Ad Oleo
E’ come una bava di ragno, tenuta tra le dita.
Sottile, scivolosa, quasi eterea. La tengo con le unghie, mai con i denti, ma con con forza, stringendo la punta delle dita. Così accompagno i suoi movimenti, tiro, poi mollo, con la coscienza di un adulto e il cuore di un ragazzo. La lascio muoversi, stando attento a non tirare troppo, a non rompere l’ illusorio legame che ci tiene ancora vicini, meno lontani di un tra poco, non distante.
A volte m’illudo di sentirla vicina, la tensione quasi svanita, sparita. A volte, terrorizzato mi sembra scomparire, fuggire lontano. E allora come il ragno, a cui strappo la tela, ricostruisco quella bava sottile. Pian piano, girandoci intorno, indifferente, distratto, lo riporto vicino. Impongo regole, le spiego, mi illudo che vengano comprese, mollo qualcosa di quel filo sottile, e penso che adesso si rompe, forse si rompe, certo che si romperà, ma non ancora. Convivo, che è un vivere strano, con questa adolescenza che non cresce, e non son convinto che debba farlo. Non è lei che deve crescere, lei c'è, ci sarà, c'è sempre stata.
Me la porto addosso, attento a non commettere errori vissuti nella mia, dubbioso dei deboli segnali che passano e spaventato da quelli che potrebbero non passare. A volte mollo, perché per nuotare ci vuole l'acqua e anche profonda, ma anche qualcuno pronto con un salvagente, una pacca sulle spalle, uno sguardo di fiducia. A volte stringo fino all'impossibile, duro contro duro, a chi la dura di più. Poi dopo un po', ma un po' anche più po' di un po', molliamo, ma non senza aver prima ripreso tutte le misure l'uno dell'altro, ritastato tutti i polsi e pettinato tutti i peli. Allora uno sguardo basso e un "scusa dai", messo lì, al posto giusto, ci riportano vicini. Legati di nuovo da quella bava di ragno, sottile, scivolosa. Riconquista del conquistato che era, a volte anche con materiali messaggi di affetto portati, magari da un piatto di:
Fagioli con le cotiche
Dal vostro macellaio vi fate dare un paio di pezzi di cotica, puliti e lavati. Avrete cura di ripassare bene la parte esterna per eliminare i peli, usando, a vostro piacimento, o una fiammeggiata sui fornelli di casa o un rasoio usa e getta tri-lama. Raccomando vivamente di non utilizzare schiume, specialmente al mentolo.
Fatto ciò, scotterete per 5 minuti in acqua bollente salata le cotiche, e poi con un coltello affilato toglierete il grasso in eccesso, per poi riprendere la cottura fino a che risulteranno cotte ma non troppo (torneranno sul fuoco). Nel frattempo avrete lessato un chilo (sporco) di fagioli borlotti freschi o un 400 gr già "sdaginati" oppure un 250 gr. di fagioli, sempre borlotti, secchi e ammollati per almeno una giornata. Anche in questo caso io lascio i fagioli belli al dente avendo cura di farli bollire in acqua e sale, con una carota e una costa di sedano. A parte preparate un soffritto con cipolla, sedano, carota, qualche pezzetto di gambuccio di prosciutto, aggiungete della salsa di pomodoro, le cotiche che avrete tagliato a striscioline una foglia di alloro. Salate e pepate e se piace aggiungete un po' di peperoncino. Aggiungete i fagioli con la loro acqua di cottura, se freschi. Se fossero secchi vi conviene cambiare acqua dopo una prima bollitura. Lasciate insaporire bene per una ventina di minuti, servite accompagnato da fette di pane tostato.
Questo piatto sono la passione, una delle tante, di Leo. Magari per riconquistare il vostro adolescente basta una cioccolata calda.