Affrettate conclusioni
E’ che a volte ce la metti tutta. Non tanto ad alzarti presto, che quello è ordinariamente normale. No è che ce la metti tutta a tirar giù gregari dal letto, ad obbligarli a colazioni zuccherine, a vestirsi velocemente, in ridicoli abbigliamenti che ricordano ballerini di danza, fintanto che… Fintanto che non salgono su biciclette infangate dalla domenica prima, a far la loro parte di figura.
E’ che a volte ce la metti tutta. Ce la metti tutta, a gareggiare con quei nuvoloni neri che stanno arrivando da sopra. Perché la prima regola non scritta dice che: si, la pioggia va anche bene, ma non ci si parte.
E allora corri ti sbrighi, contro voglia, contro una coscienza che continua a dirti che sarà freddo, che pioverà, che ma chi telo fa fare. Ed è proprio nell’attimo in cui esci, in cui stai per salire che comincia. Prima ti sembra una sensazione: come quelle volte che ti sembra che qualcuno abbia parlato, mai non hai afferrato, non sei sicuro. E allora mica puoi chiedere: ma stai piovendo? Come un normale: scusa che hai detto? Cerchi. Guardi in terra, sul cemento: guardi i segni premonitori del temporale. Escludi le macchie che sembrano gocce, ma sono invece segni passati. Ti guardi le braccia, la giacca che lascia le gocce sospese, come piccole sfere a metà. E se ne vedi una pensi che forse è solo un residuo di quando poco prima hai riempito la borraccia. Pensi che forse ancora hai un attimo di tempo per sfuggire e pedalare lontano.
Piove ! Sono i gregari che arrivano sempre a conclusioni affrettate e lapidarie. Ma in quei casi se non vuoi inzupparti tutto, è meglio rientrare e lasciar perdere, che per una volta non succederà nulla.
E mentre ritorni alla tuta domenicale, goloso di ingozzarti di un libro, seduto nel tuo studio mentre fuori diluvia. Mentre stai per assestarti comodo, la musica al giusto volume di sottofondo. Quel poco che non aggredisca le parole, facendole sfuggire alla memoria. Quel tanto che ti consenta di lasciare, lo scroscio della pioggia come un leggero sottofondo alla musica stessa. In quel momento tutto vorresti, tranne sentire la voce del tuo gregario. Che poi se solo si limitasse ad affrettate e lapidarie conclusioni, sarebbe anche accettabile. Ma è quando produce idee che diventa pericoloso per l’incolumità del pensiero letterario domenicale. Specialmente se la proposta è indecente come un: andiamo ad asparagi?
Ma se piove per la bicicletta, piove anche per gli asparagi! E poi il libro oramai è aperto sulle mie ginocchia, mentre seduto su questa poltroncina vedo la pioggia scrosciare e sento la musica andare. E per farne cosa poi scusa? Magari un:
Tagliolino con asparagi prosciutto e fondutina di Montasio
Ho scottato gli asparagi in acqua bollente e salata. In una padella ho sciolto in un filo d’olio, per due minuti appena, del prosciutto di San Daniele, tagliato a julienne. Ho preparato dei tagliolini con una proporzione di due uova intere e quattro tuorli per tre etti di farina. Ho lessato i tagliolini, finendoli in padella con il prosciutto e gli asparagi. Li ho serviti impiattandoli sopra una fondutina di Montasio stagionato sei mesi, che avevo fatto sciogliere in poco latte.
E’ che a volte ce la metti tutta. Ce la metti tutta, a gareggiare con quei nuvoloni neri che stanno arrivando da sopra. Perché la prima regola non scritta dice che: si, la pioggia va anche bene, ma non ci si parte.
E allora corri ti sbrighi, contro voglia, contro una coscienza che continua a dirti che sarà freddo, che pioverà, che ma chi telo fa fare. Ed è proprio nell’attimo in cui esci, in cui stai per salire che comincia. Prima ti sembra una sensazione: come quelle volte che ti sembra che qualcuno abbia parlato, mai non hai afferrato, non sei sicuro. E allora mica puoi chiedere: ma stai piovendo? Come un normale: scusa che hai detto? Cerchi. Guardi in terra, sul cemento: guardi i segni premonitori del temporale. Escludi le macchie che sembrano gocce, ma sono invece segni passati. Ti guardi le braccia, la giacca che lascia le gocce sospese, come piccole sfere a metà. E se ne vedi una pensi che forse è solo un residuo di quando poco prima hai riempito la borraccia. Pensi che forse ancora hai un attimo di tempo per sfuggire e pedalare lontano.
Piove ! Sono i gregari che arrivano sempre a conclusioni affrettate e lapidarie. Ma in quei casi se non vuoi inzupparti tutto, è meglio rientrare e lasciar perdere, che per una volta non succederà nulla.
E mentre ritorni alla tuta domenicale, goloso di ingozzarti di un libro, seduto nel tuo studio mentre fuori diluvia. Mentre stai per assestarti comodo, la musica al giusto volume di sottofondo. Quel poco che non aggredisca le parole, facendole sfuggire alla memoria. Quel tanto che ti consenta di lasciare, lo scroscio della pioggia come un leggero sottofondo alla musica stessa. In quel momento tutto vorresti, tranne sentire la voce del tuo gregario. Che poi se solo si limitasse ad affrettate e lapidarie conclusioni, sarebbe anche accettabile. Ma è quando produce idee che diventa pericoloso per l’incolumità del pensiero letterario domenicale. Specialmente se la proposta è indecente come un: andiamo ad asparagi?
Ma se piove per la bicicletta, piove anche per gli asparagi! E poi il libro oramai è aperto sulle mie ginocchia, mentre seduto su questa poltroncina vedo la pioggia scrosciare e sento la musica andare. E per farne cosa poi scusa? Magari un:
Tagliolino con asparagi prosciutto e fondutina di Montasio
Ho scottato gli asparagi in acqua bollente e salata. In una padella ho sciolto in un filo d’olio, per due minuti appena, del prosciutto di San Daniele, tagliato a julienne. Ho preparato dei tagliolini con una proporzione di due uova intere e quattro tuorli per tre etti di farina. Ho lessato i tagliolini, finendoli in padella con il prosciutto e gli asparagi. Li ho serviti impiattandoli sopra una fondutina di Montasio stagionato sei mesi, che avevo fatto sciogliere in poco latte.
9 commenti:
Dunque...passeggiata sotto la pioggia, libro davanti al fuoco con musica in sottofondo e pioggia che riga i vetri, tagliolini da urlo... Un bel dilemma! Per scegliere dovrei sapere che libro è...
Niente niente il gregario è più saggio del leader !?!
Attento allo scettro...... :-D
Malsane idee da gregario, che il leader esaudisce per creare questa magnificenza!
Un abbraccio
fra
un saluto, gran bella ricetta semplice ma molto gradevole
Il libro,@Virò, è(ra) "Il re bianco" non male per un giovane rumeno ;)
@Jajo probabilmente si. Ma sai la differenza, spesso, la fa il maestro, nella vita ;)
Mai tarpare le ali alle giovani promesse @Fra :))
Grazie @Gunther, non avevo realizzato che eri Luganese. Detto da un Bedanese ;)
che dire...descrizione rilassante...gli asparagi dove te li cogli?
un abbraccio alla tua fantasia e ai tuoi piatti...il vino in abbinamento?
www.chefmarco.splinder.com
Sulle montagne dietro case @Marco. Dietro perché davanti ci sono colline :). Quel giorno non ho abbinato vino ma se lo dovessi fare userei un bianco, pulito e con un discreto corpo, uno chardonnay o un friulano per associazione al Montasio, magari quello di "Vigne di Zamò" ;)
eh, per le gare si parte anche sotto la pioggia... ;-)
per fortuna non faccio più gare e così posso comportarmi esattamente come te se sono a casa. invece, se c'è da andare al pascolo, si parte anche con il diluvio
Eh si @Marzia le gare son gare :) ... invece il pascolo è come gli asparagi che alla fine ci siam mollati tutti comunque.
Ciao
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