06 marzo 2011

Son mia de Venezia


“E tu da cosa sei vestito ?”
A parlare è stato Zorro. Ha la maschera tirata sulla fronte e sulla barba disegnata con un pennarello, ci sono evidenti tracce di zucchero a velo.
Guardo alle sue spalle sul tavolo dei dolci, non ho visto nulla con lo zucchero a velo. E' la festa di carnevale di tutta la scuola e la ricreazione dura di più. Possiamo stare a scuola vestiti con le maschere, e poi mangiare i dolci che le mamme hanno portato, e che i bidelli hanno messo su due tavoli nel corridoio. C'è una confusione terribile, bambini che corrono e si buttano per terra, lotte tra pirati, cauboi che inseguono indiani, coriandoli che volano, e che rimangono attaccati al miele delle castagnole. Ne ho dovuto buttare una perché non riuscivo proprio a staccarli tutti, i coriandoli. Peccato !

“Allora ? Da cosa sei vestito?” L’Arlecchino che gli sta di fianco continua ad ingollare un maritozzo ripieno di panna e nutella. E’ un Arlecchino sui generis piuttosto grassottello, ha un manganello di plastica giallo e rosso, infilato nella cintura che è scesa, in maniera preoccupante, sotto il ventre piuttosto prominente.

“Sono vestito da Brighella”
Zorro, mi scruta con aria interrogativa. Arlecchino non fa una piega, la panna sguscia da un lato della bocca, mentre assesta un morso al maritozzo. E’ velocissimo: sposta il boccone sulla destra e poi con la lingua raccoglie la panna che sta per finire per terra.
“E chi sarebbe Brighella ?!” mi fa Zorro curioso.
“E’ un amico di Arlecchino” gli rispondo felice che qualcuno finalmente mi rivolga la parola e faccia amicizia con me.

Zorro mi guarda dubbioso, si volta verso Arlecchino e gli chiede: “Ma lo conosci?” Arlecchino sta finendo il maritozzo e con la bocca piena muove la testa in segno di negazione, ingoia il mezzo maritozzo e sentenzia biascicando che io non faccio la Quinta A.
“E’ che Brighella è amico di Arlecchino nella storia! Non qui a scuola.” tento di spiegare.
“Che storia ?” Chiede Arlecchino, con la bocca ora libera di parlare

“La storia delle maschere no !” faccio io “Tu sei di Venezia” e indico Arlecchino “Mentre io venivo da un altro posto vicino a Milano mi pare, e poi ci siamo conosciuti.”
Zorro è costernato, piuttosto confuso. Infila la spada nella cintura del vestito fa cadere il cappello sulle spalle, che rimane legato con il laccetto sul collo.
“Guarda che lui non è di Venezia!”
“Eh no è! Io so de Falcunara alta ! E poi ‘ndo è che ce semo conosciuti ?! Io è la prima volta che te vedo ! ”

Lo avevo detto a mamma che questa maschera non l’avrebbero capita i miei compagni di classe. Ma lei è andata a cercare sui libri qualcosa di originale che nessuno avrebbe avuto, appunto ! Ha comprato la stoffa e mi ha cucito la maschera, cappello compreso che non mi sono messo e ho lasciato nella cartella, perché sembra un cappello di un cuoco più che un cappello di carnevale. Mi guardo i pantaloni di raso bianco con delle strisce verdi che si ripetono sulla pancia, anche il mantello “dublefas” bianco e verde, che puoi mettere da una parte o dall’altra, è abbastanza ridicolo. Venendo a scuola ho provato a correre per vedere se volava, ma è troppo corto e pesante per poterlo fare. Mentre quello di Zorro vola anche se sta fermo, nero, lunghissimo e leggero.

Guardo Arlecchino che continua a scrutarmi. “Di dove sei ?” gli faccio
“De Falcunara alta !” ammicco con la testa.
“Era buono il maritozzo? “Arlecchino sorride soddisfatto e mi fa cenno di si.
“Ne voi uno ? Ce ne stanne ancora !”
“Nooo, preferisco le castagnole !“
“Booone !” fa Zorro “C’ henne pure quelle co' lo zucchero a velo sopra ! Noi le chiamemo le frittele“

Ma allora come a Venezia !

E frittoe !


Anche in questo caso voglio sentire le voci fuori dal coro: E Frittoe xze tipiche del Veneto ma ogni casa ha la sua ricetta, quindi prego accomodatevi.
Queste sono fatte battendo 3 uova con 150 gr. di zucchero semolato e un pizzico di sale. Ho aggiunto 50ml di Rhum, 50ml di grappa, 50ml di latte, 50ml di olio evo, il succo di un arancia a cui prima avevo grattugiato la buccia per incorporarla nell'impasto. Ho aggiunto i semi di mezzo baccello di vaniglia, 450gr di farina "00", 100gr di uvetta ammollata e 50gr di pinoli. Alla fine ho incorporato mezza bustina di lievito chimico per dolci.
Fritte in olio di semi e mangiate passandole prima in zucchero semolato e poi in quello a velo.


Tempo fa ne assaggiai una versione in una trattoria tipica della Marca Trevigiana che per poco non mi ha steso in terra. Una morbidezza allucinante e un'occhiatura da sogno, in pratica erano solo crosta, fritta zuccherata e dolce, così soffici da sciogliersi in bocca.

Quella volta mi permisi, malauguratamente, di chiedere la ricetta al "paron" dell'osteria con il risultato che per poco non vengo cacciato a pedate. Sono sicuro che erano una versione con lievito di birra, ma penso con lievitazione lunga fino ad ottenere il "velo" ... ti ho sgamato anche se fai (giustamente) il prezioso !

Ah la storia è vera, son sicuro che vado a cercare, a casa di madre da qualche parte ci sta ancora il vestito di Brighella, ma il cappello no, quello l'ho fatto sparire il giorno stesso.



11 commenti:

strega varana ha detto...

caro Loste, mi hai fatto quasi piangere a pensare ai maritozzi panna e nutella.
quelli mamma non me li faceva mai mangiare -a una bambina non fa bene quel cibo- infatti anche se adesso mangio chili di cioccolata resto sempre secca come una sogliola.
tu niente cicerchiata? non si usa dalle tue parti...
domani andrò a Venezia con i miei fantolini e un pacco enorme di coriandoli, a mangiare le fritole da Tonolo, che si sono fatte con il lievito di birra, ma sono laboriose da fare in casa.
ciao Brighella!
una ex fata di Pinocchio con il vestito di carta crespa gialla

Loste ha detto...

Cara @Strega e come non si usa la cicerchiata ? Ma scherzi noi siamo la terra della cicerchia e della cicerchiata.

Aaah voi fate di Pinocchio sempre uguali :)

L'acqua 'dorosa ha detto...

Papavero: tutina verde dal piede al collo, tutù di petali rossi e un altro papaveretto in testa. Mamma adora la natura... Foto in posa, su un tappetto di coriandoli e stelle filanti, chissà in quale festa, in quale posto, in quale casa. Sembra un'altra vita.
La mia passione vera a carnevale erano le ciambelle di patate di nonna, le preparava sempre insieme a castagnole e cicerchiata! FANTASTICHE! Grazie, mi hai riportato indietro nel tempo.

Loste ha detto...

come queste ciambelline ? tasto destro e nuova finestra

marzia ha detto...

vestiti di carnevale sempre cuciti dalla nonna, che in gioventù aveva fatto la sarta... ricordo uno da jolly, una casacca con le punte e cappellino coordinato, tutti i campanellini attaccati, era in raso verde e giallo.
un altro invece era casacca e pantaloni braccio/gamba di colori alternati, rosso e giallo, un tessuto con stampato in piccolo mascherine di carnevale e coriandoli. chissà dove sono? da qualche parte ci saranno ancora...

Anonimo ha detto...

Povero piccolo Oste vestito da Brighella (gia' il nome e' un po' ostico). Mi hai fatto ripensare ad una maschera da Pinocchio che mi cuci' mia madre ,bellissima, ma quando mi specchiai mi misi paura perche' sembravo propio pinocchio con la maschera in viso con il naso lungo! pensa mi aveva fatto anche l'abecedario ed una sacchetta con i soldini dentro..
Lei aveva una ricetta delle castagnole fantastica ma non l'ha mai voluta rivelare si scioglievano in bocca..poi aveva una ricetta simile alla tua ma li chiamava bigne' di San Giuseppe con l'uvetta e rhum ma senza pinoli e li friggeva rigorosamente a San Giuseppe perche'ripeteva sempre che le nonne dicevano :"San Giuseppe frittellusu se nun friggi fa u musu !". Claudia

Anonimo ha detto...

Io all'impasto aggiungo sempre un goccio di birra chiara o dorata (sempre da pasteggio, non scura da dopocena), meglio se a doppia fermentazione, preferibilmente belga (io bevo praticamente solo quelle). Forse non sarà il segreto ma a me le frittelle vengono che è una meraviglia! Bellissimo il tuo blog, complimenti!

Gambetto ha detto...

Passo sempre a leggere ma era da un pò che non commentavo. I tuoi racconti mi lasciano sempre un bel sorriso deficiente sul viso e questo non per de-merito tuo, tutt'altro solo che in queste occasioni di-smetto il vestito da finto intelligente che vesto tutti i giorni per gli altri e torno al riso immediato e più beota di quando ero un ragazzino.
Perdonato del fatto di non lasciare sempre un commento?!...mica dirai qualcosa ad un partenopeo stupidotto?! :P ahahahaha
PS
Ricetta segnata che mi sembra equilibrata e perfetta!

LA LUNA NERA ha detto...

sempre meravigliosi i tuoi racconti! viaggi nel passato che mi fanno ridere, pensare, ricordare...che le frittelle buone non sono mai riuscita a raggiungerle! e se provassi in quaresima? ah,i nostri carnevali fatti in casa, allora non sembravano tanto poetici come ora: come cambiano i punti di vista.
ciao da una ex...boh! incrocio tra la fata turchina e colombina, col vestito di carta crespa appiccicata su un vecchio grembiule di scuola e il cappello a cono.

silvia ha detto...

sempre odiato il carnevale. cauboi da bambina con la rivoltella con i colpi in cerchio giallo. l'odore che faceva! suora all'unica festa da adulta, mai più peccati, appunto.
anche con i dolci di carneval non lego tanto. mangiarli sì però ;)
la ricetta delle ciambelle!!

L'acqua 'dorosa ha detto...

Esattamente quelle ciambelline!!!
Buona notte.