi piace il suo modo di approcciarsi alla cucina. Quel suo modo di fare innovazione che non è troppo aggressivo, che non è così gridato come in altri sui colleghi. Mi piace il fatto che non si allontani troppo dalla tradizione: Aioioepeperoncino (!) La costa brasata, il tortellino in brodo.
Questione di pelle probabilmente. Ma non era di questo che volevo parlare. Volevo dire che mentre lo sentivo parlare, della sua esperienza, della sua passione e del suo mestiere, mi sono chiesto: "Ma che ci sto a fare, io, in mezzo a tutta questa gente che per mestiere ha più diritto di me di parlare di cibo ?"

Ecco la domanda era questa, e la risposta che mi viene adesso è un po' pesantina. Tipo che non mi viene in mente un motivo valido per continuare parlare di cibo io che fondamentalmente non c'entro nulla. E ' un po' come pensare che se ci fosse una blogsfera del Controlling, Nicola potrebbe gestire un blog e parlare di varianze industriali, budget, effetti valuta e tanta altra roba... Magari potrebbe farlo meglio di me, mentre dubito che possa avvenire il contrario.
Ecco la cosa è un po' questa ci si pensa ci si riflette e ci si fanno domande.

E come venerdì scorso che un'amico mi ha chiesto come mi vengono in mente i piatti.
Onestamente non ci avevo mai riflettuto a fondo. Non essendo uno chef, la mia sperimentazione è molto più limitata dei professionisti, appunto, spesso non dispongo di una vasta scelta di materie prime. Quindi ?
Quindi pensandoci bene alla fine ho ricostruito il mio schema mentale di quando penso ad un piatto. La conclusione che ne è venuta fuori è che, io quando penso ad un piatto, ad una nuova ricetta, lo faccio in funzione di chi dovrebbe mangiarlo.
Penso a quella o quelle persone, i loro gusti in primis, i loro desideri, anche aldilà del cibo, il loro umore, a tutto un insieme di cose che trascendo il semplice nutrirsi. Ecco che alla fine mi ritrovo a fare delle:

Mezzamaniche Mancini con le cannocchie




Per quattro persone: una dozzina di cannocchie freschissime (vive) che vanno pulite e scottate in padella coperte con poco olio evo e una presa di prezzemolo per 5 minuti. Mentre fate lessare la pasta Mancini pulite le cannocchie mettendo da parte la polpa e lasciandone intere quattro. Nella padella dove hanno scottato le cannocchie fate sciogliere un paio di pomodori ramati fatti a cubetti e appena salati. Scolate la pasta al dente finendo la cottura in padella e incorporando la polpa e le cannochie. Impiattate e servite con un filo di olio evo

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Eccomi qua, stamattina sono passata mattiniera, a leggere le ultime cose che mi ero persa... e a lasciarti un saluto.
Ti auguro una bella giornata, una di quelle in cui le cose vanno da sole e non si fa nessuno sforzo e anche le domande per una volta tacciono, che va tutto bene, liscio e ci si sente pieni eppure liberi. Insomma ti auguro una giornata FACILE, che ogni tanto ci vuole proprio...

Unknown ha detto...

Ti leggo saltuariamente ma sempre molto volentieri, mi piace come scrivi e come racconti e anche le tue ricette... Le domande che ti fai me le faccio anch'io quando scatto foto che ritengo originali e invece faccio un giro su internet e ne trovo tante sullo stesso soggetto e fatte anche meglio... Tante volte penso di rinunciare, di vendere la macchina fotografica e ciao. Ma forse qualunque cosa uno fa è unica perché l'ha fatta proprio lui pensando a qualcuno o in un momento particolare della propria vita o per sfidarsi o semplicemente per comunicare qualcosa? Io non ho una risposta, ma a me piace leggerti, magari non mi piacerebbe leggere un blog di Cavallaro... :-)

Fra ha detto...

Bè da non professionista rispondo molto umilmente alla tua domanda: semplicemente scrivo di una mia passione, scrivo delle mie esperienze, mi diverto nel cercare di migliorarmi. Tutto qua senza alcuna pretesa :D
Buona giornata
fra

Saretta ha detto...

Puoi aggiungere alle motiazioni, se vuoi, che hai tanti lettori che leggono con molto piacere quello che scrivi..ed apprezzano moltissimo i tuoi piatti.
Buona giornata
saretta

Anonimo ha detto...

hey, hey, non è che stai pensando di smettere di scrivere, eh?
che bello leggere che c'è qualcuno che cucina in funzione della persona che mangerà, mi piace molto questo approccio.
...e mi chiedo allora cosa mi prepareresti, se mai ci incontrassimo... ;-)

Anonimo ha detto...

Molto bello il modo in cui "concepisci" i tuoi piatti in funzione di chi inviti a cena.

Roba mica da tutti!

Queste mezzemaniche mi toglierenno il sonno da quanto fanno voglia.

Mariù ha detto...

Vuoi un motivo valido?
Delizi tanta tanta gente ogni giorno con le meravigliose cose che scrivi e le tue ricette sono sempre originali e accattivanti.
La cucina, per fortuna, é un'arte, un mestiere, ma soprattutto una passione. Tutti possono avvicinarcisi, tutti possono avere il diritto di scriverne e parlarne e sperimentare, soprattutto se poi lo si fa bene come lo fai tu.
Tu, col tuo blog, con le tue storie, ci metti qualcosa in piú.
Mi sono ritrovata con le stesse perplessitá quando, un mese fa, ho deciso timidamente anch'io di aprire il mio piccolo blog. E credimi, se la tua umiltá ti fa pensare di non avere diritto di scrivere di cucina, tu "che non c'entri nulla" -c'entri molto di piú di quanto tu non creda!- figurati cosa posso avere pensato -e continuo tuttora a pensare- io, che muovo solo ora i primi passi in questo mondo, quando mi rendo conto di non sapere e saper fare nulla in confronto non solo a Nicola Cavallaro & co. ma anche a voialtri foodblogger eccezionali "che non c'entrate nulla".
Poi peró mi dico che io lo faccio solo per passione ed é arrivato un momento nella mia vita in cui l'urgenza di occuparmi di cucina un po' piú da vicino era talmente forte che é avvenuto da sé.
Non mi si richiede la professionalitá di Nicola Cavallaro, perché -ahimé, lo dico con un po' di rimpianto- non ho studiato per far questo nella vita e non servo da mangiare a chi paga profumatamente i miei manicaretti.
I miei "manicaretti" sono preparati per le persone che amo, che comprendono e apprezzano lo stesso se ogni tanto combino qualche pasticcio e ció non toglie che ce la metto tutta per fare del mio meglio.
E mi dico anche che col tempo migliorerá, che proprio grazie al blog impareró ogni giorno di piú.
Certo che hai il diritto di scrivere di cucina, certo che c'entri: perché lo fai egregiamente e perché é anche grazie a gente come te che il mondo della gastronomia si evolve e si diffonde.
Non avresti tutti questi fans se non te li meritassi.
Non smettere di scrivere mai, per favore.

Unknown ha detto...

il mio libro preferito non può smettere di scrivere, poi non mi sembra di aver letto nulla di simile tra le righe :)
piuttosto...io proprio io non posso dir nulla perchè nulla invento ma copio, senza pietà, senza ritegno...copio anche male. qualche mese fa ho avuto un blocco considerando le persone come te in giro io che ci stavo a fare? (domanda ricorrente sembra...) Ma nonostante io sia una che conta proprio meno di tutti sono ritornata a copiare, a fare foto chitc e a divertirmi con la mia passione da pura cuciniera
ciao
cla

Martissima ha detto...

ad ognuno il suo mestiere....e se la base è l'umiltà di riconoscerlo credo che lo scambio di pensieri o le chiacchere di cucina e non... possano far parte del piacere di un semplice vivere....non è che ci dobbiamo dare sempre risposte ...è bello assecondare le nostre passioni o curiosità....è uno dei modi di comunicare anche questo.....comunque a me i piatti con i crostacei comunicano molto e non li penso proprio...me li mangio solo ;-))

Anonimo ha detto...

Perché la tua domanda non se la pongono tanti altri?

Anonimo ha detto...

.....ora...capisco...perchè...mi hai fatto...un.....risotto(IN BIANCO)!!!!!!!!!

Loste ha detto...

Usti ! (come direbbe Nicola) quanta gente !!! E quanto avete scritto !!
Capisco quello che dite.
Le vostre ragioni sono tutte valide, anzi grazie. La mia è una riflessione, come tante. Di fronte ad uno che parla del suo mestiere, con professionalità, convinzione, entisiasmo superando tutti i sacrfici che gestire un ristorante può dare, mi sono sentito un po' troppo ingombrante, leggermente di troppo. E allora ecco le domande.

Poi magari trovo anche risposte e quello stimolo che tiene accesso questo blog ormai da due anni e passa. Ma il giorno che non saprò rispondere alle domande che mi faccio, pafff! semplicemente :)

No @Maurizio non mi chiedere anche questo :)) e @Smilzo un riso in bianco buono, bene fatto e ben condito a volte supera piatti che a parole dicono tanto ma poi parlano poco ....

Anonimo ha detto...

"lo faccio in funzione di chi dovrebbe mangiarlo" io quando cucino e quando elaboravo nel locale cucinavo seguendo il mio gusto e la mia esperienza anche perchè sapere il gusto e la tendenza degli altri non è possibile quindi per me e per ogni altro cuoco penso è saper interpretare condividere sotto una personale intuizione che poi puo trovare più o meno riscontro
quindi calcolo delle probabilita e indice di insoddisfatti cioè se su dieci 3 insodiisfatto!!! i piatti sono riusciti
cordiali saluti
www.chefmarco.splinder.com

Anonimo ha detto...

uhm, la questione è spinosa e delicata ma forse anche un tantino accademica... tutti mangiamo e cuciniamo, teniamo in mano le materie che siano canocchie o fagiolini, non credo che esista una sola e unica professionalità, ma modi diversi di guardare alle cose. All'interno delle zucchine c'è un disegno liberty, è lì per tutti, per te, per me, per Nicola Cavallaro...

Nic ha detto...

Ci stai perchè ti piace e ti appassiona, perchè quando sei in cucina ti senti bene, perchè dentro sei un cuoco pure tu. Ecco cosa...

Loste ha detto...

Dici che sia così semplice @Nic... Si forse è così semplice... Grazie !!

Anonimo ha detto...

Mamma mia...ti o messo nel mio link blogs del mondo...verramente o fame....