10 agosto 2010

Giusto una puntata

Ci arrivo con un giro lungo, passaggi per niente scontati. Il percorso sul navigatore è quasi indice di pazzia, non fosse dettato dall’allergia di Spaccaball. Da Treviso salgo verso il Cadore fino a Misurina, poi tutta la Val Pusteria, e giù fin quasi a Trento, da lì mi faccio tutta la val di Non e mi infilo nella Val di Sole. Risalgo il Noce che già il pomeriggio si spegne dietro alle dolomiti del Brenta.
Arrivo a Malè in una quasi sera che profuma di bosco e di pioggia passata da poco. La piazzetta è piccola quasi minuscola per contenere la chiesa del paese. Un piccolo merletto che si ripete di piazza in piazza, a differenza di molti paesi della nostra montagna, nati lungo le strade che portano in su. La gente si muove lenta, nel ritmo tipico della vacanza. Il vociare e le chiacchiere scivolano liquide in accenti che si confondo.


Anche lui se ne sta rilassato, accoccolato sotto la veranda del suo ristorante l’immancabile sigaretta tra le dita. Al suo fianco il suo capo: Mara, chiacchiera con un’amica. Gli vado incontro, attraverso la piazza, Matti mi stringe la mano. Sono uno dei tanti turisti, al primo sguardo, che si aggirano per la valle e per il paese. Poi mi mette a fuoco, mi riconosce, e allora è come lo ha descritto lui. Non ti sei mai incontrato, non sai che voce abbia l’altro, quanto sia alto, se è magro, più grasso, ma è come se ti conoscessi da una vita. Ti saluti con un abbraccio, di quegli abbracci del ritrovarsi. E questo allora è Spaccaball e lui è Leo, e le sue imprese con te in bici. Ma allora esiste anche una moglie. Mi siedo al tavolo mentre Mara premurosa ci porta da bere. Ed è come per le gare delle moto, come dice Matteo, facciamo un giro di pista, scaldiamo le gomme proviamo l’assetto e poi via.


Da lì in poi Maurizio è un fiume in piena: racconti, aneddoti, domande. Un concentrato che dobbiamo riuscire a far stare tutto in due serate, in cui chiaramente lui deve anche cucinare. Cominciamo da quando siamo partiti e parliamo di tutto, poco di politica in verità.
Quando si fa l’ora si infila in cucina, per ridarci appuntamento di lì ad un paio d’ore. Ma non scompare, riappare tra una portata e l’altra e racconta di cibo, di piatti e di idee. Alla fine ci accomuna anche il concetto del cibo: ricordo, momento, pensiero, ogni ricetta una storia.


Così ci passa sotto la forchetta, il tortino di cannellini, pomodori e ricotta, indimenticabile goduria, poi la polenta di storo con lo zola e il trentingrana, e ancora la vellutata con gnocchetti di ortiche, la prenderò per due sere di fila.
Cala la sera e il freddo, Matti si scalda le mani con la candela, dobbiamo ancora acclimatarci alla montagna. Leo è una macchina da guerra, quando arrivano i primi quattro diversi, roba da far smadonnare lo chef, ma non stasera, li affronta come davanti ad una salita. La tagliatella al ragù di cervo e porcini, la rifarò a casa, la pasta e fagioli attraversa tutte le valli, dal veneto a qui, il raviolo ripieno di capriolo con una ricotta stagionata affumicata. Mi alzerei ora, subito, adesso, sazio e soddisfatto un bicchiere ancora di teroldego a mo’ di calice della staffa e via.


Invece arrivano anche i secondi, Leo gode prima con gli occhi poi con il palato. Il cervo alla piastra con la giardiniera: è tutto da provare, il salmone alla griglia e poi un gulash con polenta. Passa uno stinco di maiale per il tavolo a fianco, ma la luce è poca e non mi sembra il caso di far aspettare anche estranei alla famiglia, per una foto.
Se ci riuscite provate anche i dolci, lo strudel di mele è come ve lo farebbe vostra nonna se fosse nata e vissuta in trentino, il tiramisù ai lamponi e pistacchi è l’ultima variante di Mara e poi un semifreddo: una mousse allo Chardonnay trentino DOC, che ha un solo difetto: è tanto !


Ecco Maurizio è come la sua cucina, piacevole, loquace, curioso e sincero. Siamo stati bene, di più: benissimo.

Grazie Chef e grazie Capo

El Barba
P.zza S. Maria Assunta
38027 Malè (Tn)
0463 901122