Messaggi in bottiglia
E' che non mi ricordo. Non ricordo quelle tende, la tavola imbandita, non ricordo la torta. Non ricordo gli altri bambini, e non ricordo perché fossimo vestiti tutti da "Pierrot".
Quando rimetti a posto un pezzo di casa: una stanza, una soffitta; è un lavoro che vien voglia di scappare, piuttosto che farlo. Però magari hai la fortuna di riportare a galla qualche vecchio ricordo, qualche momento che ti eri dimenticato. Un po' come una bottiglia che galleggia nel mare, con il suo messaggio infilato dentro. Un libro, una lettera, una foto.
Ho rovistato una giornata intera nell'interrato della mia casa. Una mezza vita di storia, ammucchiata dall'ultimo trasloco. Cose che riordini spostando semplicemente da un lato all'altro della stanza. Perché non butti, che non si sa mai, che poi un giorno magari i figli... Otto sacchi neri, grandi, che con la differenziata occorreranno quattro settimane per trasferirli in discarica. Ma ne valeva la pena: ora c'è spazio. Lo spazio che occorre per ricominciare a mettere in disordine.
Così in mezzo al mare in tempesta di libri, quaderni, pezzi di vecchi giocattoli, cianfrusaglie senza più identità, galleggiava questa bottiglia, il suo messaggio: una foto. Che un'onda più violenta delle altre ha spiaggiato ai suoi piedi. Leo l'ha raccolta come potrebbe raccogliere una conchiglia portata dal mare, o come un sasso su un sentiero di montagna rotolato fin lì per le ultime piogge. L'ha raccolta indifferente, distratto, ha osservato i sette bambini intorno al tavolo. La bambina al centro in piedi sulla sedia che con il braccio alzato che fa il segno del "due" con le dita. Ha fatto scorrere gli occhi su quei sette Pierrot in bianco e nero, seduti intorno ad una torta di compleanno. Una bella torta di panna e candeline, con una scritta al centro che ha dovuto piegare la testa e girare la foto per leggere "Auguri" fatta con la cioccolata. Ha osservato i mobili la casa e nell'ultimo bambino a destra, quello senza cappellino con il costume troppo grande, ha riconosciuto una fisionomia familiare. Fosse stata a colori e meno provata dal tempo, quella foto, avrebbe potuto pensare a suo fratello. Ma i segni e gli indizi gli han fatto capire che quel bimbo con la faccia seria a sfiorare un'espressione di tristezza, è suo padre. Allora ha alzato la testa, ha allungato la mano mettendomi la foto sotto il naso, e ha fatto la domanda.
Ci ho pensato su un attimo, ho riconosciuto mia cugina, il suo "bellissimo" compleanno. Mi son ricordato che la bimba alla sua destra, anche lei in piedi su una sedia, con un abito da Pierrot nero come il mio si chiamava Dolores. Il viso sembra quello delle modelle dei dagherrotipi del secolo scorso. "Povera Dolores" il commento sentito tante volte che torna spontaneo alla mente. Cose che i grandi non dicono ai bambini, cose che poi quando i bambini diventano grandi i vecchi non vogliono più nominare. Ma non mi andava di rispondere con le poche e inutili cose che sapevo e così ho detto:
E' che non mi ricordo. Non ricordo quelle tende, la tavola imbandita, non ricordo la torta. Non ricordo gli altri bambini, e non ricordo perché fossimo vestiti tutti da "Pierrot".
Son restato lì con quella foto in mano, a guardare la mia faccia di bambino triste osservarmi da quel tavolo. Non mi ricordo i compleanni, né miei né altrui. Non ho mai cercato la felicità in questi eventi, e col tempo, un po' come il Cappellaio Matto, ho cominciato a festeggiare i miei "non compleanni". Le occasioni felici, o meno tristi che ogni tanto la vita riserva. Resta questa foto ingiallita, una sensazione di disagio ad osservare me stesso bambino che con gli occhi imploro: portami via di qui, che non ci sto bene, che son tutte bambine, che il vestito di Pierrot mi stringe sul collo, che voglio tornare a giocare alla guerra, che tanto la torta non mi piace. Perché a me magari, anche per un compleanno, piace di più una:
Crostata con frolla di nocciole, crema al limone e macedonia di fragole
Per la frolla:
2 tuorli e un uovo intero, 200 gr di farina 00, 100 gr di farina di nocciole Piemonte IGP; 80 gr di burro a pomata; 150 gr di zucchero; la buccia di un limone grattugiata; un pizzico di sale; due cucchiaini rasi di lievito per dolci.
Impastate tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto morbido e appiccicoso. Copritelo con la pellicola per gli alimenti e mettetelo in frigo per una sei ore. Stendete 2/3 dell'impasto con un mattarello nel fondo di una teglia imburrata. Lavorate la restante parte dell'impasto per formare il bordo della "crostata". Bucherellate con la forchetta, coprite con carta forno e mette un peso per evitare che il fondo si sollevi durante la cottura. Infornate a 180° per 15 minuti, poi togliete il peso e la carta forno e cuocete, sempre in bianco per, altri 10 minuti fino ad inizio della doratura.
Per la crema:
Una crema pasticcera normalissima: 4 tuorli, 4 cucchiai di zucchero, 2 cucchiai di fecola di patate, la buccia intera di un mezzo limone e mezzo litro di latte. Montate le uova con lo zucchero, incorporate la fecola di patate, aggiungete il latte e la buccia di limone, e poi cuocete a bagnomaria finché la crema non addensa. Per questa preparazione deve risultare molto densa. Togliete dal fuoco, eliminate la buccia (succhiandola ben bene) e incorporate il succo di un mezzo limone o di più se piace.
Per la macedonia:
Un paio di ore prima della composizione lavate e mondate (!) un cestino di fregole. conditele con un due cucchiai di zucchero e il succo di mezzo limone. Lasciate in frigo per un' ora, girando la macedonia di tanto in tanto. Recuperate il succo che si è formato nella macedonia, aggiungete una quantità di acqua pari al succo e mettete sul fuoco fino a far raggiungere il bollore. Spegnete e incorporate due fogli di gelatina che avrete ammollato in acqua ghiacciata.
Componete la torta riempiendola di crema, disponete le fragole sopra la crema guarnite con foglioline di menta e coprite con la gelatina che avrete lasciato raffreddare fino ad una consistenza oleosa.
Magari venivano degli amici, o magari di sicuro sarà stato il compleanno di qualcuno.
Quando rimetti a posto un pezzo di casa: una stanza, una soffitta; è un lavoro che vien voglia di scappare, piuttosto che farlo. Però magari hai la fortuna di riportare a galla qualche vecchio ricordo, qualche momento che ti eri dimenticato. Un po' come una bottiglia che galleggia nel mare, con il suo messaggio infilato dentro. Un libro, una lettera, una foto.
Ho rovistato una giornata intera nell'interrato della mia casa. Una mezza vita di storia, ammucchiata dall'ultimo trasloco. Cose che riordini spostando semplicemente da un lato all'altro della stanza. Perché non butti, che non si sa mai, che poi un giorno magari i figli... Otto sacchi neri, grandi, che con la differenziata occorreranno quattro settimane per trasferirli in discarica. Ma ne valeva la pena: ora c'è spazio. Lo spazio che occorre per ricominciare a mettere in disordine.
Così in mezzo al mare in tempesta di libri, quaderni, pezzi di vecchi giocattoli, cianfrusaglie senza più identità, galleggiava questa bottiglia, il suo messaggio: una foto. Che un'onda più violenta delle altre ha spiaggiato ai suoi piedi. Leo l'ha raccolta come potrebbe raccogliere una conchiglia portata dal mare, o come un sasso su un sentiero di montagna rotolato fin lì per le ultime piogge. L'ha raccolta indifferente, distratto, ha osservato i sette bambini intorno al tavolo. La bambina al centro in piedi sulla sedia che con il braccio alzato che fa il segno del "due" con le dita. Ha fatto scorrere gli occhi su quei sette Pierrot in bianco e nero, seduti intorno ad una torta di compleanno. Una bella torta di panna e candeline, con una scritta al centro che ha dovuto piegare la testa e girare la foto per leggere "Auguri" fatta con la cioccolata. Ha osservato i mobili la casa e nell'ultimo bambino a destra, quello senza cappellino con il costume troppo grande, ha riconosciuto una fisionomia familiare. Fosse stata a colori e meno provata dal tempo, quella foto, avrebbe potuto pensare a suo fratello. Ma i segni e gli indizi gli han fatto capire che quel bimbo con la faccia seria a sfiorare un'espressione di tristezza, è suo padre. Allora ha alzato la testa, ha allungato la mano mettendomi la foto sotto il naso, e ha fatto la domanda.
Ci ho pensato su un attimo, ho riconosciuto mia cugina, il suo "bellissimo" compleanno. Mi son ricordato che la bimba alla sua destra, anche lei in piedi su una sedia, con un abito da Pierrot nero come il mio si chiamava Dolores. Il viso sembra quello delle modelle dei dagherrotipi del secolo scorso. "Povera Dolores" il commento sentito tante volte che torna spontaneo alla mente. Cose che i grandi non dicono ai bambini, cose che poi quando i bambini diventano grandi i vecchi non vogliono più nominare. Ma non mi andava di rispondere con le poche e inutili cose che sapevo e così ho detto:
E' che non mi ricordo. Non ricordo quelle tende, la tavola imbandita, non ricordo la torta. Non ricordo gli altri bambini, e non ricordo perché fossimo vestiti tutti da "Pierrot".
Son restato lì con quella foto in mano, a guardare la mia faccia di bambino triste osservarmi da quel tavolo. Non mi ricordo i compleanni, né miei né altrui. Non ho mai cercato la felicità in questi eventi, e col tempo, un po' come il Cappellaio Matto, ho cominciato a festeggiare i miei "non compleanni". Le occasioni felici, o meno tristi che ogni tanto la vita riserva. Resta questa foto ingiallita, una sensazione di disagio ad osservare me stesso bambino che con gli occhi imploro: portami via di qui, che non ci sto bene, che son tutte bambine, che il vestito di Pierrot mi stringe sul collo, che voglio tornare a giocare alla guerra, che tanto la torta non mi piace. Perché a me magari, anche per un compleanno, piace di più una:
Crostata con frolla di nocciole, crema al limone e macedonia di fragole
Per la frolla:
2 tuorli e un uovo intero, 200 gr di farina 00, 100 gr di farina di nocciole Piemonte IGP; 80 gr di burro a pomata; 150 gr di zucchero; la buccia di un limone grattugiata; un pizzico di sale; due cucchiaini rasi di lievito per dolci.
Impastate tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto morbido e appiccicoso. Copritelo con la pellicola per gli alimenti e mettetelo in frigo per una sei ore. Stendete 2/3 dell'impasto con un mattarello nel fondo di una teglia imburrata. Lavorate la restante parte dell'impasto per formare il bordo della "crostata". Bucherellate con la forchetta, coprite con carta forno e mette un peso per evitare che il fondo si sollevi durante la cottura. Infornate a 180° per 15 minuti, poi togliete il peso e la carta forno e cuocete, sempre in bianco per, altri 10 minuti fino ad inizio della doratura.
Per la crema:
Una crema pasticcera normalissima: 4 tuorli, 4 cucchiai di zucchero, 2 cucchiai di fecola di patate, la buccia intera di un mezzo limone e mezzo litro di latte. Montate le uova con lo zucchero, incorporate la fecola di patate, aggiungete il latte e la buccia di limone, e poi cuocete a bagnomaria finché la crema non addensa. Per questa preparazione deve risultare molto densa. Togliete dal fuoco, eliminate la buccia (succhiandola ben bene) e incorporate il succo di un mezzo limone o di più se piace.
Per la macedonia:
Un paio di ore prima della composizione lavate e mondate (!) un cestino di fregole. conditele con un due cucchiai di zucchero e il succo di mezzo limone. Lasciate in frigo per un' ora, girando la macedonia di tanto in tanto. Recuperate il succo che si è formato nella macedonia, aggiungete una quantità di acqua pari al succo e mettete sul fuoco fino a far raggiungere il bollore. Spegnete e incorporate due fogli di gelatina che avrete ammollato in acqua ghiacciata.
Componete la torta riempiendola di crema, disponete le fragole sopra la crema guarnite con foglioline di menta e coprite con la gelatina che avrete lasciato raffreddare fino ad una consistenza oleosa.
Magari venivano degli amici, o magari di sicuro sarà stato il compleanno di qualcuno.
26 commenti:
Tanti traslochi hanno imposto di scegliere cosa conservare e cosa no. Ancora oggi me ne dispiaccio. Quanti oggetti e quante foto mi avrebbero permesso di ricordare senza dover nominare.
Spesso quando riordino rimango ore a osservare vecchie foto o a rileggere quaderni e diari ormai dimenticati e mi assale una gran malinconia...quindi rinuncio all'impresa e magari vado a cucinare... la prossima volta magari questa fantastica crostata
Un abbraccio
fra
Da qualche tempo ho adottato una filosofia molto "feng shui"... anche se non mi si addice molto... Comunque la filosofia in questione è gettare, buttare, eliminare... che son tutte zavorre, tanto i ricordi li hai nel cuore... e poi ritrovare vecchie fotografie mi riduce sempre allo stesso modo: in ginocchio, per terra, disfatta per il tempo che passa, che non torna...
Scusate! Buona settimana a tutti :)
Vedi che succede al solo pensiero dei ricordi? Quella torta è un vero spettacolo! grazie :)
meravigliosa... le fragole di dove sono?che cosa ci avete bevuto?
www.chefmarco.splinder.com
La torte e' squisita e le foto stupende.
bellissima (ed immagino buonissima) torta!
anch'io sono sempre stata un po' "fuori posto" alle feste di compleanno
Racconto magistrale come ogni volta, questo filo nostalgico che li lega tutti mi lascia sempre incantata e col fiato un po' sospeso.
A volte mi dimentico della ricetta per quanto rimango affascinata dalla storia.
Buon inizio settimana,
m.
...ricordi trovati...o sono meraviglia...o pianti a dirotto...sinceramente non ho mai buttato via niente...ho scatole di foto che sbucano fuori all'improvviso...e c'è n'è sempre qualcuna che buca il cuore...da riempire con questa crostata...la proverò di sicuro se riesco a trovare questa farina di nocciole...
Che emozione, sono senza parole...la nostalgia è una brutta bestia, è profonda e difficilissima da gestire! Hai talento nei racconti e in cucina, naturalmente. Grazie!
Carissimo,vestire da Pierrot un bambino malinconico e che odia i compleanni, mi sembra davvero una gratuita crudeltà.Se ci penso, però, i genitori del tempo non è che ci andassero così per il sottile; andavano e basta, come carriarmati!
Questo tuo inbarazzo mi ha ricordato che quelle criminali di mia madre e di mia zia avevano l'abitudine di comperare per me e per mia cugina abiti identici con l'aggravante che tra me e lei correvano un sacco di chili di differenza,eccessive all'estremo come eravamo. Puoi immaginare ciò che abbiamo dovuto subire? Altro che malinconiche, incazzatissime eravamo! Oggi penso che se al tempo, non le abbiamo assassinate forse davvero l'umana indole non è poi così malvagia come dicono..
Per fortuna del passato non mi importa quasi niente ma di questa meraviglia fragolosa mi importa , eccome!!
Buona vita!
le vecchie foto possono scatenare ricordi bellissimi o indurre a forti malinconie ma sono comunque pezzi preziosi di vita. adoro sfogliare i vecchi album dei nonni e riconoscere i volti...
ps: torta spettacolare, decisamente un dolce perfetto per i miei gusti.
@Iaia si ma non si butta tuttotutto :)
Magari @Fra magari :)
Si vero che i ricordi son nel cuore @Chiara ma serve un attivatore ... qualcosa che li risvegli
@Marco le fragole erano di Jesi e ci abbiamo bevuto un Kabir
Grazie @Ciao
Io assolutamente fuorisimmo @Marzia
Capita anche ad altri @Mariù non ti preoccupare :)
Oppure provi a macinarle finissime le nocciole @Sara
Grazie a te @Dada
Ma non credo ci fosse crudeltùà o cose del genere @Nishanga conoscendo mia madre credo che sia stata abbastanza obbligata
si si capita anche a me di cercare i volti conosciuti in gruppi di persone fermi immbili nelle foto @Giò grazie
ho avuto l'opportunità di bere il kabir a pantelleria nelle cantine donnafugata...non ridere se ti dico che ci ho cucinato uno spaghetto alla bottarga...un successo...comunque il donnafugata sono vini geniali vanno forti le micromacerazioni ma ammazza quanto se li fanno paga
ciao un abbraccio alla tua maestria culinaria...maestria? ho scritto bene?
www.chefmarco.splinder.com
ho cominciato a seguirti ogni tanto, poi sei apparso anche su mik, infine ti ho trovato su fb, non potevo non includerti nella compagnia del foodblogger del mio blog, anche perchè le tue proposte mi piacciono veramente tanto!
ciao
babs
...appena smetto di scrivere quello che il tuo post mi ha sconvolto dentro le macino si...racconti da raccogliere...in qualche scatola naturalmente...
Magari non era neanche un compleanno e si festeggiava il santo sul calendario: ogni scusa è buona per un dolce così... bravo Marco !!!
Una volta si festeggiavano così i compleanni, ma perchè vestiti da Pierrot ?! :-D
P.s.: anche la sorella di mio nonno (di Matelica) si chiamava Dolores, anzi: "la povera Dolores"... :-(
I tuoi post mi incollano al video..che bellezza!Un delle più belle crostate mai viste, complimenti!
E' che invece io mi ricordo...ogni vecchia foto fa riaffiorare le sensazioni di quei giorni...si resta allora in bilico tra la tenerezza di rivedere i propri genitori senza rughe, la consapevolezza che non è più così, la presa di coscienza che è una ruota che gira e che i nostri figli proveranno le sesse emozioni guardando le foto dei loro compleanni...
E allora evitiamo di vestirli da Pierrot e festeggiamo i 364 giorni dei loro non compleanni con crostate di fragole, torte al cioccolato e gelati al caramello...
E' un privilegio a cui non rinunciare per nulla al mondo.
E' che vuoi ?! summaturazioni, micromacerazioni, sono tutte risorse finanziarie immobilizzate @Marco e quindi prezzo!
Bene @Babs piacere di piacerti :)
mmmh @Sara non ho capito molto ma, va bene ! :)
Magari ... @Jajo non saprei il perché dei Pierrot, e non torno nenanche a chiedere ;)
Eeeeh non è che esageriamo Saretta !? :))))
Già un privilegio a cui non rinunciare @Virò ... se non per forza maggiore sempre che questa valga !
...eh immagino...quando intreccio insieme parole e cucina me lo fa...quasi quasi ti mando il mio scritto che hai provocato!magari mi capisci meglio...
Bé magari ... giusto per curiosità :)
...scatole della felicità...ricordi che riaffiorano...ricordi di sorrisi gioie,pianti...notti insonni... notti in bianco...notti d'amore...notti passate accanto al telefono...notti di note dolci...notti di miele...notti di sposi che si baciano per la prima volta...notti di una volta...notti di bambini che piangono perchè appenna affacciati al mondo...notti di donne senza un figlio che è già nato nella loro testa...notti di chi si affaccia alla finestra...notti di chi guarda una luna che non è mai la stessa di chi la sta guardando nello stesso momento..notti di aria fresca...notti di grida...notti di corpi vicini...notti di respiri troppo lontani...notti di ritorni da luoghi insoliti e mistici...notti di porti sicuri...notti di pensieri...notti di pesi nel cuore...notti di domande...notti di favole strane...notti di sogni...notti di musica lenta...notti di balli sfrenati...notti d'estate...notti di uomini e donne sognanti...notti di vita...strana la vita.
Marco, ho appena postato la tua tartare di tonno di qualche mese fa, a momenti me la sognavo di notte.
Buona giornata,
m.
Veramente bellissimo questo post, nostalgico e malinconico..è un pò così che ci si sente scavando nei ricordi che riaffiorano nei pensieri..o come racconti tu..basta una foto per alzare una tempesta nella mente..
Martina
ps: pare veramente buona la torta:P
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