Vita da blogger... o quasi
Per niente facile darsi del blogger. Nel senso che ho smesso da sempre, di definirmi tale. Potrei quasi dire di non aver mai cominciato. Non fosse stato per quella volta che, alla domanda rivoltami da un, poco esperto di rete, circa le mie passioni, risposi con un convinto e sincero: “Ho un blog”. Mi ritrovai ad osservare il suo sguardo incuriosito e preoccupato mentre cercava l’evidenza di tanto male. Come se “il blog” potesse avere le sembianze di un angioma sbucante da sotto le vesti. Esame che terminò con lo sguardo posato in mezzo alle mie gambe. A poco valse la precisazione: sono un blogger. Se possibile peggiorò la situazione. Continuai: un food blogger. Il dramma fu quella leggera salivazione, data da un primo sorso di prosecco, di cui tenevo ancora il bicchiere in mano, senza accompagnarlo a sostanziale cibo, che mi fece pronunciare “food”, ma che si capì FUTT.
“Bé sai al giorno d'oggi non ci si fa più tanto caso a queste cose. Magari una volta ci si scandalizzava. Ma oggi si è un po’ più moderni. Scusa sai, ma adesso devo tornare di là.”
Da quella volta, quindi, non ne faccio più vanto con nessuno. E se qualcuno, aldifuori della rete, viene a sapere del mio blog, è solo perché sono altri a pubblicizzarlo. Sarà dunque stato questo incipit nella mia carriera di blogger, a rovinarmi sul nascere ma credo, di essere un blogger sui generis.
Innanzitutto bloggo in un mondo fatto, piacevolmente, da donne. I pochi maschietti presenti, sono tutti del settore: chef o giornalisti. Forse fuori dal coro siamo in due.. anzi tre. Poi mi mancano alcune specifiche tipiche del “blogger incallito”: non ho mai partecipato ad una cena tra blogger o peggio ancora, mai ad un bar-camp,o altri raduni simili, non saprei neanche se portarmi il pc o meno. Ho provato a twittare ma poi mi scordo di farlo. Ho un account su Facebook, enorme mangiatempo, ma fondamentalmente non mi si caga nessuno. Girovago, notte tempo, tra i “colleghi” di rete, ma raramente lascio commenti, ma la stessa cosa accadrebbe di persona, tendo a parlare pochissimo, almeno all'inizio. Non faccio i meme e non do premi, ma ringrazio quando mi vengono dati. No forse per l’ultimo premio non ho detto grazie, ma ero in Cina e il collegamento faceva pena: ringrazio ora. Non ho animali domestici, da fotografare, se si escludono un riccio e i rospi che ogni tanto popolano il giardino di casa. Non faccio niente di più se non il semplice pubblicare, per allargare la popolarità della colica, e si vede. Non parlo di politica, semplicemente perché andrei fuori tema, anche se farebbe tanta audience; ma di piatti mediocri è piene la rete. Non entro in polemiche pro-contatore e non lancio strami polemici ne pro, ne contro i vini bevuti al G20.
Cucino come ho sempre fatto, prima del blog, e come continuerò a fare dopo il blog. A volte fotografo quello che mangio, ci metto una storia e pubblico tutto. A volte nasce prima il piatto e poi la memoria ci lega una storia, a volte è il contrario. Quando non ho nulla da dire (scrivere): taccio. Quando cucino cose che non meritano di essere pubblicate: taccio.
Anche domenica è successa una cosa simile, c’era della guancia di vitello, ma mancava un po’ di ricotta per meglio amalgamarla in un tortello decente. C'era anche del Montasio mezzano e fin qui poteva anche starci, ma poi un crema di radicchio trevigiano ha spezzato un equilibrio già abbastanza precario. La composizione del piatto era ridicola, per non dire peggio, e dopo un paio di foto ho dato forfait. Lui se ne stava lì ad osservare la scena, affamato e acuto osservatore del mondo che lo circonda. E’ bastato dirgli: “mangia” e la bestemmia culinar-estetica è sparita in un amen.
Il mio piccolo "spazzino"
“Bé sai al giorno d'oggi non ci si fa più tanto caso a queste cose. Magari una volta ci si scandalizzava. Ma oggi si è un po’ più moderni. Scusa sai, ma adesso devo tornare di là.”
Da quella volta, quindi, non ne faccio più vanto con nessuno. E se qualcuno, aldifuori della rete, viene a sapere del mio blog, è solo perché sono altri a pubblicizzarlo. Sarà dunque stato questo incipit nella mia carriera di blogger, a rovinarmi sul nascere ma credo, di essere un blogger sui generis.
Innanzitutto bloggo in un mondo fatto, piacevolmente, da donne. I pochi maschietti presenti, sono tutti del settore: chef o giornalisti. Forse fuori dal coro siamo in due.. anzi tre. Poi mi mancano alcune specifiche tipiche del “blogger incallito”: non ho mai partecipato ad una cena tra blogger o peggio ancora, mai ad un bar-camp,o altri raduni simili, non saprei neanche se portarmi il pc o meno. Ho provato a twittare ma poi mi scordo di farlo. Ho un account su Facebook, enorme mangiatempo, ma fondamentalmente non mi si caga nessuno. Girovago, notte tempo, tra i “colleghi” di rete, ma raramente lascio commenti, ma la stessa cosa accadrebbe di persona, tendo a parlare pochissimo, almeno all'inizio. Non faccio i meme e non do premi, ma ringrazio quando mi vengono dati. No forse per l’ultimo premio non ho detto grazie, ma ero in Cina e il collegamento faceva pena: ringrazio ora. Non ho animali domestici, da fotografare, se si escludono un riccio e i rospi che ogni tanto popolano il giardino di casa. Non faccio niente di più se non il semplice pubblicare, per allargare la popolarità della colica, e si vede. Non parlo di politica, semplicemente perché andrei fuori tema, anche se farebbe tanta audience; ma di piatti mediocri è piene la rete. Non entro in polemiche pro-contatore e non lancio strami polemici ne pro, ne contro i vini bevuti al G20.
Cucino come ho sempre fatto, prima del blog, e come continuerò a fare dopo il blog. A volte fotografo quello che mangio, ci metto una storia e pubblico tutto. A volte nasce prima il piatto e poi la memoria ci lega una storia, a volte è il contrario. Quando non ho nulla da dire (scrivere): taccio. Quando cucino cose che non meritano di essere pubblicate: taccio.
Anche domenica è successa una cosa simile, c’era della guancia di vitello, ma mancava un po’ di ricotta per meglio amalgamarla in un tortello decente. C'era anche del Montasio mezzano e fin qui poteva anche starci, ma poi un crema di radicchio trevigiano ha spezzato un equilibrio già abbastanza precario. La composizione del piatto era ridicola, per non dire peggio, e dopo un paio di foto ho dato forfait. Lui se ne stava lì ad osservare la scena, affamato e acuto osservatore del mondo che lo circonda. E’ bastato dirgli: “mangia” e la bestemmia culinar-estetica è sparita in un amen.
Il mio piccolo "spazzino"
21 commenti:
La composizione sarà anche stata ridicola, come dici tu, ma la qualità non doveva lasciar desiderare se l'idrovora di famiglia ha spazzolato tutto.
Abbiamo anche scoperto il tuo set fotografico, semplice ed efficace. La Sigrid però...
Infatti tu sei UNICO, e ci piaci per questo :-D
P.s.: hai dimenticato...."non mi fiondo nei post degli amici blogger per poter scriverci "PRIMO!!!"" hahahahaha
Senti...mi mo ciai mica una spigoletta???
Ahahahahahahahah
sarà per questo che il tuo blog è uno dei miei preferiti? :-))
mi riconosco al 90% in quello che scrivi tu, tranne per il fatto che non ho un account su facebook, ho partecipato una volta ad un premio e... parlo spesso del mio blog in giro, così adesso anche molti pastori e margari sanno cos'è un blog!!!
continua così
Credo che tu sappia che questa peculiarità sia proprio ciò che ti distingue. E' questo che mi lega al tuo blog. Ogni giorno arrivo e spio se c'è qualche novità, se tutto tace io ritorno. Non è un lavoro, non è un obbligo, non è pubblicità...è genuino e spontaneo proprio come cio' che scrivi e cucini. grazie, michela
Io ti leggo sempre con tantissimo piacere ed ammiro il tuo modo di scrivere, raccontare e vivere il blog.io,non parlo del mio blog all'esterno, forse perchè la sento una cosa mia che non tutti capirebbero.
Troppo carino il piccolo spazzino buongustaio!
Buona giornata
un saluto, da una che silenziosamente ti legge ed apprezza la tua costante e coerente eleganza ;-)
leggo ogni giorno il tuo blog , mentre si apre aspetto con ansia che ci sia qualcosa di nuovo scritto da te.....ti ringrazio per i tuoi racconti mai noiosi ma sempre molto ben scritti e "sentiti"....
Irene
effettivamente @Maurizio, l'abbinamento tortello-montasio ci stava molto era la salsa (amara) di radicchio che non quadrava. Bé per il set sai com'è :) ci si adatta
E' vero @Jajo mi mancava quello :)))
@Anonimo ... chi sei ? :)
Quindi @Marzia mi consigli di tornare dal non ferrato di rete e spiegargli bene la cosa ;) magari senza mettergli confidenzialmente una mano sulla spalla. :))))
Non so se mi contraddistingue @Michela, ma a me piace così.
Il piccolo spazzino @Saretta, è una forza della natura, quello grande è uno "tsunami" almeno nello spazzare :))
Un saluto anche a te @Salsa
Prego @Irene ;)
sì, eviterei ;-)))))
Io sono innamorata di quello che scrivi, di come lo scrivi.
Questo blog è sicero e mi emoziono ogni volta nel leggere i tuoi post.
Continua così.
Michela Rimessi
Sono la rana dalla bocca LARGAAAAAAAAAA !!! ;-)
il fanciullo gourmet..con l'aria nostalgica leggermente annoiata andante con accenni di lieve interesse per la composizione...quanti gamberi ha dato alla composizione
cordiali saluti Loste
www.chefmarco.splinder.com
ma io vorrei il tuo account su facebook...
ti scanti?
ahahahah
adorabile la piccola idrovora
:)
ciao, ho scperto il tuo blog da qualche giorno..così..per caso..cercando qualche foto dei miei adorati Supplì da mostrare ai miei amici di Milano che non conoscono questa squisitezza romana..
bhe che dire..mi piace molto il tuo stile di scrittura, le tue foto e le tue ricette..veramente complimenti..
ho trovato anche un paio di post in cui parli di una zona della provincia di PU a me nota in quanto luogo natale della mia nonna materna..lei è di Montesecco, una frazione di Pergola..forse conosci quel magnifico ed isolato posto..
come te anche io sono una "blogger" :D
vienimi a trovate
http:// martina986.wordpress.com
occhio loste...piaci troppo
;P
Ciao, Loste!
Salsa di Sapa mi ha tolto la parola-chiave di bocca - elegante, il tuo blog è elegante. E mi piace tanto sopratutto per questo: mai sopra le righe, parole armoniose, storie di vita quotidiana ma raccontate con classe.
Bel golosone in giro, eh!..
Vero il fatto che il sentire comune deve ancora abituarsi al fatto che tenere un blog non è abnormale e non è lo specchio di tutte le nefandezze della società moderna.
che strano post, ancora mi domando il motivo. Ma soprattutto mi domando che bisogno c'è di avere un confronto così puntuale e spietato con gli altri. Pensi che io riuscirei a scrivere quello che scrivo, ma soprattutto come lo scrivo, se ti imitassi? Credi davvero che Maurice riuscirebbe a mantenere integra la sua vena graffiante che adoro? Tu se tu, ed io ti adoro esattamente così così come sei. Per quello che scrivi, ma soprattutto per come lo scrivi.
Non cadere nell'errore dilagante di cercare le similitudini, perché la propria forza sta nelle differenze.
Si, probabilmente lo e
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