Le cene del "buon ritorno"
La cosa è iniziata un paio di anni fa, intorno al tavolo, oltre alla famiglia, tre amici, che ogni tanto senti, vedi, incontri e via di questo passo, poi una sera li invito a cena, da allora l'appuntamento diventa quasi fisso.
Oggi è una "rentreé" un ritorno ,nonostante chi abbia preso la strada della capitale, e nonostante l'insistenza e l'offerta di paccheto "all-inclusive" (cena, letto e colazione), ancora non si sia deciso a farsi una "mazzata" di viaggio per quattro chiacchere in compagnia. Gli altri sono di là nella stanza a fianco, seduti intorno al tavolo che si stanno gustando una crostata con confettura di fragole e frutta secca, e altri dolcetti da fine cena.
"Il ritorno" è per me l'elemento essenziale di un viaggio, partire e viaggiare ha senso solo per poter ritornare, e per tutte le sensazione che il ritorno dà. Banale? Provate a pensare ai vostri viaggi, siano essi vacanze o viaggi di lavoro, e poi ditemi (scrivetemi) se non è vero che il momento del ritorno non è l'elemento principe di un viaggio, a cui si pensa, addirittura, anche prima della partenza.
Per noi l'appuntamento è l'occasione per due chiacchere tranquille, per raccontarci il pezzo di storia che manca dall'ultima cena a quella attuale, e, sopratutto, per provare qualche piatto della mia cucina.
"Il ritorno" è per me l'elemento essenziale di un viaggio, partire e viaggiare ha senso solo per poter ritornare, e per tutte le sensazione che il ritorno dà. Banale? Provate a pensare ai vostri viaggi, siano essi vacanze o viaggi di lavoro, e poi ditemi (scrivetemi) se non è vero che il momento del ritorno non è l'elemento principe di un viaggio, a cui si pensa, addirittura, anche prima della partenza.
Per noi l'appuntamento è l'occasione per due chiacchere tranquille, per raccontarci il pezzo di storia che manca dall'ultima cena a quella attuale, e, sopratutto, per provare qualche piatto della mia cucina.
Stasera ci siamo buttati sul pesce, ed ho pensato valesse la pena di provare un piatto che spesso nei ristoranti ha prezzi abbastanza alti, la "granseola" di per se non è un crostaceo costoso il problema è che per ricavarne qualcosa di serio, in termini di quantità, richiede un lavoro che solo la passione può far fare.
E quindi ecco i:
Taglierini alla Granseola
Per 4 persone procuratevi due granseole freschissime (vive) e abbastanza grandi. Lavate i crostacei in acqua corrente e sbollentateli in acqua bollente per un minuto. Staccate gli arti e aprite il crostaceo scoperchiandolo, recuperate il corallo rossiccio che trovate, armatevi di un coltellino a punta sottilissima e prima svuotate tutti gli arti della polpa poi passate alla cartilagine che occupa gran parte del corpo della granseola, rompetela a pezzetti ed estraete la polpa. Fatto?
Ora in una padella mettete a soffriggere in poco olio due scalogni tritati finemente e uno spicchio di aglio, aggiungete tutta la polpa e fate andare per un minuto, sfumate con un ottimo Armagnac o Cognac. Fate ridurre il liquore e poi aggiungete un paio di pomodorini pachino, a persona, privati precedentemente di semi e bucce. Fate andare per un 5-10 minuti. Intanto lessate i taglierini. Qui apro una parentesi su due produttori, uno nordico: Alfieri con il loro taglierino "Albesi" e uno della mia terra: gli "spinosini 2000" o "i tonnarelli" di Vincenzo Spinosi qui trovano un habitat ideale. Tre minuti di cottura per la pasta e poi scolandola poco dentro alla padella con il sugo, fate saltare a fuoco vivo e impiattate con un filo di olio. E poi godetevi la faccia di chi vi sta di fronte. Noi ci abbiamo bevuto un Grechetto dei Colli Martani della cantina Dionigi, un vino equilibrato tra freschezza e morbidezza, con una sensazione leggermente abboccata, che nonostante i suoi 15,5° non ha provocato grossi effetti collaterali. Almeno a me.
E quindi ecco i:
Taglierini alla Granseola
Per 4 persone procuratevi due granseole freschissime (vive) e abbastanza grandi. Lavate i crostacei in acqua corrente e sbollentateli in acqua bollente per un minuto. Staccate gli arti e aprite il crostaceo scoperchiandolo, recuperate il corallo rossiccio che trovate, armatevi di un coltellino a punta sottilissima e prima svuotate tutti gli arti della polpa poi passate alla cartilagine che occupa gran parte del corpo della granseola, rompetela a pezzetti ed estraete la polpa. Fatto?
Ora in una padella mettete a soffriggere in poco olio due scalogni tritati finemente e uno spicchio di aglio, aggiungete tutta la polpa e fate andare per un minuto, sfumate con un ottimo Armagnac o Cognac. Fate ridurre il liquore e poi aggiungete un paio di pomodorini pachino, a persona, privati precedentemente di semi e bucce. Fate andare per un 5-10 minuti. Intanto lessate i taglierini. Qui apro una parentesi su due produttori, uno nordico: Alfieri con il loro taglierino "Albesi" e uno della mia terra: gli "spinosini 2000" o "i tonnarelli" di Vincenzo Spinosi qui trovano un habitat ideale. Tre minuti di cottura per la pasta e poi scolandola poco dentro alla padella con il sugo, fate saltare a fuoco vivo e impiattate con un filo di olio. E poi godetevi la faccia di chi vi sta di fronte. Noi ci abbiamo bevuto un Grechetto dei Colli Martani della cantina Dionigi, un vino equilibrato tra freschezza e morbidezza, con una sensazione leggermente abboccata, che nonostante i suoi 15,5° non ha provocato grossi effetti collaterali. Almeno a me.
3 commenti:
ebbene si eccomi qua il "fuggiasco". Confesso non sono riuscito a tornare sulla vecchia via che una sola volta e da allora null'altro. Ma si farà, si farà.
Ordunque tu padrone di casa, millantatore di diete miracolose ed attentatore degli altrui stomaci, anche questa volta hai voluto fare "cose buone". Spero che i commensali abbiano apprezzato, anche se conoscendoli, penso proprio di si. (Immagino il Pergonlano intento ad una scarpetta in padella mentre urla all'oste di mescere ancora vino, ah, beata gioventù!)
E vabbuò, che io non sono più venuto, però voi non è che vi siete mossi, nemmeno per venire giù in costiera, magari a pranzo da Don Alfonso...meditate gente, meditate...
Loste, quanto ti invidio.
Da trent'anni il mio tavolo è quello di un ristorante, dove anche gli amici pagano per mangiare, e sai, quando deve pagare anche l'amico più fidato si eclissa.
Rimpiango le cene a quattro, a sei, magari con un giro di scalaquaranta per digerire lo whiskino. Sto invecchiando io che vivo ormai di ricordi, perchè queste cose esistono ancora, o erano altri tempi ed altre situazioni oggi affossate da trenta canali televisivi ed internet?
Caro Red Chef
non ho la risposta assoluta alla tua domanda, quello che ti posso dire è che nel mio piccolo cerco di tenere aperto questo "canale" per incontrare gli amici: sederli alla mia tavola, mangiare bene e bere meglio, un buon sigaro e un buon bicchiere. Mi mancava la scalaquaranta... grazie per l'idea e a presto
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