Antiche ventole e kaldo moderno
Sono immobile, impalato al sedile della mia auto. Non parlo, il braccio sinistro è abbandonato oltre il finestrino, l’aria condizionata non la sopporto più. Gocce di sudore imperlano la fronte sotto ai capelli cortissimi che mi ritrovo, anche il naso mi suda, dove appoggiano gli occhiali da sole, sento il sudore che sta dilagando. La musica è bassa, la velocità è bassa, il cielo è basso appesantito da questa cappa di afa che si è sdraiata di schiena sulla pianura veneta. Alzo gli occhi e nello specchietto vedo Spaccaball, nel suo seggiolino regolamentare, addormentato a bocca aperta, beato, incurante che fuori hanno accesso l’hammam senza che nessuno ne sentisse il bisogno. “Quanto manca?” chiede Leo. Secondo il navigatore ancora quindici minuti, ma poi le cose non cambieranno probabilmente, quando ho prenotato in questa osteria, in cui sono mesi che voglio andare, ho chiesto:
“Avete un giardino?”
“No.”
“Una terrazza?”
“No.”
“Aria condizionata?”
“No.”
Il mio silenzio deve esser durato una frazione di secondo di troppo perché la signora ha detto: “Se cambia idea mi avverta”.
Non che non cambio idea. Ma ora mi pento, dall’hammam alla sauna, senza passare per una doccia ghiacciata?
Intanto i capannoni dei moderni centri commerciali, hanno lasciato il posto alla campagna, la strada stretta, e costeggiata ai due lati da canali, si infila diritta tra le vigne. Tante vigne, troppe vigne, e visto che non sono nel nord della provincia Trevigiana, terra del Prosecco, ma nel sud est profondo a pochi chilometri dal mare mi chiedo di che vino sto guardando le vigne. Mi sforzo, mi faccio la domanda ad alta voce, qualcuno, dalla piccionaia, da risposte a caso: io mi merito un tre in enografia nazionale, ma qualcuno si merita una bacchettata sulla punta delle dita inginocchiato nel granturco. Dieci minuti e poi siamo arrivati, ma non arriva la risposta, invece arriva un grido che mi fa sobbalzare, l’adrenalina entra in circolo, il battito cardiaco aumenta, la sudorazione… La sudorazione ha preso una strada tutta sua, incontrollata, inaspettata, inaccettabile, impresentabile. Leo si sfrega un braccio e mi guarda: “Scusa ma ho appoggiato il braccio al finestrino e la lamiera mi ha scottato!” Fanculo il malditesta, fanculo l’ambiente, fanculo le vigne della doc che non mi ricordo: aria condizionata a palla e finestrini chiusi. Si respira.
Ma si respira anche, e meglio, “al Tirante”.
Questa piacevole e piccolissima osteria, ho contato quattordici sedie, è perduta nella piana della Marca Trevigiana dove, e adesso mi è ritornato in mente, la zona DOC Piave fa una punta quasi a sfiorare Treviso. E' vero non ci sono giardino, terrazza, e aria condizionata, ma nonostante l'afa i due ventilatori a soffitto sono sufficienti per starsene piacevolmente sovrappensiero a guardarsi intorno. Lo stile è originale e lo sono buona parte degli arredi, compresa la porta della cucina di Cristina. Una vita fa ospitava l'osteria annesa alla salumeria dei nonni degli attuali gestori. La musica soffusa è per niente invadente ogni tanto mi concentro ad ascoltarla e riconosco del buonissimo e piacevole jazz. Ina sala Luigi che fedele alla sua terra mi aiuta a scoprire vini di questa zona un paio di IGT di buon livello. Il menù è limitato ma cerca di toccare tutta la tradizione della zona con qualche puntata veramente di livello come il "Piatto dei salumi fatti in casa" o i "Bigoi con ragù di petto d'anatra tagliato al coltello" o il "Baccala alla Trevisana con polenta arrostita". Ottimo il piatto dei formaggi: Piave in varie stagionature, Vezzena, Castelmagno e un ottimo Gorgonzola Dop. L'unico dolce è stato scelto da "Spaccaball" una panna cotta con caffè e cioccolato, che è stata contesa a cucchiate rabbiose e pianto finale.
Mentre scrivo la piccionaia ha il muso lungo per non aver potuto replicare con un bis, prima della partenza da qui verso ovest stavolta per la prossima tappa.
Il Tirante
via San Pietro Novello, 48
loc. Chiesa Vecchia, Monastier di Treviso (TV)
tel: 0422791080
“Avete un giardino?”
“No.”
“Una terrazza?”
“No.”
“Aria condizionata?”
“No.”
Il mio silenzio deve esser durato una frazione di secondo di troppo perché la signora ha detto: “Se cambia idea mi avverta”.
Non che non cambio idea. Ma ora mi pento, dall’hammam alla sauna, senza passare per una doccia ghiacciata?
Intanto i capannoni dei moderni centri commerciali, hanno lasciato il posto alla campagna, la strada stretta, e costeggiata ai due lati da canali, si infila diritta tra le vigne. Tante vigne, troppe vigne, e visto che non sono nel nord della provincia Trevigiana, terra del Prosecco, ma nel sud est profondo a pochi chilometri dal mare mi chiedo di che vino sto guardando le vigne. Mi sforzo, mi faccio la domanda ad alta voce, qualcuno, dalla piccionaia, da risposte a caso: io mi merito un tre in enografia nazionale, ma qualcuno si merita una bacchettata sulla punta delle dita inginocchiato nel granturco. Dieci minuti e poi siamo arrivati, ma non arriva la risposta, invece arriva un grido che mi fa sobbalzare, l’adrenalina entra in circolo, il battito cardiaco aumenta, la sudorazione… La sudorazione ha preso una strada tutta sua, incontrollata, inaspettata, inaccettabile, impresentabile. Leo si sfrega un braccio e mi guarda: “Scusa ma ho appoggiato il braccio al finestrino e la lamiera mi ha scottato!” Fanculo il malditesta, fanculo l’ambiente, fanculo le vigne della doc che non mi ricordo: aria condizionata a palla e finestrini chiusi. Si respira.
Ma si respira anche, e meglio, “al Tirante”.
Questa piacevole e piccolissima osteria, ho contato quattordici sedie, è perduta nella piana della Marca Trevigiana dove, e adesso mi è ritornato in mente, la zona DOC Piave fa una punta quasi a sfiorare Treviso. E' vero non ci sono giardino, terrazza, e aria condizionata, ma nonostante l'afa i due ventilatori a soffitto sono sufficienti per starsene piacevolmente sovrappensiero a guardarsi intorno. Lo stile è originale e lo sono buona parte degli arredi, compresa la porta della cucina di Cristina. Una vita fa ospitava l'osteria annesa alla salumeria dei nonni degli attuali gestori. La musica soffusa è per niente invadente ogni tanto mi concentro ad ascoltarla e riconosco del buonissimo e piacevole jazz. Ina sala Luigi che fedele alla sua terra mi aiuta a scoprire vini di questa zona un paio di IGT di buon livello. Il menù è limitato ma cerca di toccare tutta la tradizione della zona con qualche puntata veramente di livello come il "Piatto dei salumi fatti in casa" o i "Bigoi con ragù di petto d'anatra tagliato al coltello" o il "Baccala alla Trevisana con polenta arrostita". Ottimo il piatto dei formaggi: Piave in varie stagionature, Vezzena, Castelmagno e un ottimo Gorgonzola Dop. L'unico dolce è stato scelto da "Spaccaball" una panna cotta con caffè e cioccolato, che è stata contesa a cucchiate rabbiose e pianto finale.
Mentre scrivo la piccionaia ha il muso lungo per non aver potuto replicare con un bis, prima della partenza da qui verso ovest stavolta per la prossima tappa.
Il Tirante
via San Pietro Novello, 48
loc. Chiesa Vecchia, Monastier di Treviso (TV)
tel: 0422791080
Un aggiornamento giusto per dirvi che qui trovate menù e prezzi.
12 commenti:
Bellissime foto, complimenti!!! E il posto merita una visitina visto che sono nei paraggi alla ricerca di buona cucina casereccia!
Vero o finto naif?
Abbiamo preso nota dell'indirizzo, capita ogni tanto, che ci troviamo da quelle parti e ad un buon pranzo non si rinuncia mai! Le foto che hai fatto sono davvero belle, beh hanno il potere di mettere fame, così, all'improvviso!
Baci da Sabrina&Luca
Tutto vero @Maurizio il posto era un'osteria già prima che nascessi io e forse anche tu ;))
Benvenuti @VerA e Luca&Sabrina e grazie a tutti per i complimenti.
Loste
...sì, viene fame anche a quest'ora del mattino, tanto sono evocative... peccato che sia così lontana, per me
Bellissime foto e bellissimi piatti :) ho segnato l'indirizzo non si sa mai che capitassi da quelle parti o semplicemente avessi voglia di una piccola gita mangereccia
Un abbraccio e buona settimana
FRa
Ha una straordinaria somiglianza con "Lillo Tatini" di Panicale (di cui ho molte volte parlato, come non farlo !, nel mio blog). Anche il locale è praticamente identico nella grandezza, nel numero delle sedie, nelle proposte golose e "vere"....
Segno anche io l'indirizzo... ;-D
P.S.: Noooooooooo, non puoi essere, ANCHE TU, uno di quelli che camminano con il braccio sinistro pendulo dalla portiera a rigare l'asfalto!!! Li detesto ! hahahaha
Sarebbe utile sapere anche quanto ci costa il tirante a no che non abbiamo un blog....
Grazie
Simone
Non si sa mai @Marzia magari un giorno ti capita di passare.
Come vorrebbe fare @Fra gita turistica con destinazione culinaria:il massimo
Non conosco quel poso @Jajo ora vengo a cercarlo nel tuo blog. No non sono da braccio fuori :))))
Certo @Simone faccio di più ti allego il menù qui
un saluto Loste
Ciao Loste,
Ti leggo già da qualche mese, ma non ho mai commentato. Mi piace il tuo blog, soprattutto perchè capace di far riaffiorare ricordi della mia terra d'origine, le marche.
Ho visto la ricetta delle olive marchigiane, impossibili da trovare altrove e da sempre le mie preferite. A casa mia le preparavano esattamente come le fai tu, tranne che per una cosa: venivano aggiunti ai barattoli vari spicchi d'aglio in camicia. Apprezzo il tuo impegno nel mantenere vive queste antiche cucine. Grazie ancora.
Se hai paura che il senso del sacro si sia perso in questo mondo moderno e globalizzato potresti dare un'occhiata a quello che dice La Cecla in un piccolo libro del 1993 (Mente Locale. Per un'antropologia dell'abitare, Milano, El�uthera) e ricrederti...
Buone vacanze
Baci
Lu
Ciao Loste, se passi da me c'è una sorpresina: sono riuscito anche io a "beccare", su una strada sterrata in Toscana, 5 matti che sotto il sole si allenavano alla ruzzola (il giorno dopo c'era il Palio del Formaggio !): quasi mi sfondavano la portiere dell'auto con la ruzzola di legno :-D
Per quanto riguarda Panicale e il ristorante (ma io lo definirei la nostra alcova, più che un ristorante) conto di postarne qualche foto verso fine settembre (voglio fare delle foto quando ci torneremo).
Jacopo
Ci sono stato ieri sera al TIRANTE,io abito li vicino e ogni tanto ci vado.E'tutto come nelle foto e nel racconto del nostro ospite.C'è una pace li dentro si ritrova la tranquillità, si mangia molto bene andateci, non tutti assieme non ci starestema un pochi alla volta si.
G.Pietro
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