Ultimo
Li avete mai visti quelli che lasciano il commento con su scritto "Prima" o "Primo" ?
Mitici vero? No, non cercateli in questo blog. I "numerali", io li chiamo così, sono un fenomeno da oltre cento commenti a post, da blog che fanno migliaia di visite al giorno, e non qualche scarsa decina.
Che vorrà dire secondo voi? Che chi scrive il commento non ha niente da dire, tranne quell'unico aggettivo numerale ordinale? Oppure che chi posta non riesce a strappargli che quell'unica parola solitaria?
Oppure è un bisogno di apparire ? Di mettersi in mostra verso un pubblico più o meno palese? Oppure è il segnale per far capire al blogger di turno che colui che si "numera" esiste, c'è come entità, come lettore. Il "primo" che legge, il primo che vede, il pubblicato di colui che pubblica. Primo, fidato lettore, che sosta davanti al video in continui e solitari re-fresch, in spasmodica attesa del suo pupillo scrittore.
Primo: vana certezza di posizione.
Qualcuno ha gridato.
E tutti ora corriamo lungo la strada. E' quasi una gara, nel caldo assolato di un pomeriggio d'estate.
Ce ne stavamo all'ombra degli alberi, seduti sulle panchine di cemento intarsiate di un mosaico verde. Noiosa attesa di un idea di gioco che non vuole arrivare. Proposte scartate, una via l'altra, ché il caldo toglie il respiro e la voglia. Con un bastoncino disegno figure immaginarie, nella polvere di questo giardino. Quando il disegno non mi piace passo veloce con il piede e lo cancello. La terra mi entra nei sandali blu, e i piedi si sporcano di quel colore quasi rossiccio. Per stasera le mie gambe saranno tutte da lavare fino alle cosce, e poi prima di tornare a casa troverò dell'erba per pulirmi anche le scarpe. Qualcuno prova a raccontare una barzelletta, di quelle barzellette stupide che non fanno ridere, che si raccontano per farsi accettare dal gruppo per entrarne a far parte ancora di più. "Un daino dice a un altro daino: giochiamo a nascondino? E l' altro daino risponde: dai,no." A raccontarla è stato Marcolino. Ha la nostra età ma è basso di statura e minuto, sempre dileggiato e insultato da tutti gli altri. Anche adesso a causa della storiella, Franco il più grande lo prende a schiaffi, forti, dietro la testa. Marcolino subisce, non dice nulla, risolleva il capo. Gli occhi gonfi di lacrime trattenute, di umiliazione e di vergogna. Ci guarda cercando alleati. Ma non ci sono alleati in un gruppetto di dieci bambini, seduti sulle panchine di cemento intarsiate di un mosaico verde, nel caldo assolato di un pomeriggio d'estate. Abbasso lo sguardo sull'inutile e insignificante disegno che c'è tra i miei piedi. Gli occhi gonfi di lacrime incollati sulla mia schiena. Ma che vorrai da me? La giustizia che nessuno ha? Siamo tutti nella stessa situazione, tu un po' più degli altri, lo penso, ma è come se lo stessi gridando.
Invece qualcuno ha gridato sul serio. E' stato Marcolino, che butta la sua vergogna, e ritrova l'orgoglio di chi non smette mai di sperare e grida: "Chi arriva ultimo alla fontanella è stupido!" E parte di corsa sotto il sole di luglio, gridando a squarciagola "Primoooo!"
E ora tutti corriamo, e tutti gridiamo, chi grida "Secondo" chi "Terzo", numeriamo il nostro diritto, la sequenza con la quale ci disseteremo. Corriamo dietro al più piccolo di statura, ribelli alla prepotenza dell'unico. Arriviamo alla fontana in gruppo, come un'orda di animali senza regole. Ma nessuno tradisce la sequenza gridata, e tutti lasciamo che sia Marcolino a bere per primo, in un'alleanza ritrovata e certificata dal rispetto numerale.
Non fa in tempo a mettere il viso sotto il getto della cannella che uno schiaffo sulla testa lo sposta di lato. "Tu sei l'ultimo, il primo sono io."
Nessuno parla, nessuno reagisce, nessuno cede il suo numero al più piccolo di statura. Nessuno dice a Franco, adesso basta hai stufato, mettiti in fila. Lui si disseta con incredibile e angosciante attesa. Gli occhi gonfi di lacrime son tornati a cercare, inutilmente, nel gruppo.
L'alleanza è già finita, durata lo spazio di una corsa nel caldo assolato di un pomeriggio d'estate. Ultimo.
Ultimo: assoluta incertezza dell'infinito numerico. Come il mio:
Vitello Tonnato
Arrivo per ultimo ( ma fino a quando ) a pubblicare questa ricetta. Mi procuro un pezzo di magatello o girello di circa un chilo e mezzo. In una casseruola faccio sciogliere un battuto di lardo e maggiorana, incorporo una carota fatta a pezzi e una mezza cipolla tagliata grossolanamente, aggiungo un filo di olio evo se occorre. Rosolo la carne molto bene, salo e poi inforno, direttamente nella casseruola, a 75° per circa 3 ore e mezza. Controllo la cottura con un termometro: 55° all'interno. Metto la carne in un piatto e lascio "raffreddare" in forno, in modo che i succhi si riassorbano. Deglasso la casseruola usando un mezzo bicchiere di vino passito poi passo tutto al frullatore. Preparo la salsa tonnata con 3 uova sode cotte per sette minuti, 150 gr di tonno e un'acciuga, incorporo parte della salsa di deglassatura, correggo di sale e servo, tagliando la carne sottile.
Un grazie a Lei per il suggerimento sulla cottura, anche se poi ognuno facciamo di testa propria.
Mitici vero? No, non cercateli in questo blog. I "numerali", io li chiamo così, sono un fenomeno da oltre cento commenti a post, da blog che fanno migliaia di visite al giorno, e non qualche scarsa decina.
Che vorrà dire secondo voi? Che chi scrive il commento non ha niente da dire, tranne quell'unico aggettivo numerale ordinale? Oppure che chi posta non riesce a strappargli che quell'unica parola solitaria?
Oppure è un bisogno di apparire ? Di mettersi in mostra verso un pubblico più o meno palese? Oppure è il segnale per far capire al blogger di turno che colui che si "numera" esiste, c'è come entità, come lettore. Il "primo" che legge, il primo che vede, il pubblicato di colui che pubblica. Primo, fidato lettore, che sosta davanti al video in continui e solitari re-fresch, in spasmodica attesa del suo pupillo scrittore.
Primo: vana certezza di posizione.
Qualcuno ha gridato.
E tutti ora corriamo lungo la strada. E' quasi una gara, nel caldo assolato di un pomeriggio d'estate.
Ce ne stavamo all'ombra degli alberi, seduti sulle panchine di cemento intarsiate di un mosaico verde. Noiosa attesa di un idea di gioco che non vuole arrivare. Proposte scartate, una via l'altra, ché il caldo toglie il respiro e la voglia. Con un bastoncino disegno figure immaginarie, nella polvere di questo giardino. Quando il disegno non mi piace passo veloce con il piede e lo cancello. La terra mi entra nei sandali blu, e i piedi si sporcano di quel colore quasi rossiccio. Per stasera le mie gambe saranno tutte da lavare fino alle cosce, e poi prima di tornare a casa troverò dell'erba per pulirmi anche le scarpe. Qualcuno prova a raccontare una barzelletta, di quelle barzellette stupide che non fanno ridere, che si raccontano per farsi accettare dal gruppo per entrarne a far parte ancora di più. "Un daino dice a un altro daino: giochiamo a nascondino? E l' altro daino risponde: dai,no." A raccontarla è stato Marcolino. Ha la nostra età ma è basso di statura e minuto, sempre dileggiato e insultato da tutti gli altri. Anche adesso a causa della storiella, Franco il più grande lo prende a schiaffi, forti, dietro la testa. Marcolino subisce, non dice nulla, risolleva il capo. Gli occhi gonfi di lacrime trattenute, di umiliazione e di vergogna. Ci guarda cercando alleati. Ma non ci sono alleati in un gruppetto di dieci bambini, seduti sulle panchine di cemento intarsiate di un mosaico verde, nel caldo assolato di un pomeriggio d'estate. Abbasso lo sguardo sull'inutile e insignificante disegno che c'è tra i miei piedi. Gli occhi gonfi di lacrime incollati sulla mia schiena. Ma che vorrai da me? La giustizia che nessuno ha? Siamo tutti nella stessa situazione, tu un po' più degli altri, lo penso, ma è come se lo stessi gridando.
Invece qualcuno ha gridato sul serio. E' stato Marcolino, che butta la sua vergogna, e ritrova l'orgoglio di chi non smette mai di sperare e grida: "Chi arriva ultimo alla fontanella è stupido!" E parte di corsa sotto il sole di luglio, gridando a squarciagola "Primoooo!"
E ora tutti corriamo, e tutti gridiamo, chi grida "Secondo" chi "Terzo", numeriamo il nostro diritto, la sequenza con la quale ci disseteremo. Corriamo dietro al più piccolo di statura, ribelli alla prepotenza dell'unico. Arriviamo alla fontana in gruppo, come un'orda di animali senza regole. Ma nessuno tradisce la sequenza gridata, e tutti lasciamo che sia Marcolino a bere per primo, in un'alleanza ritrovata e certificata dal rispetto numerale.
Non fa in tempo a mettere il viso sotto il getto della cannella che uno schiaffo sulla testa lo sposta di lato. "Tu sei l'ultimo, il primo sono io."
Nessuno parla, nessuno reagisce, nessuno cede il suo numero al più piccolo di statura. Nessuno dice a Franco, adesso basta hai stufato, mettiti in fila. Lui si disseta con incredibile e angosciante attesa. Gli occhi gonfi di lacrime son tornati a cercare, inutilmente, nel gruppo.
L'alleanza è già finita, durata lo spazio di una corsa nel caldo assolato di un pomeriggio d'estate. Ultimo.
Ultimo: assoluta incertezza dell'infinito numerico. Come il mio:
Vitello Tonnato
Arrivo per ultimo ( ma fino a quando ) a pubblicare questa ricetta. Mi procuro un pezzo di magatello o girello di circa un chilo e mezzo. In una casseruola faccio sciogliere un battuto di lardo e maggiorana, incorporo una carota fatta a pezzi e una mezza cipolla tagliata grossolanamente, aggiungo un filo di olio evo se occorre. Rosolo la carne molto bene, salo e poi inforno, direttamente nella casseruola, a 75° per circa 3 ore e mezza. Controllo la cottura con un termometro: 55° all'interno. Metto la carne in un piatto e lascio "raffreddare" in forno, in modo che i succhi si riassorbano. Deglasso la casseruola usando un mezzo bicchiere di vino passito poi passo tutto al frullatore. Preparo la salsa tonnata con 3 uova sode cotte per sette minuti, 150 gr di tonno e un'acciuga, incorporo parte della salsa di deglassatura, correggo di sale e servo, tagliando la carne sottile.
Un grazie a Lei per il suggerimento sulla cottura, anche se poi ognuno facciamo di testa propria.
12 commenti:
acc... bella responsabilità, a commentare per prima questo post!!
dolce e toccante la storia, un gran classico la ricetta, sempre piacevole da gustare se fatta bene e se nella salsa tonnata ci sono ingredienti autentici e non barattoli vari
SECONDO !!! Hehehehehe
Sai che avevo fatto caso a questa "consuetudine" proprio pochi giorni fa... Forse hai centrato proprio lo spirito della cosa: così come si faceva da ragazzini, è un tentativo di farsi accettare, magari per chi è troppo riservato o si sente inferiore o non accettato per qualche strana ragione... Il far vedere che, essendo arrivato per primo nella corsa al commento, si è fedelissimi al gestore del blog o del forum...
Comunque la tua storia, come al solito, tocca l'animo di chi si sente ancora bambino: quelle piccole cose dei pomeriggi passati in campagna o al paese riesci a farle rivivere e rifiorire nella memoria... Solo le persone schiette e sensibili riescono in questo: grazie Marco !
P.S.: ma una lavata di testa a Franco mentre beveva alla fontana per "primo" no ? :-D
Jacopo
Cavoli, � sempre un immenso piacere leggerti. Sabato ero a cena con Lory e si parlava un p� di blog e blogger... ti stima moltissimo e mi ha trasmesso un sacco di cose positive nei tuoi confronti!
Ricetta meravigliosa, mi ricorda l'estate!
Buona Giornata!
Ciao Marco, hai dato voce a uno dei miei dubbi...non capivo la necessità di "urlare" il proprio arrivo nel blog, però de gustibus...
Bello il racconto, mi ha fatto pensare a La guerra dei bottoni, e la ricetta: un classico intramontabile
Un abbraccio
Fra
Anche se "Ultimo", Ben TONNATO Vitello!!!
E posso immaginare @Marzia sei Prima ! :)))
Prego @Jajo ... felice di far riaffiorare ricordi comuni ;)
Ah così parlate di me !! Resoconto della serata grazie ! Scherzo @Sere grazie per la fiducia visto che non mi conosci ;)
Dubbi che abbiamo in molti, eh @Fra? Guerra dei bottoni ? Delucidami.
Mitico @Arsein :))))
Resoconto della serata???
Beh,chiacchere a fiume, una buonissima pizza in compagnia, qualche pettegolezzo! Serata splendida, con Lo non potrebbe esser altrimenti! ;o)
mmmm comincio a preoccuparmi. Dici che dovrei cominciare a matematica per far 'ste conte? mò ci penso un po' su.
Però mi sfugge una cosa(vabbè una, si fa per dire) hai descritto la solitudine dei (numeri) primi, ma non hai detto niente di quelli che arrivano immancabilmente dopo l'ultimo degli ultimi, e manco di chi se ne impippa (si può dire impippa in questo blog? ;)insomma di quelli che fanno quel che gli pare quando hanno la fortuna di trovare il tempo per farlo :)))
piesse
cmq sono fuori forma, per un motivo o per l'altro sto latitando in palestra, se proprio ci tieni, puoi farla con me la gara in bici, così pure te potrai dire che sei arrivato uno.
baci a te e un pezzetto di carne a me, che non ho mai fatto, ma che ho mangiato tantissimo. Chissà, magari con le tue indicazioni, potrei pure riuscire a farne qualcosa di buono
piessenne
quasi scordavo, mi sei mancato un sacchissimo
proprio oggi pensavo a un vitello tonnato, quando comincia il caldo lo gusto di pi� ogni tanto utilizzo al posto del vitello la lonza di maiale facendolo cuocere meno, compliemnti per il blog non ti conoscevo ancora a presto
@Fiore. Io non ho mica capito bene quello che volevi dire :) Comunque "impippa" si, si può dire. E non farmi diventare rosso :)
@Gunther K.F. bé allora benvenuto !!
Loste
@Sere: beé bella una serata di chiacchiere a fiume ...
@Cibo: non si finisce mai di imparare è ? Dai prova poi raccontaci...
Posta un commento